Orientamenti sessuali e Media
ISCRIZIONI APERTE DAL 18 APRILE
L’Ordine Giornalisti dell’Emilia-Romagna e La Fondazione dell’Ordine
in collaborazione con Gaynet e Assessorato alle Pari Opportunità – Comune di Reggio Emilia
venerdì 11 maggio 2018
presso Palazzo Renata Fonte
via Emilia San Pietro, 12 – REGGIO EMILIA
9,00 – 9,30 Registrazione dei partecipanti
9,30 – 13,30 Saluti istituzionali di Giovanni Rossi (presidente Ordine Giornalisti Emilia-Romagna) e di Natalia Maramotti (assessora Pari Opportunità – Comune di Reggio Emilia)
Relazioni:
- Dalla televisione al web, una prospettiva storica dell’informazione sui temi Lgbt
Franco Grillini (giornalista) - L’importanza di un linguaggio non sessista e non omofobo
Alessandro Paesano (esperto di analisi dei media) - Il “decoro” nella storia e l’annoso dibattito sul “Pride”
Valerio Mezzolani (giornalista) - Le persone Lgbt e le Chiese: un altalenante rapporto tra conservazione dottrinaria e volontà di inclusione
Francesco Lepore (giornalista) - Case history: le unioni civili sui media
Pasquale Quaranta (giornalista) - Discriminazioni e diritti civili nella provincia di Reggio Emilia
Alberto Nicolini (presidente Arcigay Reggio Emilia)
- obiettivo del seminario è studiare le forme comunicative che più spesso scaturiscono da un inconsapevole pregiudizio, dal luogo comune, dalle frasi fatte dominate dagli stereotipi correnti sulla collettività omosessuale e transessuale. Molto spesso e inconsapevolmente, a partire dalle fonti e attraverso un’elaborazione comunicativa superficiale, si mantengono frasi allusive, forme irrispettose e inavvertitamente offensive. Non solo la cronaca nera è vittima di queste forme stereotipate (“la pista gay”, “gli ambienti omosessuali”, “i giri trans”) ma anche le notizie che vengono riproposte in rete, dove è purtroppo sempre più stringente e competitiva la caccia al clic. Un esempio classico è la confusione fra coppie di fatto e unioni civili, o quella tra outing e coming out. Le notizie che riguardano le persone Lgbt sono sempre più presenti nel panorama comunicativo e meritano attenzione e rispetto, non soltanto perché incidono concretamente sulla quotidianità di un insieme di persone, ma anche perché, se date in modo sbagliato, possono contribuire a diffondere una visione diffidente e discriminatoria dell’omosessualità e della sessualità in generale, oltre che perpetrare una cultura maschilista che costituisce uno dei principali fondamenti dell’omofobia
POSTI DISPONIBILI: 50
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