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È scomparso Gianni Bettini, “The Voice” del basket bolognese

Il suo marchio di fabbrica era la voce. Una voce roca, inconfondibile, figlia delle tante sigarette che bruciava. Era un vizio antico quello del fumo, da cui non riusciva ad affrancarsi. In compenso aveva tante virtù, umane e professionali.
Era simpatico, affabile, generoso. Ai giovani colleghi che si affacciavano in redazione non faceva mai mancare un incoraggiamento, un consiglio, un segnale di attenzione. Naturalmente era anche un bravo giornalista. Scrupoloso, competente, curioso. Nella sua lunga carriera, iniziata al Nuovo Quotidiano di Bologna, giornale diretto da Enzo Tortora a metà degli anni Settanta, e consumata soprattutto presso la redazione regionale della Rai, aveva spaziato in tanti settori. La politica, il terrorismo ai tempi degli anni di piombo (realizzò

numerosi servizi sulla strage di Bologna), fino ad arrivare all’enogastronomia e all’agricoltura, con la responsabilità di una rubrica nazionale dedicata a quest’ultimo argomento.
Molti però lo associano allo sport. Fu uno degli inviati di Novantesimo Minuto ai tempi del mitico Paolo Valenti, ma seguì soprattutto il basket, in un’epoca in cui Bologna era la capitale europea della palla a spicchi. Aveva la Effe nel cuore, effe come Fortitudo, ma nessun tifoso virtussino l’ha mai accusato di non essere imparziale. Un cavallo di razza della professione com’era lui non si lasciava certo trascinare dalla passione.
Oggi che il mito di Basket City ha perso lo smalto di un tempo, anche lui se n’è andato. Lievemente, com’era nel suo stile, nonostante la stazza imponente. Ci mancherà la sua voce, il suo sorriso, la sua simpatia, il suo modo di fare giornalismo serio e competente.
Ciao Gianni, sei stato un Grande.
Antonio Farnè
(1 dicembre 2016)