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Bologna ha dedicato a Miran Hrovatin il Giardino del Complesso di Santa Cristina

Il Giardino del Complesso di Santa Cristina, in Piazzetta Morandi a Bologna, è stato intitolato a Miran Hrovatin. Lo ha deciso il Consiglio del Quartiere Santo Stefano, nella seduta del 18 gennaio scorso, per mantenere vivo il ricordo del cineoperatore triestino, assassinato nell’attentato del 20 marzo 1994 a Mogadiscio, in Somalia, insieme alla giornalista Ilaria Alpi (alla quale è dedicato un altro Giardino di Bologna, in via Emilia Ponente di fianco all’Ospedale Maggiore).

Dopo avere fondato e lavorato per l’agenzia Videoest di Trieste, Hrovatin è stato assunto in Rai. Ha raccontato la guerra dei Balcani degli anni ’90: nel suo lavoro ha sempre avuto grande attenzione per i più deboli, sfidando i divieti per portare a Sarajevo soccorsi umanitari e aiutare tante persone a fuggire dalla città devastata dal conflitto. Durante quell’esperienza ha conosciuto Ilaria Alpi, con la quale ha realizzato numerosi reportage di guerra. Nel 1994 era a Mogadiscio come cineoperatore insieme alla giornalista, inviati dalla Rai a seguire per il Tg3 il ritiro del contingente militare italiano dalla missione internazionale Restore Hope e per approfondire alcune notizie sul traffico di rifiuti tossici, tra cui l’uranio, su cui Ilaria Alpi stava redigendo un dossier.

Il 20 marzo 1994, proprio il giorno nel quale era previsto il ritiro dei militari italiani, Miran Hrovatin e Ilaria Alpi sono stati uccisi. Probabilmente si è trattato di una esecuzione, di un duplice omicidio organizzato, su cui a distanza di trent’anni rimangono molte incognite e ancora non sono stati individuati i veri colpevoli e mandanti.

Il Complesso di Santa Cristina, sede del Master in Giornalismo dell’Università di Bologna, è pieno di oggetti di memoria simbolici: la Panchina per la libertà di stampa, la Lapide in ricordo del giornalista Ezio Cesarini giustiziato dai fascisti, il manifesto di Ossigeno per l’Informazione con i volti dei 28 giornalisti italiani assassinati da terroristi e criminali nel dopoguerra. Con l’intitolazione del giardino a Miran Hrovatin si accentua ancora di più il suo valore rappresentativo, diventa “luogo simbolo” non solo per i giornalisti ma per tutta la città.

F.S.
(31 gennaio 2024)