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Il conformista romantico. Un romanzo-testamento singolare di Donatella Gorini

Scrittrice, insegnante rigorosa e apprezzata, decana dei giornalisti pubblicisti dell’Emilia-Romagna, Donatella Gorini è scomparsa nell’ottobre scorso lasciando in eredità ai suoi lettori un romanzo della maturità, una sorta di racconto-testamento che rivela appieno il suo stile singolare.
È Il conformista romantico, un’opera calata nelle questioni “calde” degli anni che tratteggia e idealmente divisa in tre grandi frammenti narrativi.
Pubblicato da In.edit (www.ineditedizioni.it), il libro si dipana in quasi trecento pagine con una esposizione originale, intensa, coinvolgente. Le “gesta” del protagonista hanno sullo sfondo la Bologna degli anni Sessanta. Un’emozionante vicenda amorosa incrocia il dibattito sul divorzio, l’unificazione socialista, i primi moti studenteschi, tante

passioni pubbliche e private.
Il primo snodo del romanzo è autobiografico-personale e si delinea attraverso i dialoghi di un amore non gridato, interiore, quasi manzoniano che mette in primo piano una figura femminile “all’avanguardia” rispetto ai costumi del suo tempo. Il secondo riguarda l’impegno socio-politico e il mondo della scuola, mentre il terzo descrive una città in trasformazione e l’espansione delle periferie bolognesi.
Come sottolinea Roberto Zalambani nella quarta di copertina del volume: “Ancora una volta Donatella Gorini intreccia un’avvincente storia d’amore con la descrizione dell’ambiente e ci regala un’opera realistica venata di umorismo”.
Una modalità narrativa che l’autrice aveva inaugurato con il saggio-racconto La genesi dell’Europa. Emozioni e ricordi di viaggi politici (1952-1978), ma che costituisce l’orizzonte non dichiarato anche dei suoi sei libri precedenti, di carattere più romanzesco e comunque pervasi da un saldo e intenso impegno socio-politico.
Franca Silvestri
(28 maggio 2017)