Va pensiero: all’Arena del Sole di Bologna la storia di un vigile “scomodo”
Realtà, idealità, finzione: in teatro tutto è possibile. Persino raccontare la vicenda di un vigile che per amore di verità e giustizia si fa licenziare dal Comune per cui lavora. Questa in sintesi la storia di Va pensiero in scena dal 22 al 25 febbraio all’Arena del Sole di Bologna (via Indipendenza, 44).
Lo spettacolo, ideato e diretto da Marco Martinelli e Ermanna Montanari, è una produzione di Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro delle Albe/Ravenna Teatro.
Una creazione corale che racconta “la storia di un vigile licenziato perché scriveva storie che non piacevano al suo sindaco” e mette in luce il “pantano” dell’Italia di oggi in relazione alla “speranza” risorgimentale inscritta nella musica di Giuseppe Verdi. Il testo si ispira a un fatto di cronaca: “il vigile urbano di una piccola città dell’Emilia-Romagna si fa licenziare pur di mantenere la propria integrità di fronte agli intrecci di mafia, politica e imprenditoria collusa capaci di avvelenare il tessuto sociale della regione che ha visto nascere il socialismo e le cooperative”. Un nuovo affondo drammaturgico di Martinelli sulla patria amata, perché si ritrovi il senso di parole come “democrazia” e “giustizia”. In scena l’ensemble del Teatro delle Albe insieme ad altri attori ospiti e un coro che esegue alcuni brani dalle opere verdiane.
Come spiega Martinelli, “Va pensiero prende spunto da un episodio realmente avvenuto, quello del vigile urbano di Brescello Donato Ungaro: lui è stato la prima fonte di questo lavoro, è stato fondamentale ascoltarlo per sentire il suo punto di vista su tutta la vicenda. I nostri modelli sono poi stati Giuseppe Verdi, il romanzo dell’Ottocento (modello narrativo, non teatrale) e Charles Dickens. Abbiamo pensato a Dickens, perché nel suo grandioso raccontare la Londra nera e cupa, la Londra degli assassini, del malaffare e della prostituzione, riesce sempre a trovare il modo di far entrare la luce”.
Va pensiero racconta “quanto possa essere insinuante e strisciante la corruzione della mafia o della ‘ndrangheta nel tessuto sociale della nostra regione. Sono stati trasformati i nomi dei protagonisti: quindi il vigile urbano dello spettacolo non si chiama Donato Ungaro, ma Vincenzo Benedetti, lui non combatte contro un sindaco, come nel caso di Brescello agli inizi del duemila, ma contro una sindaca, e per questo la si può definire un’opera di fantasia, come quelle di Dickens, o di Dostoevskij, che partivano da articoli di giornale per costruire un affresco più grande”.
La tournée di Va pensiero prosegue dall’1 al 4 marzo al Teatro Bonci di Cesena.
Franca Silvestri
(20 febbraio 2018)