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Una convention europea sull’informazione per parlare di diritti e libertà

Beppe Giulietti di Articolo21e padre Francesco Occhetta s.i. di Civiltà Cattolica concordano su un punto: “è tempo di aprire in Italia e in Europa un’ampia discussione sui diritti e le libertà dell’informazione che riguardi insieme giornalisti e cittadini”.
L’idea ha preso corpo a Bari nell’ambito di un confronto pubblico sull’etica della professione giornalistica, promosso dall’Ucsi Puglia.
La complessità e le contraddizioni del nostro tempo, la gran mole di notizie messe in circolo a getto continuo dalla rete cross-mediale, l’assenza di analisi e la scarsa profondità del lavoro giornalistico minano la stessa credibilità delle notizie e indeboliscono il diritto all’informazione di tutti i cittadini.

Di qui l’urgenza di un dibattito ampio e profondo sui temi etici del giornalismo, troppo spesso scavalcati da un rispetto “burocratico “ delle norme deontologiche (slegate tra loro e non sempre rispondenti alle nuove problematiche etiche della modernità).
Per i due relatori, da tempo attenti ai temi della Mediaetica, “l’informazione forma, orienta, educa, consolida culture o ne accentua la crisi. Non può essere considerata semplicisticamente neutrale. Richiede discernimento, dialettica e sintesi per essere servizio alle persone e non alle idee. Richiede condivisione di principi e di valori tra le culture diverse che popolano il mondo contemporaneo”.
Dunque, il confronto pubblico su questi temi è urgente per uscire dalla “deriva” e tentare di riprendere la via virtuosa di un giornalismo ancorato ai fatti, rispettoso del linguaggio e delle persone, capace di scegliere con chiarezza tra bene e male, tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, di riconquistare la sua funzione sociale.
Queste alcune domande che si affacciano alla riflessione. I principi base della professione giornalistica sono da rifondare? In che modo? È sufficiente riformulare un codice unico della deontologia professionale assemblando le varie norme che si sono moltiplicate negli ultimi anni, o sono necessarie nuove motivazioni etiche che sappiano ridare senso al giornalismo in un’ottica di servizio alla persona e alla comunità del “villaggio globale”?
Giustizia e verità, competenza e responsabilità, legalità e indipendenza sono parole guida di cui oggi un giornalista forse non può fare a meno.
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F.S.
(23 settembre 2015)