Sacerdoti “di periferia” di grande cultura e umanità nella raffinata ricostruzione storico-geografica di Quinto Cappelli
Nel nuovo libro del giornalista forlivese Quinto Cappelli Le radici di una vocazione, edizioni San Paolo, con sottotitolo “I primi maestri del card. Bassetti: don Pietro Poggiolini e don Giovanni Cavini”, l’autore tratteggia in un percorso geografico e anche storico l’opera di preti di periferia, sacerdoti in mezzo alla gente sui monti della Romagna Toscana, che in questa terra sanguigna hanno attraversato avvenimenti storici, politici, culturali ed ecclesiali dagli ultimi decenni dell’Ottocento alla prima metà del Novecento, montanari di grande cultura e umanità che hanno saputo influenzare tanti giovani. In particolare il volume racconta, attraverso ricerche d’archivio e interviste ai testimoni, uno spaccato di Chiesa italiana dove si è formato il ragazzo e il giovane Gualtiero Bassetti, originario di Marradi, sopra Faenza fra Romagna e Toscana, e i preti che stanno alle radici della sua vocazione, don Pietro Poggiolini (nella diocesi romagnola di Modigliana) e don Giovanni Cavini (nella diocesi di Firenze).
La presentazione del libro è avvenuta online il 15 marzo, a cura della Libreria San Paolo Laterano di Roma, e insieme all’autore sono intervenuti il card. Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, e il direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio, moderati dal giornalista forlivese Alessandro Rondoni, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Bologna e della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna.
«Questo libro – ha affermato Rondoni introducendo la presentazione – racconta le radici di una vocazione che è sempre fatta di incontri storici, di volti e di persone, e Cappelli tratteggia un percorso geografico, ma anche storico, di preti “di periferia” che vivono in mezzo alla gente, in frontiera, che hanno vissuto passaggi importanti. Preti “montanari”, di solida fede, di grande cultura e umanità, che hanno saputo influenzare tanti giovani. Un libro che racconta storie di bene, come chiede Papa Francesco a noi giornalisti, e che non guarda al passato ma ai cambiamenti che anche oggi riguardano la Chiesa».
Cappelli, già insegnante a Milano e in Romagna, giornalista de “il Resto del Carlino”, di “Avvenire” e di altre testate, autore di diversi libri, originario di Portico di Romagna, in queste terre del “crinale dell’Italia”, nel volume presenta un mosaico di tanti sacerdoti che come don Milani hanno formato ed educato molti giovani. «Erano gli unici – ha ricordato l’autore durante la presentazione – che davano giornali e libri da leggere ai ragazzi che poi da quello sono arrivati a laurearsi alla Cattolica di Milano» come è accaduto anche a lui. Cappelli ha anche ripercorso i motivi per cui ha scritto questo libro. «Il primo – ha detto – è l’amicizia con il card. Bassetti, che ho conosciuto in occasione della presentazione di un altro mio testo. Il secondo motivo è di ordine storico e geografico: l’Italia è fatta per oltre il 70% di zone collinari e montuose, ma sia la storia civile sia quella ecclesiale tante volte si dimenticano di questi territori. Il terzo è che da queste zone sono uscite tante personalità, come don Milani, il card. Bassetti e i preti raccontati nel libro».
E a proposito di questi sacerdoti, Tarquinio ha parlato di «preti di profonda cultura e fede», aggiungendo che «erano figli del popolo e vivevano fra il popolo, persone nate in mezzo alle difficoltà della loro gente, capaci di capire e di restituire attraverso il proprio ministero. E sapevano essere uomini del convivio, del cenacolo. Sempre c’era un desco dove si condivideva il pane della mente e del corpo, e c’era una cultura che precedeva quella libresca e rendeva tutto più luminoso».
Il card. Bassetti ha poi ricordato che la sua vocazione è nata proprio grazie all’esempio e alla testimonianza di quei preti. «La vocazione – ha detto il presidente della Cei – che ho sempre ritenuto il dono più grande che Dio mi ha fatto non scende dal cielo come un panierino, è fatta di incontri, contatti, parole, sguardi, rimproveri, sorrisi, è fatta soprattutto da qualcuno che quella vocazione l’ha accolta e vissuta. Un prete presuppone sempre un altro prete, è così che il Signore ti fa capire quello che vuole da te».
Nelle 400 pagine del libro sono raccolte anche testimonianze, interviste e raccontati i percorsi di impegno sociale di chi ha dato vita a scuole e a casse rurali, circoli giovanili e iniziative di formazione religiosa, sociale e politica. «L’umanità di questi sacerdoti, la semplice capacità di accoglienza concreta, la passione per la promozione sociale, culturale e cristiana delle persone loro affidate, è stata la porta attraverso la quale è passato il Vangelo ed è passata anche la vocazione di Gualtiero Bassetti» ha scritto nella presentazione del libro mons. Erio Castellucci, originario di Forlì, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi.
Maria Depalma
(1 maggio 2021)