PARTECIPATA E “FRIENDLY” L’ASSEMBLEA ANNUALE DELL’ODG EMILIA-ROMAGNA. VOTATI E APPROVATI ALL’UNANIMITÀ I BILANCI 2023-2024
Terzo anno di mandato per l’attuale Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, che nella mattinata di sabato 23 marzo 2024 ha riunito gli iscritti nella consueta Assemblea annuale di bilancio. L’incontro – per la messa ai voti e l’approvazione del conto consuntivo 2023 e del bilancio di previsione 2024 – si è svolto presso il Centro Congressi del Savoia Hotel Regency di Bologna.
Terminati i saluti introduttivi, il presidente dell’OdG regionale Silvestro Ramunno ha assunto la presidenza dell’Assemblea, constatato che “è validamente costituita” e aperto la seduta. Ha illustrato il nuovo segnalibro con QRCODE (sostitutivo della cartella cartacea) che permette di scaricare bilanci e documenti dell’Assemblea 2024, impreziosito dalla frase-aforisma di Enzo Biagi “Considero il giornale un servizio pubblico come i trasporti pubblici e l’acquedotto. Non manderò nelle vostre case acqua inquinata”. Ha poi dato inizio ai lavori chiamando al tavolo dei relatori il segretario Elide Giordani, il vicepresidente Alberto Lazzarini e il tesoriere Luca Molinari.
Prima di dare spazio alle relazioni ordinistiche, il segretario del Consiglio OdG Elide Giordani ha letto il “triste elenco” dei GIORNALISTI DECEDUTI NEL 2023-2024. La platea si è alzata in piedi e in memoria dei colleghi scomparsi è rimasta in silenzio per qualche minuto.
Il segretario ha poi lasciato la parola a Silvestro Ramunno per la RELAZIONE DEL PRESIDENTE. L’OdG dell’Emilia-Romagna vuole «essere un Ordine vicino ai colleghi, caldo e non solo burocratico, un Ordine che sta nella società con l’obiettivo di far crescere la cultura del buon giornalismo», ha sottolineato il presidente nel cuore del suo intervento. E ha aggiunto: «Con la formazione abbiamo esplorato tutti gli ambiti e le sfide della professione. Agli iscritti diamo un’offerta formativa che ha pochi paragoni, per numeri e qualità». Quindi, ha ribadito: «questo Consiglio continuerà a investire nella formazione, ci crediamo. La formazione è un elemento costitutivo del nostro Ordine anche perché quei momenti creano relazione e vicinanza».
Emozionale e intenso l’incipit della sua relazione: «Mi hanno colpito le parole di Alessandro Goldoni, al funerale di suo padre Luca, un maestro del giornalismo moderno e già presidente del nostro Ordine. Nel ricordare il padre ha sottolineato quella che ritiene la sua più grande qualità. Tutti definivano Goldoni un acuto osservatore, ma per il figlio era soprattutto un acuto ascoltatore. Ascoltava tutti, i grandi che ha incontrato per lavoro e le persone di strada. Non un ascolto passivo, ma un ascolto empatico, di interesse e attenzione, un ascolto alla pari. Una capacità da recuperare, per poter fare al meglio il nostro lavoro. Ne abbiamo già parlato in più occasioni: il superamento di logiche autoreferenziali, il recupero della centralità del dubbio in un mondo che ci vuole sempre assertivi, il tornare ad essere alla pari tra i tanti, sono passaggi che ci potranno aiutare a chiudere quel gap sempre più largo tra giornalisti e società».
A seguire qualche dato corredato da slide: «Secondo l’ultimo rapporto del Reuters Institute, solo il 34% degli italiani ha fiducia nei media. Secondo l’Edelman Trust Barometer, solo il 24% degli italiani ritiene credibili i giornalisti. Se può consolare, gli influencer fanno peggio». Elementi che «potrebbero essere coerenti con il modello di business che attualmente va per la maggiore». «Non voglio però evidenziare solo gli aspetti critici – ha precisato Ramunno – ricordiamoci sempre del contributo del giornalismo e dei giornalisti alla formazione della nostra coscienza collettiva, al nostro essere pienamente cittadini perché informati, alla nostra democrazia». Basta ricordare «Enzo Biagi, lo stesso Luca Goldoni, Sergio Zavoli, Gian Pietro Testa». Ma se ne potrebbero citare tanti altri. «Non solo le grandi firme: pensiamo a cosa può aver rappresentato Libertà per Piacenza, La Gazzetta per Parma, il Carlino nei territori in cui è presente, e mi fermo per non fare torto agli altri». «Tutto questo è un grande patrimonio nostro». Non solo: «Questa capacità di vedere e raccontare, tutta umana e ancora necessaria, ci mette al riparo dall’Intelligenza Artificiale (un tema sul quale abbiamo molto discusso e continuiamo a dibattere)». Poi alcune considerazioni generali sullo stato dell’informazione in Italia, il disordine informativo e l’impatto di algoritmi, piattaforme, tecnologie sulla professione giornalistica, sul nuovo paradigma “flussi e luoghi”: «Mi pare che l’informazione ci sia dentro pienamente. Internet è un flusso, il giornale è un luogo. Le piattaforme sono un flusso, i social sono un flusso. Il telegiornale inizia e finisce, il gr inizia e finisce. Lo streaming non inizia e non finisce, c’è sempre. È un flusso. Informare vuol dire dare forma, la prima pagina di un giornale dà forma a quello che accade nel mondo. Cosa succede nel flusso, dove lo spazio è infinito e dove non c’è gerarchia? I post su qualsiasi piattaforma occupano tutti lo stesso spazio, che è infinito. Credo sia prioritaria una riflessione su come fare informazione nel flusso». Ancora una considerazione: «Sento l’esigenza che gli enti di categoria siano uniti e vicini. Non penso a coordinamenti o nuovi organismi ma a un rilancio del patto per il giornalismo, per il buon lavoro e la causa comune dell’informazione professionale. Insieme ad ASER realizziamo molte iniziative, i meccanismi sono rodati. Per INPGI ci saranno elezioni importanti, che meritano attenzione. Poi ci sono Casagit, il Gus e Ungp che hanno nuovi vertici, i fotografi di AIRF, i giornalisti sportivi dell’Ussi. Direi che più siamo meglio stiamo, c’è bisogno di tutti per portare il buon giornalismo dentro la società. Se il nostro lavoro non è riconosciuto dall’opinione pubblica, tutto ha meno senso».
«Venendo a noi – ha detto il presidente – ecco una fotografia di quello che siamo. A fine 2023 eravamo 6.402 iscritti: 90 praticanti, 1.667 professionisti, 4.140 pubblicisti, 6 stranieri, 489 nell’elenco speciale. Il numero di iscritti continua a calare: siamo 23 in meno, perché ci sono stati 30 praticanti in più (in gran parte allievi del Master in Giornalismo Unibo)». Ma ci sono altri due dati interessanti: «siamo in maggioranza uomini (61,5% degli iscritti) e con un’età media di 56 anni e 4 mesi. Il 61,4% dei nostri iscritti si colloca nella fascia 41-65 anni».
Ramunno ha poi espresso stima e riconoscenza per lo staff dell’OdG regionale. «Ci tengo a dire che il merito delle cose fatte è di tutto il Consiglio e del team dell’Ordine. Grazie per l’impegno a Alberto, Francesca, Giorgio, Elide, Luca, Michelangelo, Rosalba e Serena. Così come ringrazio Anna, Giancarla e Miro della segreteria dell’Ordine. Andrea, che segue la Fondazione per la formazione. E Franca per il lavoro sul sito.
E, dopo avere ricordato che dal 2014 a oggi l’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna ha organizzato 1.316 seminari per la formazione professionale, ha fatto un richiamo a qualche iniziativa in corso: «Sta andando avanti il progetto di risistemazione dell’archivio, curato dalla consigliera Elide Giordani. Siamo al secondo step, l’anno prossimo faremo il terzo e poi l’archivio sarà a disposizione del pubblico. 100 anni di storia visti dalla lente dei giornalisti. Stiamo per eliminare 7 quintali di documenti cartacei che non servono. Siamo particolarmente orgogliosi di annunciare l’istituzione di una borsa di studio intitolata all’indimenticato Mario Paolo Guidetti. Collega di cui sentiamo la mancanza dal 2 gennaio 2021, che è stato consigliere nazionale e regionale. È una borsa diversa dalle altre, che interpreta lo spirito di Mario, persona attenta a non far restare indietro nessuno. Il Master in Giornalismo Unibo, per proprie regole, può assegnare borse di studio solo per merito. La borsa Guidetti la assegneremo noi, per reddito, a chi tra gli allievi del Master ha l’Isee più basso. Ci è sembrata la cosa più giusta e equa da fare. Nei mesi scorsi abbiamo firmato il protocollo UMET con gli Ordini di Umbria, Marche e Toscana: un progetto in controtendenza e dalle grandi potenzialità. Un’altra iniziativa della quale andiamo fieri è la raccolta fondi per Conselice, il Comune della libertà di stampa, parallela a quella promossa da FNSI e ASER. Prosegue il lavoro dell’Osservatorio sui bandi per uffici stampa. Ci muoviamo in una specie di giungla, speriamo che l’accordo firmato recentemente con Anci, ASER e Gus ci aiuti a mettere un po’ di ordine: è un protocollo innovativo sotto tanti aspetti e alla base ha l’idea che negli uffici stampa ci devono lavorare giornalisti. Infine la targa in via San Giorgio 6, in memoria di Graziella Fava, che abbiamo scoperto qualche giorno fa grazie a un bel gioco di squadra, al lavoro di molti colleghi, alla disponibilità delle istituzioni. Oltre a essere un doveroso omaggio alla memoria di Graziella, uccisa 45 anni fa nell’attentato incendiario alla sede del sindacato, quella targa ci dice che la libertà di stampa è un grande valore, per tutti non solo per i giornalisti, e non è mai definitivamente acquisita».
Il presidente ha concluso con una similitudine: «il premio mondiale per la libertà di stampa è intitolato a Guillermo Cano, direttore di El Espectador, ucciso il 17 dicembre 1986 dagli uomini di Pablo Escobar. Il giorno dopo l’omicidio, il suo giornale fece un titolo a tutta pagina: “Seguimos adelante” (“Proseguiremo”). E noi, che facciamo? Continuiamo a fare il nostro lavoro, con libertà e responsabilità».
Il segretario Elide Giordani ha quindi dato la parola al tesoriere dell’OdG Luca Molinari che ha esposto e commentato la RELAZIONE SUI BILANCI. «È davvero una grande soddisfazione comunicarvi che anche quest’anno, al pari del passato, i conti sono in ordine. Il bilancio consuntivo 2023 si chiude con un avanzo di 4.939 euro», ha detto il tesoriere. Un risultato significativo, raggiunto perché «sono state riscosse molte più quote arretrate di quanto si era ipotizzato». Non solo: «sono state contenute le spese di funzionamento degli uffici, confermando una gestione oculata delle risorse». Rispetto alla situazione patrimoniale Molinari ha precisato: «è gestita con la necessaria e obbligatoria prudenza. Mi piace segnalare che, nonostante la difficile congiuntura economica, i capitali investiti sono aumentati. Nel 2023 sono stati attivati nuovi investimenti per 75mila euro». Comunque, è bene ricordare che «l’unica nostra fonte di entrata è rappresentata dalle quote annuali degli iscritti», in costante calo perché «il numero di iscritti diminuisce sensibilmente anno dopo anno. A questo va aggiunto il problema dei colleghi morosi». Per agevolare chi si trova in difficoltà l’Ordine regionale ha attivato da tempo degli aiuti concreti: contributi a fondo perduto, prestito d’onore, rateizzazione delle quote annuali. Infine, qualche considerazione sul bilancio di previsione 2024: «ricalca le linee di quello del 2023 ed è stato redatto inserendo stime molto prudenziali. Anche per il 2024 l’obiettivo è quello di chiudere in pareggio».
Per entrare nel dettaglio dei bilanci, Elide Giordani ha poi invitato Fulvio De Nigris a illustrare la RELAZIONE DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI. «Esaminati i bilanci consuntivo 2023 e preventivo 2024, controllata la documentazione relativa alla situazione dei conti bancari e postali, verificata la regolarità nei versamenti previdenziali e fiscali» il Collegio «conferma l’esattezza dei dati». Pertanto, «ritiene di poter condividere i criteri di impostazione dei bilanci, esprimendo parere favorevole e invitando l’Assemblea degli iscritti ad approvarli», ha dichiarato il presidente del Collegio De Nigris, anche a nome degli altri revisori Lorenzo Bianchi e Fabio Cocconcelli.
Poiché nessun iscritto ha chiesto di intervenire per eventuali chiarimenti sui BILANCI, il vicepresidente dell’OdG Alberto Lazzarini ha controllato “il quorum” e messo ai voti il CONTO CONSUNTIVO 2023 e il BILANCIO PREVENTIVO 2024. Entrambi i bilanci sono stati approvati all’unanimità in modo palese (con alzata di mano).
Ha fatto seguito un doppio contributo di Claudio Santini. Come presidente del Consiglio di disciplina territoriale ha esposto la RELAZIONE DEL CDT precisando: «per me ultima avendo raggiunto il limite dei tre mandati». E aggiungendo: «sento il dovere di ringraziare tutti i colleghi del Consiglio e dei Collegi e un saluto con particolare affetto ai miei più stretti collaboratori e cioè alla collaboratrice consulente Argia Granini e all’incaricata del Consiglio Anna Bassi». Poi i dati: «Nel corso dell’ultimo anno sono stati esaminati quasi 450 procedimenti disciplinari. Sanzioni erogate: 2 sospensioni, 235 censure, 105 avvertimenti. 12 i casi archiviati. 35 procedimenti (tutti relativi alla mancata formazione) sono stati chiusi con un “non luogo a procedere” in quanto i colleghi avevano diritto all’esenzione per pensionamento e inattività, per problematiche di salute o altre cause. Un centinaio di procedimenti sono aperti e pendenti per difficoltà nelle notifiche delle PEC che risultano non più attive o errate o perché non sono ancora scaduti i termini per le memorie difensive». «Sul problema PEC – ha puntualizzato Santini – questo Cdt aveva già segnalato con un testo pubblicato sul giornale online dell’Ordine regionale tutte le difficoltà di notifica: dall’apertura del procedimento (contestazione di addebito disciplinare) fino alla chiusura dello stesso». Quindi, una preghiera ai colleghi: «consultate la PEC, tenetela aggiornata e segnalate i cambi a info@odg.bo.it».
Come referente per la formazione della Fondazione OdG, Claudio Santini ha invece fatto il punto sulla FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUA rimarcando che, in quest’epoca in cui l’intelligenza artificiale pervade tutti i settori e sembra poter soppiantare l’intelligenza umana, «a noi giornalisti quello che non possono togliere sono la professionalità e la deontologia. Quest’ultima ha a che fare con l’attività dei Consigli di disciplina, mentre la professionalità con la formazione». Rilievi significativi perché Santini è un “collega illustre”: è stato presidente dell’OdG regionale per quattro mandati, ha fatto parte del CNOG e da quando sono stati istituiti i Cdt è presidente del Consiglio di disciplina dell’Emilia-Romagna: «se penso anche al lavoro svolto nel Sindacato, sono più di trent’anni che mi occupo delle questioni della categoria». Ma ecco i dati sulla formazione da gennaio a dicembre 2023: «151 incontri formativi con più di 5.000 partecipanti; 143 corsi in presenza, 2 dei quali promossi e organizzati dalle aziende editoriali; 8 corsi in streaming, 3 dei quali aziendali. Con alcune precisazioni: non si sono tenuti corsi né per i neo-pubblicisti né per i praticanti (ormai vengono utilizzati solamente i corsi on demand messi a disposizione dal CNOG); tutte le provincie emiliano-romagnole hanno avuto dei seminari di formazione nelle proprie città; alcuni corsi si sono svolti anche nella Repubblica di San Marino». A conclusione: «un cordiale e caloroso saluto all’infaticabile e prezioso collaboratore Andrea Tufariello».
Terminate le relazioni, Alberto Lazzarini ha aperto e coordinato la discussione generale. Sono intervenuti Matteo Naccari (segretario nazionale aggiunto FNSI), Paolo Maria Amadasi (presidente ASER), Lucio Diletti (Casagit), Gianluca Zurlini (INPGI), Giuseppe Rocco (pubblicista da quarant’anni), Paolo Bernardi (presidente cooperativa di giornalisti) e il consigliere dell’OdG regionale Michelangelo Bucci con contributi di interesse che hanno messo in evidenza temi urgenti e criticità della professione, fragilità di una “categoria sotto attacco” ormai costituita soprattutto da freelance. In questo scenario potrà esserci un futuro positivo per il giornalismo? È difficile fare previsioni, ma bisogna continuare a difendere la libertà di stampa e la qualità dell’informazione, anche con l’ausilio di deontologia e formazione.
Conclusi gli adempimenti assembleari, Elide Giordani ha coordinato la tradizionale consegna dei diplomi ai NUOVI PROFESSIONISTI 2023 e dei riconoscimenti ai colleghi professionisti e pubblicisti che hanno raggiunto i 40 ANNI DI ISCRIZIONE ALL’ALBO. Maestri di cerimonia il presidente Silvestro Ramunno e i Consiglieri regionali dell’OdG.
Infine, una “sorpresa”: la donazione all’OdG dell’Emilia-Romagna di un quadro del collega Gian Pietro Testa, giornalista d’inchiesta, poeta, scrittore e pittore (scomparso in gennaio dell’anno scorso). Il dipinto offerto è un autoritratto dello stesso Testa in abiti da carabiniere che proviene dalla mostra Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere, allestita a Ferrara dal 2 al 20 marzo 2024. Diversi possono essere i significati simbolici dell’opera, come hanno spiegato il figlio Enrico Testa (giornalista Rai in collegamento da remoto) e la curatrice della mostra Giorgia Mazzotti, giornalista esperta d’arte allieva di Testa: “uomo di penna” ma anche pittore.
Franca Silvestri
ph Adriana Tuzzo
(23 marzo 2024)