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Giornalisti freelance: l’Inpgi dialoga con la Commissione lavoro autonomo della Fnsi

La Clan – Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana) ha incontrato i vertici dell’Inpgi (Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola”) e il Comitato amministratore della Gestione previdenziale separata (Inpgi2). «Un incontro proficuo» per il presidente della Clan Mattia Motta. Un colloquio che ha consentito di delineare un percorso comune «che permetterà di confrontarsi, in modo sistematico, sulle esigenze previdenziali, e non solo, dei giornalisti lavoratori autonomi». Fra i temi affrontati anche la riforma e la questione dei pensionati in redazione.
L’incontro-confronto si è svolto il 9 marzo nella sede romana dell’Inpgi. La Clan ha dialogato in modo franco e profondo con la presidente dell’Inpgi Marina Macelloni, la direttrice dell’istituto di previdenza Mimma Iorio e il Comitato amministratore della Gestione separata. Come ha evidenziato Mattia Motta, «la Commissione ha manifestato apprezzamento per la riforma, che consente la salvaguardia dell’autonomia dell’istituto, fondamentale per l’autonomia della professione in tutte le sue sfaccettature».

La presidente Inpgi Marina Macelloni ha sottolineato l’importanza di salvaguardare le specificità del welfare della categoria, dirette a tutelare la parte più debole della professione. Motta ha ribadito che: «da questo punto di vista è auspicabile che si metta in moto un percorso teso a riconoscere maggiori tutele e servizi al lavoro autonomo, e a tutte quelle forme di lavoro giornalistico diverse dal lavoro dipendente che rappresentano una parte essenziale della professione giornalistica».

Anche per questo, per il presidente della Clan, «vanno respinti e stigmatizzati i tentativi di coloro che, forti di prestazioni ottenute in altre stagioni della vita professionale e della storia del Paese, si trovano oggi a difendere rendite di posizione che agli occhi dei giornalisti precari appaiono fuori dal mondo. Nessuno intende mettere in discussione i diritti acquisiti, ma chi ha avuto la fortuna di esercitare la professione in stagioni ormai passate non può, al solo fine di preservare se stesso, lavorare per distruggere l’intero sistema di welfare, a cominciare dal suo istituto di previdenza, auspicando il peggioramento delle condizioni di quanti, subordinati e autonomi, sono oggi attivi nel mercato del lavoro».

Durante il dialogo con i vertici dell’Inpgi, i componenti freelance delle Associazioni regionali di stampa che fanno parte della Clan hanno biasimato la pratica dei pensionati in redazione: «è un problema prima di tutto culturale, solidarietà e reciprocità sono alla base della nostra professione ma sono messe a dura prova dai colleghi che, collocati in quiescenza, appaiano ordinariamente e continuativamente al lavoro dopo aver ottenuto l’assegno di pensione».
Maggiori info nel sito della Fnsi.
Nella foto (da sinistra): Marina Macelloni, Mimma Iorio, Mattia Motta e Maurizio Bekar
ph @EaloraClaudio
(10 mazo 2017)