La prestigiosa pubblicazione Psicologia e Lavoro festeggia il cinquantesimo. Il ritratto del suo fondatore Enzo Spaltro nella significativa riflessione su futuro e formazione del vicepresidente dell’Odg Emilio Bonavita
Sono cinquant’anni dalla fondazione della rivista Psicologia e Lavoro, un trimestrale fondato nel 1968 dal professor Enzo Spaltro (oggi splendido ottantanovenne), mio professore all’università nei lontani anni settanta e maestro.
Cinquant’anni di ricerche e articoli dedicati al mondo del lavoro inteso non meramente nell’accezione delle relazioni industriali, ma approfondito e sviluppato intorno allo studio di tutte le componenti “umane” che entrano in gioco in riferimento al mercato del lavoro. Una storia che ha visto susseguirsi negli anni i commenti e le valutazioni sulle varie teorie, relative a questi temi, che di volta in volta si sono affacciate agli onori della cronaca.
Rammento una mirabile intervista del giornalista Spaltro, nel febbraio del 1969, a Giacomo Brodolini, allora Ministro del Lavoro, che fu l’artefice della proposta di legge poi approvata dopo la sua morte (si spense nel luglio di quell’anno) sullo Statuto dei Lavoratori, approvato definitivamente dalle Camere il 20 maggio del 1970.
Una storia editoriale che parte da lontano e che ha preso in considerazione tutto quel nutrito gruppo di teorie di psicologia del lavoro che il Professore ha sviluppato e portato avanti con una incredibile visione prospettica. Una rivista che è stata capace di portare in evidenza quei segnali che, pur in apparenza “deboli”, si sono susseguiti nel tempo e hanno rimodulato il mercato del lavoro. Dallo studio dei rapporti di coppia ai piccoli gruppi, per passare poi ai grandi gruppi, ai circoli di qualità degli anni ’80, che hanno caratterizzato i rapporti aziendali di quel periodo. Il tutto sostenuto dalla formazione che è sempre stata un riferimento importante e indispensabile per progettare il futuro; è la formazione che (sono parole di Spaltro) “crea valore come traghettatore da una cultura a un’altra, per uscire dalla palude del presente spesso complesso e misterioso, per saper affrontare il mistero senza trasformarlo in segreto. La formazione serve ad attraversare il deserto della ripetitività di quello che si lascia per paura di quello che si trova. La formazione permette di generare valore condiviso ed è quindi un moltiplicatore di valore, un acceleratore di benessere che si può trasformare in bellessere”.
In relazione proprio a quest’ultimo concetto, uno dei temi ultimamente analizzati nella rivista stessa è quello delle attività che contribuiscono al “bellessere”, nella sua dimensione non tanto di benessere economico quanto soprattutto intellettuale e psichico.
Nel suo ultimo libro Un Futuro Bello Enzo analizza alcune modalità per affrontare e progettare il Futuro “passando dalla cultura delle guerre alla cultura delle connessioni. Questo incrocio ha permesso di proporre due poli di un problema, quello espressivo e benestante, definibile come la bellezza del futuro e quello repressivo e malestante, definibile come il futuro della soggettività. Il problema comprende i modi in cui la soggettività si svilupperà nel tempo che stiamo vivendo nel passaggio da una cultura bellica a una connettiva. Ma comprende anche i modi in cui questo apprendimento di nuove culture viene osteggiato e represso. L’analisi di questo incrocio ha permesso anche di individuare tre concetti, apparentemente lontani uno dall’altro, ma sostanzialmente sinonimi. I tre concetti che oggi hanno rilevanza sia nella formazione del futuro che nel futuro della soggettività, sono quelli di gruppo, bellezza e futuro”.
È proprio su questi concetti che si è incardinato il lavoro della nostra Fondazione con il supporto dell’Ordine regionale, operando sulla progettazione del futuro. Uno degli strumenti principe non può che essere la Formazione permanente e continua di tutti i giornalisti: è con la formazione che progettiamo e poniamo le basi del nostro futuro e di quello della professione giornalistica più in generale. Con questo intento, mi preme sottolineare che dal 2014 abbiamo proposto ai nostri colleghi più di 700 corsi gratuiti spalmati su tutto il territorio regionale.
Buon compleanno rivista Psicologia e Lavoro!
Emilio Bonavita
(16 settembre 2018)