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Appello alla stampa del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza

“Raccomando, dunque, a tutti i giornalisti, per il tramite dell’Ordine, di rispettare il diritto alla riservatezza dei fanciulli, il cui interesse deve sempre essere considerato come preminente”.
Si conclude con questa frase chiara e decisa la lettera inviata da Luigi Fadiga, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna, al presidente dell’Odg regionale.
Oggetto della comunicazione è l’episodio di bullismo avvenuto presso una scuola professionale di Molinella, in provincia di Bologna.
Di seguito il testo completo della lettera del Garante, arrivata nei giorni scorsi all’Ordine giornalisti dell’Emilia-Romagna.

«Questo Garante ha già avuto modo di esprimersi in merito ai gravi fatti di bullismo avvenuti lo scorso 27 ottobre in un istituto professionale di Molinella ai danni di un sedicenne con un ritardo mentale, prima ferito con un taglierino e poi rinchiuso in bagno e umiliato da tre compagni di classe.
Cessato il clamore mediatico che questo gravissimo e vergognoso episodio ha portato con sé, desidero esprimere il mio fermo disappunto per la pubblicazione su parte della stampa locale di alcuni fotogrammi dai quali è facilmente possibile risalire all’identità della vittima e dei presunti aggressori; tale violazione, peraltro, mi è stata segnalata anche dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni dell’Emilia-Romagna.
A tal proposito, ricordo che l’articolo 16 della Convenzione N.U. sui diritti del fanciullo, ratificata dall’Italia con legge 176/1991, attribuisce alla persona di minore età il diritto a non essere oggetto di interferenze arbitrarie o illegali nella sua vita privata. La stessa Carta di Treviso, i cui principi sono ampiamente recepiti dal codice di deontologia di questo Ordine, impegna i giornalisti al rispetto del diritto del minore alla riservatezza, precisando che tale diritto deve essere sempre considerato come primario rispetto al diritto di critica e di cronaca con conseguente rinuncia a pubblicare elementi che, anche indirettamente, possano comunque portare alla identificazione del minore.
Il nostro ordinamento, dunque, riconosce e tutela la persona di minore età dalla potenziale invasività dei mezzi di stampa che, in nome del diritto all’informazione, rischiano di travolgere il diritto alla riservatezza, riconosciuto come diritto soggettivo per la persona di minore età.
Raccomando, dunque, a tutti i giornalisti, per il tramite dell’Ordine, di rispettare il diritto alla riservatezza dei fanciulli, il cui interesse deve sempre essere considerato come preminente».

(13 marzo 2016)