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Eletto il direttivo Ucsi Emilia-Romagna. Il nuovo presidente è Matteo Billi. “Condanna” per i servizi sulle false confessioni

L’Ucsi dell’Emilia-Romagna ha eletto il nuovo consiglio direttivo che guiderà l’associazione regionale per i prossimi quattro anni. Dieci i componenti: Matteo Billi, Gianfranco Leonardi, Anna Mandrioli, Guido Mocellin, Pia Pisciotta, Paolo Poponessi, Francesco Rossi, Paolo Seghedoni, Franca Silvestri e Roberto Zalambani.
In occasione della prima seduta, il direttivo eleggerà come nuovo presidente Matteo Billi, giornalista professionista di Parma.

Al congresso regionale dell’Unione cattolica stampa italiana, che si è tenuto nella Sala Santa Clelia della curia arcivescovile di Bologna, ampia attenzione è stata data alla vicenda dei servizi pubblicati da un quotidiano a tiratura nazionale (che si è fatto beffa del sacramento della Confessione), verso i quali è stata espressa una “ferma condanna”.
“Questo modo di fare giornalismo non ci appartiene e lo condanniamo con la massima forza”, ha dichiarato Antonio Farnè, presidente regionale uscente dell’Ucsi e presidente dell’Ordine giornalisti Emilia-Romagna.
“Il giornalismo non può vivere solo di deontologia: le regole non sono sufficienti se non vi è l’etica”, ha rimarcato Andrea Melodia, presidente nazionale dell’Ucsi, ricordando l’impegno dell’associazione per l’Osservatorio di mediaetica che, attraverso ricerche specifiche e approfondimenti, rappresenta “un tentativo di dare continuità metodologica alle riflessioni sull’etica professionale”.
Dopo le relazioni di Farnè e Melodia, e il saluto dell’assistente spirituale don Marco Baroncini, si è svolto un partecipato dibattito. In conclusione, monsignor Ernesto Vecchi, delegato della Conferenza episcopale regionale per le comunicazioni sociali, ha guidato la preghiera del Vespro.
Nei giorni precedenti il congresso regionale, l’associazione dei giornalisti cattolici emiliano-romagnoli aveva preso posizione e diffuso un deciso comunicato contro i servizi giornalistici sulle false confessioni.
Questo il testo.
«L’Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana) condanna senza mezzi termini la speculazione fatta da un noto quotidiano nazionale sul sacramento della confessione.
Piegare a logiche di piccolo cabotaggio un’istituzione sacra che appartiene alla dimensione personale di ognuno di noi, alla coscienza più profonda dell’essere umano, rappresenta – al di là del diritto canonico e della deontologia professionale dei giornalisti – un’innegabile offesa alla sensibilità di tutti i credenti ma anche al buon senso.
Fare giornalismo mancando di rispetto verso il prossimo non è certamente un servizio alla qualità dell’informazione».

(15 marzo 2015)