Fondazione Odg Emilia-Romagna: il Direttore della Formazione Claudio Santini analizza il triennio Fpc 2014-2016 rispetto ai nuovi dati forniti dalla Sigef dopo il periodo di proroga (che si è protratto per tutto il 2017)
È già iniziato il 2018 ovvero l’anno due del secondo triennio valido per la Formazione Professionale Continua dei giornalisti, ma l’Odg regionale e la sua Fondazione (che si occupa dell’organizzazione di tutti gli eventi offerti ai colleghi), ancora devono fare i conti con il triennio 2014-2016 (prorogato per tutto il 2017), poiché numerosi giornalisti non hanno assolto l’obbligo formativo oppure hanno provveduto solo parzialmente o in modo impreciso ad acquisire i crediti previsti dalla legge.
Prima di analizzare “le cifre” del 2017 e fotografare lo stato attuale della Fpc (a breve seguirà un report dettagliato) il Direttore della Formazione Claudio Santini propone un’analisi ragionata dei dati fin qui riportati dalla Sigef per fare il punto della situazione e segnalare i provvedimenti che l’Odg dovrà adottare nei confronti degli “inadempienti”.
Ricordiamo soltanto che nel 2017 l’Ordine dell’Emilia-Romagna e la Fondazione Odg hanno proposto 158 seminari – distribuiti in numerose località della regione, in gran parte realizzati con la collaborazione di istituzioni, associazioni, realtà del territorio – e che nel 2018 hanno già in programma diversi eventi formativi su questioni “urgenti” della professione, tematiche di attualità, aspetti di interesse della vita civile.
Oltre 1.000 giornalisti dell’Emilia-Romagna (prevalentemente pubblicisti) non risultano ancora in regola con i 60 crediti formativi alla data del 31 dicembre 2017, termine ultimo, fissato dalla proroga, per ottemperare all’obbligo di legge previsto per il triennio 2014-2016. Il dato è ancora fluttuante (perché soggetto a riscontri tuttora in corso) ma già sufficientemente indicativo del quadro regionale determinato dalla legge 148 del 2011 che fa riferimento a un nostro bacino di 6.419 iscritti all’Ordine sottoposti al dovere di frequenza ai corsi e ai seminari: 1.699 professionisti e 4.720 pubblicisti.
Il rimando del rendiconto per il recupero ha nello stesso tempo incrementato la percentuale di coloro che sono rientrati in regola: quasi il 72 per cento e specificamente 4.576 (1.326 professionisti e 3.250 pubblicisti).
Ma torniamo a coloro che risultano fuori quota minima e che dunque al momento rappresentano un potenziale problema. Si tratta di 373 colleghi professionisti (che praticano il giornalismo come lavoro esclusivo e continuativo) e di 1.475 pubblicisti (che lo svolgono in forma non occasionale e retribuita, ma assieme ad altre professioni o impieghi).
Dai dati finora deducibili dalla piattaforma Sigef (Sistema informatizzato gestione formazione)
risulta che 780 sono a crediti zero, 254 ne hanno da 1 a 20, 300 da 21 a 40, 227 da 41 a 59. Si devono aggiungere agli inadempienti i 287 che hanno raggiunto sì i 60 crediti, non comprensivi però degli almeno 20 deontologici.
Tirando la somma alla calcolatrice risulta evidente che “gli oltre mille” – ai quali abbiamo fatto cenno all’inizio – sono quasi il doppio, ma è opportuno far presente che le verifiche sugli inadempienti sono ancora in corso perché ci possono essere stati dei ritardi, ad esempio, nelle comunicazioni di coloro che sono entrati in quiescenza e non sono stati ancora segnalati come tali e su coloro che risultano iscritti all’Ordine da più di trent’anni ma sono inattivi. C’è infine la prevedibile fascia dei ritardatari nella comunicazione delle condizioni previste dalla legge per l’esenzione: 1) maternità o congedo parentale, 2) malattia grave o casi di documentato impedimento derivante da accertate cause oggettive, 3) assunzione di cariche elettive per le quali la vigente legislazione prevede la possibilità di usufruire di aspettativa dal lavoro per la durata del mandato.
Nella prospettiva del recupero degli inadempienti, l’Ordine sta provvedendo all’invio di comunicazioni che prevedano risposte con autocertificazioni e solo dopo tale ultima verifica potrà stilare l’elenco degli “evasori” per i quali la legge e i regolamenti prevedono l’intervento del Consiglio territoriale di disciplina. E non c’è procedura alternativa perché nessun altro possibile sviluppo è stato inserito (come alcuni si aspettavano) nelle norme attuative della legge sull’editoria (che pure hanno diminuito il numero dei consiglieri nazionali dell’Ordine ed imposto loro la posizione attiva Inpgi). Allora: richiamo, censura, sospensione, radiazione con adeguatezza e proporzione alla violazione deontologica commessa come ha indicato il competente Ministero della Giustizia. Sarà un lavoro impegnativo per l’Ordine regionale che dovrà trasmettere i casi al Consiglio territoriale di disciplina e per l’organo di autogoverno deontologico che dovrà aprire addirittura centinaia di “cause”. Sarà anche una spesa non indifferente per la categoria che dovrà sostenere i costi per la gestione dei fascicoli, le comunicazioni formali delle contestazioni, le notifiche dei provvedimenti.
In questo contesto si prospetta inoltre la necessità di un raccordo e di un indirizzo nazionale per evitare l’inconveniente di possibili squilibri regionali fra indirizzi rigorosi e tendenze tolleranti.
Insomma questo 2018 sarà un anno molto impegnativo per le conseguenze dipendenti dalla legge sulla formazione obbligatoria: quasi un banco di prova per la riaffermazione o la crisi dell’Ordine stesso.
Al di là degli aspetti negativi o problematici ai quali finora abbiamo fatto cenno, la legge 148 del 2011 ha rappresentato un indubbio passo in avanti nel campo della preparazione giornalistica. I corsi e i seminari hanno infatti favorito l’acquisizione di nozioni, ad esempio, sulle nuove tecnologie, hanno aggiornato sulle norme di legge entrate in vigore recentemente e hanno indotto a una riflessione sul Testo unico deontologico adottato nel febbraio del 2016.
Nel triennio 2014-2016 i corsi e i seminari sono stati ben 411: specificamente 75 nel 2014, 160 nel 2015, 176 nel 2016 dei quali 100 interamente deontologici. Se ne devono aggiungere 158 nel 2017 e 7 nel 2018 che hanno permesso l’inizio del nuovo triennio per coloro che erano già in regola e il recupero per i ritardatari. È stato un programma didattico di grande impegno che in Emilia-Romagna ha visto la collaborazione fra l’Ordine e la Fondazione Odg.
Claudio Santini
Direttore alla Formazione della Fondazione Odg Emilia-Romagna
(14 gennaio 2018)