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Rimini vs Hate Speech: tavola rotonda su odio online e violenza verbale in rete

ISCRIZIONI APERTE DAL 1° NOVEMBRE

L’Ordine Giornalisti dell’Emilia-Romagna e La Fondazione dell’Ordine

in collaborazione con DIG|Documentari Inchieste Giornalismi), Comune di Rimini e Osservatorio su Criminalità e Sicurezza Provincia di Rimini

giovedì 7 dicembre 2017

Presso Sala del Giudizio – Museo della Città
via Tonini, 1 – RIMINI

PROGRAMMA

20,30 – 21,00 Registrazione dei partecipanti

21,00 – 23,00 Relazioni di:
  • Giovanni Ziccardi (giurista, scrittore, appassionato di criminalità informatica, hacking, diritti di libertà, investigazioni e dissidenti digitali, di legal-thriller e del rapporto tra diritto e letteratura)

  • Marina Pirazzi (sociologa, consulente, legale rappresentante Extrafondente Bologna)

  • Federico Ruffo (giornalista, autore e conduttore di RAI 3 e della trasmissione “Far Web, i guerrieri della rete” un viaggio-inchiesta sulle varie forme di scontro digitale)

OBIETTIVI E COMPETENZE DA ACQUISIRE
  • partiamo dal presupposto che chiunque usi i social network si è imbattuto, almeno una volta, anche solo per sbaglio, in un hate speech, l’odio verbale che rappresenta ormai una realtà che non si limita solo alla dimensione virtuale di Internet, ma ha conseguenze nella “vita vera”, quella di tutti i giorni, che per molti osservatori si dovrebbe tenere ben staccata dall’attività sui social network. E purtroppo non possiamo negare che internet abbia dato maggiore visibilità al fenomeno dell’hate speech verso migranti, rifugiati e minoranze
  • Cosa possiamo fare per isolare chi impreca, offende, usa violenza verbale contro l’altro, lo straniero, il diverso?
  • Le leggi attuali sono sufficienti a tutelare i cittadini?
  • I media hanno delle responsabilità?
  • Esistono regole per capire quando la libertà di parola diventa offesa?
  • Quali sono i limiti invalicabili?
  • A partire dall’odio verso gli stranieri, scatenato in rete in seguito al tragico stupro dello scorso agosto i relatori cercheranno di rispondere alle domande. Educare alla legalità e alla sicurezza significa elaborare e diffondere la cultura dei valori civili. La legalità aiuta a comprendere come l’organizzazione della vita personale e sociale si fondi su un sistema di relazioni giuridiche, e sviluppa la consapevolezza che condizioni quali dignità, libertà, solidarietà, sicurezza non possano considerarsi acquisite una volta per tutte, ma vanno perseguite, volute e, quando conquistate, protette. Ruolo privilegiato dove poter sviluppare tali concetti, che costituiscono la base della convivenza civile è quello dei media

POSTI DISPONIBILI: 100
EVENTO GRATUITO

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