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Addio Domenico Altavilla: un uomo vero orgoglioso di essere giornalista

Si è spento all’età di 86 anni il collega Domenico Altavilla, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine da mezzo secolo. Aveva iniziato l’attività a Brindisi, sua città d’origine, collaborando con la Gazzetta del Mezzogiorno sin dalla sua istituzione nella prima metà degli anni Sessanta. In seguito ha scritto per l’Ansa, per il Quotidiano e ha collaborato anche con la Rai, in particolare alla famosa Caravella, una speciale trasmissione di satira e informazione prodotta nella sede di Bari, che ogni domenica veniva trasmessa dalla radio. Per vent’anni ha ricoperto anche il ruolo di presidente dell’associazione brindisina della Stampa, organizzando eventi di livello nazionale.
Per motivi personali aveva scelto il lavoro più sicuro di direttore didattico, ma la passione

del giornalismo non l’ha mai abbandonato. Una ventina di anni fa si era trasferito a Cesena con la moglie per seguire uno dei tre figli. E anche in Romagna si era fatto subito conoscere dai giornali, collaborando prima con il quotidiano Il Resto del Carlino e poi con La Voce di Romagna, edizione di Cesena.
Domenico era un uomo d’altri tempi, sia per professionalità che per gentilezza. Preciso, quasi puntiglioso nel pesare le parole (qualità che ormai nell’era dei social si è completamente perduta), era dotato di una curiosità insolita. Amava raccontare le piccole storie di città. Storie che, tra l’altro, piccole non erano mai perché parlavano della gente che incontrava per strada, della loro vita, di particolari che passavano inosservati ai più ma che, grazie alla sua analitica e garbata interpretazione, diventavano simboli di un modo di vivere la città.
Abituato a tempi diversi, alla macchina da scrivere, alle foto spedite col “fuori sacco”, non aveva avuto alcun imbarazzo a passare al computer e, quando anche negli ultimi tempi arrivava in redazione con la chiavetta che conteneva il suo articolo, voleva scaricarla da solo per dimostrare di stare al passo con la tecnologia. Domenico lascia l’amata moglie Angela, tre figli e il ricordo di un uomo orgoglioso di essere giornalista, consapevole del delicato ruolo che gli spettava sia quando faceva il testimone dei tempi attuali che il narratore delle piccole grandi storie.
Elisabetta Boninsegna
(18 ottobre 2016)