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La deontologia del giornalista: dalle Carte al Testo unico con un pizzico di etica in più

È in vigore dal 3 febbraio scorso il Testo unico dei doveri del giornalista e ora è disponibile il testo ufficiale a stampa con note e allegati. Scritto e commentato da Michele Partipilo (con un contributo di Franco Elisei sui minori), il volume entra nel vivo del nuovo “compendio” che ha raccolto il poderoso corpus deontologico della categoria cercando di armonizzare i precedenti documenti (15 carte, codici, vademecum, protocolli, glossari varati a partire dal 1988).

Il nuovo libro, intitolato La deontologia del giornalista. Dalle Carte al Testo unico, è uscito nella collana “Studiare da giornalista” del Centro di Documentazione Giornalistica e sostituisce il tomo sulla deontologia del kit realizzato per i colleghi che devono sostenere l’esame professionale. Ma è uno strumento indispensabile anche per i neo pubblicisti e per tutti coloro che vogliono tenersi aggiornati. Come ricorda l’autore, il volume “è dedicato a chi vede nel giornalismo un insostituibile strumento per la crescita della società”, adatto anche “a chi l’esame l’ha già dato, perché in questi anni il mondo è cambiato e diventa sempre più complesso raccontarlo nella maniera giusta, senza omissioni e senza esaltazioni”.
Una pubblicazione essenziale (l’unica ufficiale del Cnog) che analizza, spiega e semplifica con annotazioni e postille il Testo unico dei doveri del giornalista: “un punto di riferimento alto per chi voglia interpretare la professione secondo i canoni della verità, della correttezza e del rispetto delle persone. Tre principi sempre validi che non possono essere dimenticati o messi da parte in nome della concorrenza, della fretta per arrivare primi o dell’espandersi di nuove e più penetranti tecnologie”.
Un testo che vuole sollecitare “a riflettere e a interrogarsi perché in ogni momento c’è una sfida che i giornalisti devono affrontare per raccontare pezzi di quella Storia che incessantemente si costruisce attraverso i piccoli e grandi accadimenti quotidiani”. Perché “il giornalista ha il dovere di esercitare il suo senso critico, di sottoporre al vaglio della ragione gli eventi quotidiani, fermandosi a riflettere per cercare di capire”. Perché “i giornalisti non sono testimoni muti del loro tempo, ma è solo diventando voci critiche che realizzano il valore più alto della professione che hanno scelto di svolgere: un mestiere che è al servizio degli altri, soprattutto dei più deboli, altrimenti non ha ragione di esistere”.
La deontologia del giornalista. Dalle Carte al Testo unico arriva sette anni dopo l’ultima messa a punto dei volumi per la preparazione all’esame di Stato. “Sette anni in cui sono cambiati il mondo e la vita dei giornalisti, sempre più precari, sempre più sottopagati, sempre più sfruttati”. Lo sottolinea il presidente nazionale dell’Odg Enzo Iacopino precisando che, “c’era il dovere da parte dell’Ordine di adeguare a questa mutata realtà non solo i testi di studio, ma anche le regole, almeno per quello che è in nostro potere”. Perché “nel frattempo il mondo va avanti e le notizie si accavallano ponendo i giornalisti ogni giorno di fronte a nuovi interrogativi etici”. Ma la cosa giusta è “restare sempre dalla parte della verità dei fatti”.
Franca Silvestri
(29 aprile 2016)