Il peso delle parole: sessismo, omofobia e media
ISCRIZIONI APERTE DAL 22 NOVEMBRE
L’Ordine Giornalisti dell’Emilia-Romagna e La Fondazione dell’Ordine
in collaborazione con Gaynet, Arcigay Rimini “Alan Turing”, Rimini Summer Pride e AIGA Rimini Regione Emilia-Romagna (progetto “Radicare la parità”)
con il patrocinio dell’Unione Europea
lunedì 17 dicembre 2018
presso Sala del Buonarrivo
Corso d’Augusto, 231 – RIMINI
9,00 – 9,30 Registrazione dei partecipanti
9,30 – 13,30 Saluto di Giovanni Rossi (presidente Ordine Giornalisti Emilia-Romagna)
Relazioni:- Dalla televisione al web, una prospettiva storica dell’informazione sui temi Lgbti
Franco Grillini (giornalista) - L’importanza di un linguaggio non sessista e non omofobo
Alessandro Paesano (esperto di analisi dei media) - Le donne trans e il femminismo: nuove questioni
Delia Vaccarello (giornalista) - Donne e Chiesa cattolica alla luce del Sinodo sui Giovani: punto di svolta o equivoco mediatico?
Francesco Lepore (giornalista) - Omofobia e linguaggio giornalistico
Pasquale Quaranta (giornalista)
- obiettivo del seminario è studiare le forme comunicative che più spesso scaturiscono da un inconsapevole pregiudizio, dal luogo comune, dalle frasi fatte dominate dagli stereotipi correnti tanto sulle donne quanto sulle persone omosessuali e transessuali, frutto di un’atavica cultura maschilista e sessista. Molto spesso e inconsapevolmente, a partire dalle fonti e attraverso un’elaborazione comunicativa superficiale, si mantengono frasi allusive, forme irrispettose e inavvertitamente offensive. Non solo la cronaca nera è vittima di queste forme stereotipate (“la pista gay”, “gli ambienti omosessuali”, “i giri trans” o, sul versante sessista, titoli come “vittima dell’amore” e similari) ma anche le notizie che vengono riproposte in rete, dove è purtroppo sempre più stringente e competitiva la caccia al clic. Un esempio classico è la confusione fra coppie di fatto e unioni civili, o quella tra outing e coming out. Le notizie che riguardano le persone Lgbti sono sempre più presenti nel panorama comunicativo e meritano attenzione e rispetto, non soltanto perché incidono concretamente sulla quotidianità di un insieme di persone, ma anche perché, se date in modo sbagliato, possono contribuire a diffondere una visione diffidente e discriminatoria dell’omosessualità e della sessualità in generale, oltre che perpetrare una cultura maschilista che costituisce uno dei principali fondamenti dell’omofobia e di una discriminazione sessista
POSTI DISPONIBILI: 50
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