Chi fa informazione non rappresenta una minaccia. Il caso di Ines Conradi
L’informazione è un bene comune e come tale va difeso. Si è finalmente conclusa una vicenda giudiziaria che ha visto coinvolta l’operatrice di Telereggio Ines Conradi, una vicenda che si è conclusa positivamente ma con tanta fatica e altrettante contraddizioni. L’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna ha seguito fin dall’inizio l’iter giudiziario, per evidenziare la necessità di tutelare tutti gli operatori dell’informazione, perché svolgono un servizio nell’interesse del pubblico.
Il 19 ottobre 2014, a Carpineti, l’operatrice di Telereggio Ines Conradi fu aggredita da due persone mentre realizzava riprese sul luogo di un incidente stradale. Ne è seguita una lunga vicenda giudiziaria, con due sentenze arrivate in questi giorni.
La prima è stata emessa dalla Quarta sezione penale della Corte d’Appello di Bologna. Riformando la sentenza di primo grado, la Corte ha condannato gli aggressori di Ines in sede civile, ma li ha assolti sul piano penale. Ines ha registrato con la sua telecamera tutto l’episodio, dall’inizio alla fine. Nella registrazione si vedono e si sentono due persone che cercano di impedirle di fare il suo lavoro: Elisabetta Severi con calci e spintoni, il padre Carlo Emore Severi con minacce di morte pronunciate coltello alla mano. Nel video non c’è traccia, invece, dello schiaffo che Ines avrebbe dato a Elisabetta Severi. Eppure, nella sentenza della Corte d’Appello di Bologna, proprio quello schiaffo diventa una reazione “sproporzionata”, per cui “la condotta di Elisabetta Severi e del padre può essere collocata nella legittima difesa contro l’aggressione sproporzionata della Conradi”.
L’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna ribadisce che chi fa informazione, presentandosi con una telecamera e rendendo evidente il proprio ruolo, non rappresenta una minaccia ma svolge un servizio utile all’opinione pubblica e ricorda che le minacce ai giornalisti hanno subito un’impennata negli ultimi anni.
Sulla vicenda c’è stata una seconda sentenza, con cui il Tribunale di Reggio Emilia ha assolto Ines dall’accusa di avere dato uno schiaffo a Elisabetta Severi. Una sentenza nella quale il giudice scrive che “di tale schiaffo non vi è prova nel video” e che ha riportato la vicenda sui corretti binari, affermando il principio che chi fa informazione nel rispetto delle regole va difeso. E tutti devono fare la propria parte, a cominciare dalle istituzioni. Va in questa direzione la proposta fatta da Ordine dei Giornalisti e Fnsi di modifica dell’art.612 del codice penale al fine di introdurre l’aggravante per quanto riguarda la minacce rivolte a giornalisti o tele-cineoperatori nell’esercizio delle loro funzioni.
(17 dicembre 2022)