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Libertà di stampa: l’Italia scende al 77esimo posto nella classifica 2016 di RsF

N’attendez pas qu’on vous prive de l’information pour la défendre! (Non aspettate di essere privati dell’informazione per difenderla!). È questo lo spirito che guida Reporters sans Frontières ma, anno dopo, la classifica che registra la “temperatura” della libertà di stampa nel mondo rileva nuove cadute e sconfitte.
L’Italia perde altri 4 “punti” nella graduatoria di RsF 2016 e scivola dalla 73esima posizione dell’anno scorso alla 77esima. Fanalino di coda in Europa, (che comunque rimane l’area in cui c’è maggiore tutela dei giornalisti), è seguita solo da Cipro (81esimo), Grecia (89esima) e Bulgaria (113esima).
Complessivamente la classifica stilata ogni anno dall’organizzazione internazionale su 180 paesi evidenzia un generale

peggioramento nelle condizioni di lavoro dei giornalisti rispetto al 2015, tra pressioni degli stati e degli interessi privati. In Italia, i giornalisti più esposti risultano quelli che indagano su corruzione e criminalità organizzata: il livello di violenza contro la stampa è “allarmante”, diverse decine di cronisti sono sotto protezione per minacce.
“Tutti gli indicatori della classifica mostrano un deterioramento”. Lo ha sottolineato il segretario generale di RsF Christophe Deloire precisando che “molte autorità pubbliche lavorano per recuperare il controllo dei loro Paesi e temono che il dibattito pubblico sia troppo aperto”. Insomma, sembra che ci sia una specie di “paranoia contro il legittimo esercizio del giornalismo” e un clima di paura “che comporta un odio crescente del dibattito e del pluralismo”.
L’area in cui i media sono più liberi è il Vecchio Continente, seguito dall’Africa che, per la prima volta dal 2002, anno in cui sono cominciate le rilevazioni di RsF, supera l’America, dove pesano soprattutto i tassi di violenza contro la stampa in continua crescita nel Sud America. L’Asia invece continua a essere il continente peggio valutato. La Finlandia continua a occupare il gradino più alto del podio dal 2010, alle sue spalle l’Olanda, che guadagna due posti, e la Norvegia, che scende in terza posizione. Chiudono Turkmenistan, Corea del Nord e Eritrea.
Altre info nel sito di RsF.
F.S.
(22 aprile 2016)