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Versamenti previdenziali degli addetti stampa

Nei primi mesi del 2015 l’Inpgi ha recuperato i contributi di 19 giornalisti che lavorano come addetti stampa di grandi aziende private e enti pubblici locali: oltre un milione e mezzo di euro dalle casse dell’Inps è passato a quelle dell’ente previdenziale dei giornalisti. Il recupero è stato possibile semplicemente ottemperando a una norma di legge che stabilisce – a prescindere dal CCNL applicato – che i contributi relativi all’attività giornalistica debbano essere versati all’Inpgi. E ciò anche se il committente non è un editore. La norma riguarda, ovviamente, i contributi dei soli iscritti all’Albo (professionisti, pubblicisti e praticanti) purché, appunto, svolgano attività giornalistica.

Non si tratta di una nuova disposizione legislativa (l’obbligo risale al 1° gennaio 2001) ma pochi si sono adeguati anche se il passaggio non comporta oneri maggiori per le aziende (o gli enti pubblici e privati) che hanno in forza giornalisti.
Il recupero dei contributi erroneamente versati all’Inps (una stima indica fra i 3-4 mila il numero dei giornalisti in attesa di regolarizzazione) porterebbe nelle casse dell’Inpgi somme ingenti e i colleghi che lavorano come addetti stampa vedrebbero un ulteriore riconoscimento del loro status professionale.
A.G.
(3 settembre 2015)