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Anche i tedeschi avevano i pidocchi: il libro-verità di Isabella Trovato su Cavalchi

Una raccolta di episodi, alcuni già pubblicati sul mensile Stampa Reggiana, che raccontano la dolorosa vicenda dell’IMI Rino Cavalchi, deportato in Germania durante la seconda guerra mondiale e costretto ai lavori forzati per non avere aderito alla Repubblica Sociale Italiana.
Un libro-verità, scritto dalla giornalista e regista Isabella Trovato, che ripercorre i momenti drammatici della tristissima prigionia di Cavalchi. Una segregazione dura e mortificante ma non priva di risvolti ironici, perché “anche i tedeschi avevano i pidocchi”.
Quella di Rino Cavalchi, oggi novantenne, è una storia esemplare che appartiene a più di 600 mila militari italiani imprigionati nei lager tedeschi dopo l’8 settembre 1943.

Internati Militari Italiani (Italienische Militär Internierte – IMI) è il nome ufficiale dato dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’Armistizio di quell’8 settembre 1943. Dopo il disarmo, soldati e ufficiali vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania. Solo il 10 per cento accettò l’arruolamento. Gli altri vennero considerati “prigionieri di guerra”.
Un’avventura umana complicata e “imbarazzante” che Isabella Trovato ha illustrato nel libro Anche i tedeschi avevano i pidocchi (pubblicato da Recos-La Fotolito). Il titolo, come spiega lo stesso Cavalchi, rievoca l’unica vendetta che i prigionieri potevano consumare contro i loro aguzzini: “Appena un tedesco ci voltava le spalle, noi ci mettevano le mani nelle tasche per riempirle di pidocchi e poi lanciarglieli addosso”.
Rino Cavalchi ha fatto riemergere quei ricordi amari e toccanti dopo avere ricevuto la medaglia d’onore il 31 maggio 2010.
F.S.
(22 febbraio 2016)