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Addio Bice Biagi. Il ricordo di Loris Mazzetti: “L’ironia è stata una cifra non solo del suo giornalismo ma della sua vita”

Il 15 marzo se ne è andata Bice Biagi, amica carissima, maestra di giornalismo. Ha lavorato per numerose testate: il Mondo, Oggi, Il Giornale di Montanelli, Il Tempo, Il Messaggero, ha diretto Insieme, Intimità e Novella 2000, chiudendo la carriera come vicedirettore di Oggi. È stata per nove anni assistente di Giorgio Fattori (lo storico direttore de La Stampa), quando era amministratore delegato prima, presidente poi del gruppo editoriale Rizzoli-Corriere della Sera. In quel periodo Bice diventò un punto di riferimento di tanti colleghi, scoprendo giovani di grande talento che poi negli anni hanno diretto varie testate. Chissà se le hanno detto grazie? La riconoscenza non appartiene alla nostra categoria.
Dopo la sua scomparsa è stato scritto che Bice ha “sgobbato tanto per far dimenticare di essere figlia di Enzo Biagi”. Forse all’inizio, poi, trovata la propria strada, è rimasta accanto al padre, lavorando con lui in TV in vari programmi come Film Dossier o come nel 2007 nell’ultimo programma del grande giornalista RT Rotocalco televisivo. Chi prende le distanze da qualcuno non si associa nel lavoro. L’ambizione non apparteneva a Bice Biagi, il talento sì, è per questo che ha fatto un’importante carriera. Sono certo che da quando ha deposto la penna, i giornali femminili, in particolare, sono più poveri. Il suo Novella 2000 (una media di 180 mila copie con picchi di circa 300 mila), era fatto di un gossip mai volgare, fu tra le prime ad inserire i fatti di cronaca nazionali e internazionali rilevanti, cosa che successivamente è avvenuto anche nei giornali sportivi.
È vero, invece, che Bice ha preso molto dal padre nello scrivere: la perfezione dell’italiano (l’ossessione di Biagi sulle parole ripetute e sul buon uso dei sinonimi e quella di Bice per le fonti), la semplicità nella scrittura e la capacità dell’uso dell’ironia. L’ironia è stata una cifra non solo del suo giornalismo ma della sua vita che le ha consentito di avere quel sano distacco dal mondo della carta stampata, era il suo modo di essere che non le ha impedito di vivere passioni e affetti. Ci sono due aggettivi che non le appartenevano: egoismo e indifferenza, sia nella professione che nella quotidianità. Valori della famiglia Biagi, come l’antifascismo, insegnamento ricevuto dal padre partigiano nella brigata Giustizia e Libertà.
Era nata a Bologna, vissuta prevalentemente a Milano, laureata in Lettere all’Università degli Studi del capoluogo lombardo. Dopo l’editto bulgaro del presidente del Consiglio Berlusconi che accusò il padre, Daniele Luttazzi e Michele Santoro di “uso criminoso della televisione” e il conseguente allontanamento dalla Rai dei tre conduttori, fu una dei soci fondatori dell’Associazione Articolo 21 liberi di, nata per difendere i diritti e la libertà di espressione. All’inizio un piccolo gruppo che poi negli anni è diventato una grande famiglia di giornalisti e non, una trincea – il sito – per difendere la libertà di stampa e denunciare l’assalto alla Costituzione, una difesa che da allora, era il 2002, purtroppo non si è mai interrotta. L’assalto all’Articolo 21 della Costituzione è costante anche grazie ad una buona dose di indifferenza nei confronti del diritto di espressione, di informare e di essere informati, base della democrazia di un paese.
Nata e vissuta in città ma con radici profonde e ben radicate in montagna, come il padre, il 18 marzo Bice Biagi è stata tumolata nel piccolo cimitero di Pianaccio, frazione di Lizzano in Belvedere nell’Appennino Tosco-Emiliano, il paese che ha dato i natali alla sua famiglia e dove riposa con il padre Enzo, la mamma Lucia, la sorella Anna (la più piccola mancata nel 2003) e la nonna Bice (mamma di Enzo) di cui portava il nome. Grazie a lei, alla sorella Carla, alla figlia Lucia, all’intera famiglia Biagi, quella frazione, sperduta sull’Appennino, che odora di Resistenza, grazie anche alla sensibilità del Comune di Lizzano che mai ha dimenticato il suo compaesano Enzo, è nato il Centro Documentale Enzo Biagi e le tante iniziative che si sono susseguite, diventando un luogo dove si ragiona di Giornalismo tra passato e presente, di Costituzione e di Antifascismo. Bice, raccontava che aveva appreso dal padre che “una donna la libertà se la conquista con il lavoro”. Lei la libertà l’ha sempre portava dentro di sé, da donna anticonformista quale era, senza mai trascurare le persone a cui voleva bene: la mamma Lucia, il padre Enzo, le sorelle Anna e Carla, ma soprattutto l’orgoglio della sua vita: la figlia Lucia, poi negli ultimi anni il genero Karim e soprattutto i nipoti Enzo e Matteo.
Loris Mazzetti
(24 marzo 2023)