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Addio a Romano Bedetti. Cantore appassionato e cortese del calcio riminese

Romano Bedetti, a soli 22 anni, mise un piede in Rai. Con in tasca la maturità classica fece l’informatore dalla riviera (400 lire a notizia) e realizzò servizi per la radio, stringendo amicizia con Achille D’Amelia e Italo Cucci. Ma è il 5 dicembre 1971 che fece il suo ingresso nella storia della Tv italiana.

Per la prima volta infatti una Tv privata propose la telecronaca di una partita di calcio. Si trattava di Rimini-Spal. E al microfono c’era Romano Bedetti. Da quel momento e per cinque campionati, Bedetti seguì la Rimini Calcio ovunque con Babelis Tv (dalle iniziali dei fondatori Bagnolini, Bedetti, Liuzzi e Soci). Tutti uniti da due grandi passioni: lo sport e il cinema. L’originale compagnia si era infatti formata nelle serate del vivace Cinefotoclub Rimini, nato il 22 maggio 1967.
Bedetti, che di professione faceva il bancario al Credito Romagnolo, si era già messo in luce con alcuni film, fra cui I nuovi santi (1967) girato in gran parte all’Altro Mondo. Il Resto del Carlino lo definì “un’inchiesta sul mondo dei capelloni”. Un film che fece un pieno di premi e che confermava Rimini, come città che anticipava mode e tendenze e che consacrava Bedetti come intervistatore attento e non sprovveduto. Ma l’illuminazione a Bedetti venne quando vide nella vetrina del negozio del fotografo Soci, una telecamera Akay, a nastro, da un quarto di pollice, in bianco e nero: “Facciamo una Tv via cavo e trasmettiamo le partite del Rimini Calcio!”. Era la stagione dello Spadoni supercannoniere e lo stadio si riempiva in ogni suo gradino. E poi arrivò a Rimini, pure il mago Helenio Herrera e Rimini visse un secondo Rinascimento, dopo quello dei Malatesta. E Bedetti diventò il grande narratore di quella stagione, prima a Babelis Tv poi a Radio Rimini quindi in Tv con Telegabbiano fino al 1987, poi dal 1988 al 1994 responsabile della redazione sportiva di TeleSanmarino.
Gli ultimi anni li trascorse a San Marino RTV pronto ad approfondire con Biancorosso e… ogni aspetto del calcio. Sempre con la sua inconfondibile voce, il suo stile appassionato ma garbato, magari ironico, ma mai sopra le righe. Bedetti non dimenticò mai l’altro amore, la carta stampata: il 5 novembre 1982 arrivò anche l’agognato tesserino da giornalista pubblicista. Per anni collaborò con Il Resto del Carlino e per qualche tempo con La Voce di Romagna ed altre testate. La maturità e gli studi classici lo portarono ad appassionarsi all’archeologia. Nacquero così anche alcuni libri come Domus Romana, i tesori e i misteri del chirurgo o Rimini, la città sepolta. Insieme a volumi ricchi di ricordi e aneddoti della Rimini dal secondo dopoguerra fino agli anni Sessanta, come Riminesi perbene o La bici di Bepi con gli anni del boom economico e degli alberghi cresciuti a sudore e cambiali.
Una lunga malattia lo ha sottratto a quasi 82 anni, alla famiglia: la moglie Renata e i due figli Andrea e Gianmarco e ai tantissimi che gli hanno voluto bene e a cui mancheranno il suo stile sobrio, mai saccente, il suo sorriso, i suoi consigli, il suo garbo. Davvero un “Riminese perbene”.
Giorgio Tonelli
(3 giugno 2019)