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“Il gatto rosso” di Luciano Ceschia. Un racconto doc con aneddoti divertenti

Si intitola Il gatto rosso. Tasi picio, te prego il nuovo libro di Luciano Ceschia edito da Mgs Press. Un racconto singolare e gradevole, arricchito da numerosi aneddoti, che ripercorre un periodo di storia del nostro Paese. Una narrazione lieve e penetrante filtrata dallo sguardo di “un giornalista che ha avuto la possibilità di incidere nel suo ambiente” (per una decina d’anni come segretario generale della Fnsi ma anche come direttore di varie testate) con un bilancio riassumibile in poche parole: “pur rispettando le regole, mi sono divertito”.
È possibile piegare la propria vita agli stessi principi che si applicano al buon giornalismo, cioè rispondere sempre alle domande chi, come, dove, quando, perché?
“Raccontare sessant’anni di professione, da precario a direttore, nella tua città, nella

regione e poi in giro per l’Italia, portandosi dietro il bagaglio di contraddizioni di cui è imbevuta la tua radice di triestino, senza farne una biografia, tantomeno un’agiografia, valorizzando gli aneddoti che ammorbidiscono il tono e spesso rivelano la sostanza degli avvenimenti e delle persone: è la sfida affidata a questo libro nato dalle chiacchiere con gli amici”. È il cuore di un racconto singolare e disincantato che offre uno spaccato della professione giornalistica nel secondo Novecento.
Il soprannome “il gatto rosso” (affibbiatogli nel 1955 per il carattere e il colore dei capelli) e l’esortazione della madre (davanti ai ruderi di un paese carsico bruciato dai nazifascisti) introducono la storia di una crescita umana e professionale che passa attraverso il lavoro in Rai e nella carta stampata (al Gazzettino, ma anche come direttore del Piccolo e dell’Alto Adige) senza dimenticare le trattative come segretario nazionale del sindacato dei giornalisti.
Triestino, classe 1934, Luciano Ceschia è stato un protagonista di spicco della Fnsi negli anni ’70. Attualmente è presidente onorario dell’Associazione Stampa del Friuli Venezia Giulia. Le sue vicende sindacali, ma anche quelle politiche e professionali, attraversano le pagine del libro. Storie, episodi, ricordi, aneddoti. Ceschia racconta tutto: attività giornalistica, sindacato, vita privata. Dice che si è divertito, rispettando sempre le regole.
F.S.
(15 novembre 2016)