Dalle pagine del quotidiano Libero una pessima prova di giornalismo. Le persone vanno rispettate, sempre, anche nel dissenso. La nostra deontologia è chiara e va seguita
Ancora una volta Libero scrive una (prima) pagina raccapricciante di “giornalismo”. E ancora una volta se la prende con uno dei suoi obiettivi preferiti, insieme a immigrati e omosessuali: le donne. A farne le spese, stavolta, è Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che ha ispirato milioni di ragazzi, scesi in piazza in tutto il mondo contro il cambiamento climatico. Ma per Libero Greta è una “rompiballe”, come è stata definita nel titolo d’apertura del 18 aprile in occasione dell’incontro della ragazza col Papa.
E nell’occhiello riesce a fare di peggio: “Vieni avanti, Gretina”, una frase che suona molto, troppo, simile, al titolo di un noto film italiano e che sembra alludere alla sindrome di Asperger diagnosticata a Greta. Insomma, in sole due righe sono state pesantemente violate diverse regole deontologiche che dovrebbero sempre guidare il lavoro del giornalista. Anche perché Thunberg, non dimentichiamolo, è una minore: e in questi casi l’informazione è tenuta a osservare precauzioni ancora più stringenti.
L’Osservatorio esprime tutto il proprio sdegno per l’ennesimo, inconcepibile, titolo di Libero e condivide la posizione del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti che, tramite il presidente Carlo Verna, ha annunciato l’intenzione di utilizzare “tutti gli strumenti possibili affinché episodi come quello di oggi e dei giorni scorsi non si ripetano”. Allo stesso tempo, l’Osservatorio spera che la convocazione del direttore del quotidiano da parte dell’Ordine della Lombardia gli faccia comprendere che le regole valgono per tutti e non possono essere così sguaiatamente violate. Anche perché il danno è all’intero del sistema dell’informazione, fatto nella maggior parte dei casi di professionisti che ogni giorno lavorano con serietà e dedizione, ma che inevitabilmente dall’opinione pubblica finiscono per essere associati a questi comportamenti inaccettabili.
Infine, una riflessione personale. Al di là di come la si pensi sul cambiamento climatico, Greta Thunberg è una ragazza che conduce con fermezza una battaglia in cui crede. Ogni giorno raccontiamo di giovani che prendono strade diverse, pericolose, e quasi ci accaniamo a voler descrivere quella di oggi come una generazione di ignoranti per difendere, a volte, solo delle rendite di posizione. Bisognerebbe, invece, avere più rispetto per questi adolescenti che hanno degli ideali, potrebbero aiutarci a ritrovare quelli che noi abbiamo perso. C’è, poi, chi pensa che condividere sui social lo sdegno per la pagina di Libero non sia altro che pubblicità per la testata. Ebbene, si tenga presente che proprio le proteste sul web hanno convinto un inserzionista del quotidiano a ritirare la pubblicità. Ed è il secondo caso in tre mesi. È triste dirlo, ma se le regole deontologiche non sono sufficienti, forse la perdita di incassi potrà portare Libero sulla retta via.
Emilia Vitulano
Responsabile dell’Osservatorio sulla professione
Consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna
(23 aprile 2019)