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Assemblea annuale dell’OdG Emilia-Romagna. Votati e approvati i bilanci 2024-2025

Assemblea annuale di bilancio per il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, che nella mattinata di sabato 8 marzo 2025 ha riunito gli iscritti per l’approvazione del conto consuntivo 2024 e del bilancio di previsione 2025 ma pure per mettere a fuoco le questioni più attuali del lavoro giornalistico. Il consueto incontro dell’OdG regionale (quest’anno anche di fine mandato) si è svolto presso la Sala Meeting del Sydney Hotel di Bologna.

Terminati i saluti introduttivi, il presidente dell’Ordine Silvestro Ramunno ha assunto la presidenza dell’Assemblea, constatato che “è validamente costituita” e aperto la seduta chiamando al tavolo dei relatori la segretaria del Consiglio OdG Elide Giordani, il vicepresidente Alberto Lazzarini e il tesoriere Luca Molinari.
Prima di dare spazio alle relazioni ordinistiche, Giordani ha letto la “dolorosa lista” dei GIORNALISTI DECEDUTI NEL 2024-2025. La platea si è alzata in piedi e in memoria dei colleghi scomparsi è rimasta in silenzio per qualche minuto.

Elide Giordani ha poi lasciato la parola a Silvestro Ramunno per la RELAZIONE DEL PRESIDENTE. Singolare l’introduzione con simulazioni di benvenuto realizzate da “ChatGPT” e “Mistral le chat”, per affrontare subito il tema dell’Intelligenza Artificiale e della sua trattazione nel “Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti” (in vigore dal 1° giugno 2025). «Nel nostro mondo – ha sottolineato Ramunno – è l’argomento degli argomenti. Mi ritrovo nell’articolo 19 (slide 1) del nuovo codice deontologico» del quale «sottolineo, in particolare, il passaggio sull’uso consapevole dell’AI: è molto di più del semplice “saper usare” le tecnologie. Dobbiamo essere consapevoli degli effetti profondi dell’AI sul nostro lavoro e sulla società e da questa consapevolezza deve venire l’uso che ne facciamo. Poi, certo, la trasparenza, l’assunzione di responsabilità, la verifica delle fonti… ci mancherebbe! L’uso consapevole mi piace associarlo al diritto di critica, riconosciuto ai giornalisti dalla legge n.69 del 1963. Diritto di critica vuol dire che non siamo passacarte, utilizzo consapevole vuol dire che non siamo utilizzatori passivi di AI: il nostro lavoro non è produrre contenuti ma rendere noti fatti di interesse pubblico, nel rispetto della verità sostanziale dei fatti, con un linguaggio continente e pertinente». Poi qualche considerazione sull’impiego dell’Intelligenza Artificiale: «Nelle redazioni l’AI è sempre più presente, ma non c’è ancora un modello dominante. La sfida pare essere quella dell’integrazione dei sistemi AI nel flusso di lavoro. A noi il compito di tenere gli occhi aperti, per difendere il diritto all’informazione di ogni persona, come recita l’articolo 2 del nuovo codice (slide 2)».

«L’articolo 19 – ha puntualizzato il presidente – ci dà l’occasione per una veloce riflessione sul nuovo codice deontologico. La scelta di passare da testo unico a codice sta sia nell’allinearci alle altre professioni ma anche nel rendere più chiaro ciò che un giornalista può fare e ciò che non può fare. La deontologia è il nostro valore aggiunto, ma lo è se viene riconosciuta dall’opinione pubblica. L’occasione che abbiamo davanti è quella di portare questo codice nella società, farne apprezzare il valore, dare strumenti di valutazione del nostro lavoro. È una via obbligata per ricostruire fiducia con i lettori e ridare valore al nostro lavoro, che continua a vivere situazioni di crisi e di perdita di fiducia». A questo proposito ha presentato alcuni dati con l’ausilio di slides: vendite dei quotidiani a dicembre 2024 (slide 3); andamento delle singole testate (slide 4); collegamento degli italiani a siti di informazione (38 milioni per un’ora e 7 minuti al mese, poco più di due minuti al giorno – slide 5); gli italiani sui social (39 milioni per 23 ore e 15 minuti al mese – slide 6). Valutazioni: «In due minuti non passa l’informazione, può passare qualche suggestione. Sicuramente non l’informazione accurata citata nella nostra deontologia». Più di 23 ore al mese sui social, 1 ora per informarsi. «Questi numeri ci dicono che il modello di business dei social, basato sull’intrattenimento, sta vincendo, e questo spiega anche perché tanti giornali pubblicano contenuti ad alto tasso di intrattenimento e a basso tasso informativo».

Silvestro Ramunno è quindi entrato nel vivo dell’incontro annuale con gli iscritti: «questa non è un’assemblea come le altre. Siamo in scadenza di mandato e fra pochi giorni si aprirà la fase elettorale per il rinnovo delle cariche: mi auguro che ci sia una grande partecipazione. Si voterà online o in presenza nei seggi di Parma, Bologna e Cesena. Per quanto riguarda il voto online la novità è che per votare sarà necessario avere Spid o Cie, la carta d’identità elettronica. Le credenziali non verranno più inviate sulla pec, si potrà accedere alla piattaforma solo con Spid o Cie. Ricordate che non ci sono i nomi dei candidati, tutti potenzialmente sono candidati».
Rispetto a questa assemblea di fine mandato ha detto: «solitamente viene presentato un bilancio ma non mi sono mai piaciuti gli elenchi delle cose fatte. Troppo autocelebrativi e freddi. Cito solo qualcosa, per titoli: c’è stata un’importante collaborazione con le Università di Bologna, di Modena e Reggio Emilia, di Ferrara. È ripartito il Master in giornalismo a Bologna; abbiamo collaborato con diversi ricercatori sui temi dell’informazione e dell’Intelligenza Artificiale; si è consolidato il rapporto con l’Ordine nazionale e con altri Ordini regionali, soprattutto con Marche, Umbria, Toscana e Lazio: insieme abbiamo creato un tavolo permanente di lavoro. Abbiamo fatto un po’ di investimenti sulla sede e siamo intervenuti sui conti dell’Ordine, con una gestione finanziaria più corretta, che ci ha consentito di avere più patrimonio. Abbiamo anche fatto un’operazione sul patrimonio della Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti, era necessaria perché da quando è stata creata non eravamo mai intervenuti».
Il riferimento alla Fondazione – che si occupa dell’organizzazione dei seminari FPC – il presidente ha precisato che la formazione è «uno dei nostri core business» e ha mostrato i “numeri” di quanto è stato fatto: 1.443 corsi di formazione dal 2014 ad oggi (slide 7). «Abbiamo offerto formazione gratuita e di qualità. Penso che la nostra proposta abbia pochi paragoni in Italia, ma non ci accontentiamo: dobbiamo migliorare e abbiamo già qualche idea. La formazione deve essere un nostro punto d’orgoglio: ci sono corsi pensati da noi ma ci sono soprattutto proposte e idee che vengono dai colleghi e dai territori. Il nostro ruolo è dare valore a questa ricchezza».
E ancora: «Altra operazione importante che abbiamo fatto è quella relativa all’archivio dell’OdG, (ne parleremo dopo con Margherita Beggi di Archimedia). Ma se proprio dovessi scegliere un punto qualificante di questo mandato, direi quello che avevamo annunciato quando ci siamo candidati: essere vicini agli iscritti, rispondere ai loro problemi e alle loro necessità professionali e non solo professionali. Quando i colleghi ci hanno cercato, ci hanno trovato. L’Ordine è un ente pubblico, con procedure che vanno rispettate, ma questo non ci ha impedito di essere empatici, vicini e di avere un rapporto caldo con gli iscritti. Abbiamo mantenuto l’impegno a non aumentare la quota ma abbiamo dovuto fare una piccola manovra per mettere in equilibrio la parte corrente del bilancio. Questo intervento si è reso necessario per il costante calo degli iscritti (la fotografia di quello che siamo è nella slide 8)». In sintesi: «Al 31 dicembre 2024, l’Ordine dell’Emilia-Romagna contava 6.287 iscritti, 115 in meno rispetto al 2023. I pubblicisti erano 4.070, i professionisti 1.661. I praticanti 80, i giornalisti stranieri 5. Gli appartenenti all’elenco speciale 471. Gli uomini sono il 56%, l’età media è di 56 anni e 5 mesi. La maggior parte degli iscritti, il 59,1%, è nella fascia tra i 41 e i 64 anni, seguita dagli over 65, che sono il 27,4%. Solo il 13,5% degli iscritti ha un’età compresa tra i 18 e i 40 anni. Calo degli iscritti, pochi giovani. Il problema è grande». Un’analisi realistica presentata con un po’ di ironia: «Ecco l’immagine che rappresenta il profilo tipico dell’iscritto all’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna nel 2024 (slide 9). Questo è il modo in cui ci rappresenta l’intelligenza artificiale “Dall-E” (collegata a “ChatGPT”), alla quale ho chiesto di creare un’immagine del giornalista tipo sulla base dei dati appena esposti. Devo dire che noi abbiamo fatto tanto per non rappresentarci così, soprattutto in termini di genere».

Ramunno ha poi espresso stima e riconoscenza per lo staff dell’OdG regionale. «Ci tengo a dire che il merito delle cose fatte è di tutto il Consiglio e del team dell’Ordine. Il valore aggiunto di questo Consiglio è stato il gioco di squadra e la capacità di fare sintesi, nell’interesse esclusivo dei colleghi. Lo dico perché questa è la verità sostanziale dei fatti. Grazie per l’impegno a Alberto Lazzarini, Francesca Romanelli, Giorgio Lambri, Elide Giordani, Luca Molinari, Michelangelo Bucci, Rosalba Carbutti e Serena Bersani. Un grazie a tutti i componenti del Consiglio di Disciplina, in primis al presidente Claudio Santini, che hanno sempre lavorato in piena autonomia, così come ai Revisori dei Conti, che ci hanno controllato con attenzione e autonomia. Grazie anche a Anna Bassi, Giancarla Zanarini e Miro Albertazzi della segreteria dell’Ordine. Andrea Tufariello, che segue la Fondazione per la formazione. E Franca Silvestri per il lavoro sul sito. Il vostro contributo è stato essenziale per tutto».
Ulteriore nota: «Oggi 8 marzo, Festa della Donna, auguri a tutte le colleghe ma un pensiero particolare a Graziella Fava, che ricorderemo il 13 marzo, a 46 anni dalla sua scomparsa: vittima innocente di un attentato terroristico di un gruppo di estrema sinistra. Giornalismo e memoria vanno a braccetto e noi ci siamo impegnati per la memoria di Graziella, insieme all’ASER. Nel giardino che le è stato intitolato ci sarà un nuovo monumento e poi c’è la targa in via San Giorgio: era una mancanza da colmare. L’obiettivo di quella targa, oltre il doveroso omaggio alla memoria di Graziella Fava, è quello di far sì che nascano domande: chi era Graziella? Perché l’attentato? Le risposte saranno il modo migliore per comprendere l’importanza della libera stampa».

Un rilievo finale sull’AI: «In questa relazione non ho ancora pronunciato la parola algoritmo, lo faccio ora ma solo per dire che non dobbiamo adagiarci su letture superficiali dei fenomeni in atto e andare oltre il determinismo tecnologico. “Chat GPT”, puoi sostituire i giornalisti? Questa è la risposta che mi ha dato: Posso sicuramente aiutarli con alcune delle attività, come la ricerca di informazioni, la scrittura di articoli o l’analisi di temi specifici. Tuttavia, il ruolo di un giornalista implica anche una comprensione profonda del contesto, delle fonti primarie e una valutazione critica degli eventi in corso, attività che richiedono un’esperienza umana e una connessione diretta con la realtà che io non posso replicare completamente. Non avrei altro da aggiungere, grazie davvero. L’ordine dei giornalisti siete voi».
E per concludere la frase-aforisma di Anna Politkovskaja “L’unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede” (slide 10), riportata anche nel segnalibro con QR CODE (sostitutivo della cartella cartacea) che permette di scaricare relazioni, slides, bilanci e altri documenti dell’Assemblea OdG 2025.

Il presidente ha poi dato la parola al tesoriere dell’OdG Luca Molinari che ha esposto e commentato la RELAZIONE SUI BILANCI. «Siamo arrivati all’analisi e approvazione dell’ultimo bilancio di questa consiliatura. Siamo riusciti a tenere in ordine i conti senza “pescare” dalle tasche dei colleghi. Gli unici ritocchi approvati e necessari sono stati un leggero aumento della quota d’iscrizione all’Elenco speciale e dei diritti di segreteria», ha detto il tesoriere. E ha ricordato che la quasi totalità delle entrate dell’OdG regionale è rappresentata dalle quote annuali degli iscritti, che sono tendenzialmente in calo: «il numero di iscritti diminuisce anno dopo anno. A questo va aggiunto il problema dei colleghi morosi». Per agevolare chi si trova in difficoltà, «sono attivi una serie di aiuti concreti (contributi a fondo perduto, prestito d’onore, rateizzazione delle quote annuali) messi in campo dall’Ordine ormai da alcuni anni». Molinari ha poi presentato i dati: «Il bilancio consuntivo 2024 si chiude con un avanzo di 10.269 euro» dovuto soprattutto a «una gestione oculata delle risorse da parte del Consiglio e degli uffici dell’Ordine». La situazione patrimoniale «è gestita con la necessaria e obbligatoria prudenza», comunque «il Consiglio, utilizzando residui di cassa e reinvestendo fondi esistenti, è riuscito a mettere a reddito oltre 100 mila euro, a copertura del Tfr dei dipendenti». Infine, qualche considerazione sul bilancio di previsione 2025: «ricalca le linee di quello del 2024 ed è stato redatto inserendo stime molto prudenziali. Anche per il 2025 l’obiettivo è quello di chiudere in pareggio», sebbene «quest’anno l’Ordine dovrà fare fronte alle spese per le elezioni».

Per entrare nel dettaglio dei bilanci, Ramunno ha invitato Fulvio De Nigris a illustrare la RELAZIONE DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI. «Esaminati i bilanci consuntivo 2024 e preventivo 2025, controllata la documentazione relativa alla situazione dei conti bancari e postali, verificata la regolarità nei versamenti previdenziali e fiscali» il Collegio «conferma l’esattezza dei dati», «valuta positivamente l’avanzo di esercizio per l’anno 2024» e ribadisce «la positività del suo ruolo partecipativo nell’ambito della seduta del Consiglio dell’Ordine per l’approvazione del bilancio». Pertanto, «ritiene di poter condividere i criteri di impostazione dei bilanci, esprimendo parere favorevole e invitando l’Assemblea degli iscritti ad approvarli», ha dichiarato il presidente del Collegio De Nigris, anche a nome degli altri revisori Lorenzo Bianchi e Fabio Cocconcelli.

Poiché nessun iscritto ha chiesto di intervenire per eventuali chiarimenti sui BILANCI, il vicepresidente dell’OdG Alberto Lazzarini ha controllato “il quorum” e messo ai voti il CONTO CONSUNTIVO 2024  e il BILANCIO PREVENTIVO 2025. Entrambi i bilanci sono stati approvati all’unanimità in modo palese (con alzata di mano).

Ha fatto seguito un doppio contributo di Claudio Santini. Come presidente del Consiglio di disciplina territoriale ha esposto la RELAZIONE DEL CDT. È stato «un anno di intenso lavoro che ha riguardato soprattutto i procedimenti disciplinari aperti nei confronti dei colleghi non in regola con la formazione, anche se non sono mancati esposti e casi delicati che hanno impegnato il Cdt e i relativi Collegi». Questi i dati: 1 Sospensione di un anno (ridotta dal CN a 8 mesi), 361 Censure, 164 Avvertimenti, 4 Assoluzioni, 12 archiviazioni. Inoltre, una serie di procedimenti «si sono chiusi con un nulla di fatto» ma sono «già stati aperti (e sono dunque pendenti) 275 procedimenti per mancata formazione e 5 in relazioni ad esposti pervenuti». Dunque, «se si sommano tutti i procedimenti che i collegi hanno analizzato e per i quali è stato aperto procedimento (nella stragrande maggioranza già deliberato) ne consegue che i fascicoli presi in esame nel corso di questo ultimo anno sono 923»: una mole di lavoro decisamente corposa. Santini ha poi precisato che la presente relazione «è l’ultima di questo consiglio prima delle elezioni e quindi della scadenza. Al nuovo consiglio l’incarico di giudicare anche alla luce del nuovo Codice deontologico (sostitutivo del Testo Unico e delle cinque Carte allegate) che, come è noto, entrerà in vigore il prossimo 1° giugno». Infine, un saluto «a tutti i colleghi che hanno fatto parte di questo Consiglio e ai preziosi collaboratori, da Anna Bassi ad Argia Granini, alla consulente avvocato Maria Grazia Pinardi». E un particolare saluto a tutti gli iscritti: «con questa relazione concludo il mio mandato non più rinnovabile in quanto gravato dal termine massimo di presidenza». Il commiato ha suscitato commozione fra i presenti perché Santini è un collega illustre: giornalista di alto profilo, maestro schietto e amato, esperto scrupoloso di deontologia professionale. È iscritto all’Albo dagli anni ’50 (dal 1965 come professionista) e da oltre trent’anni si occupa delle questioni della categoria: è stato presidente dell’OdG regionale per quattro mandati, ha fatto parte del CNOG, da quando sono stati istituiti i Cdt è presidente del Consiglio di disciplina dell’Emilia-Romagna e ha pure svolto attività nel Sindacato.

Come referente per la formazione della Fondazione OdG, Claudio Santini ha invece fatto il punto sulla FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUA. Nel corso del 2024 sono stati realizzati 127 corsi, così differenziati: 6 in streaming; 7 seminari interni aziendali; 114 in presenza, distribuiti in varie località della regione. Fra questi ultimi, 44 si sono svolti nella provincia di Bologna; 14 in quella di Reggio Emilia; 8 nella provincia di Ferrara; 23 in quella di Modena; 9 nella provincia di Parma; 6 in quella di Piacenza; 10 tra la provincia di Rimini e la Repubblica di San Marino; 5 tra le province di Ravenna e Forlì-Cesena. «In totale – ha precisato – abbiamo avuto 3.855 presenze, circa una media di 30 giornalisti a corso. I giornalisti che si sono iscritti alla Fondazione sono stati 86». E ha concluso con «un sincero ringraziamento ad Andrea Tufariello, instancabile e benemerito animatore organizzativo di tutti i corsi».
Al termine delle due relazioni, una sorpresa. Dopo aver tracciato il profilo del collega e ricordato il suo prezioso ruolo di Maestro per tanti giornalisti, il presidente Silvestro Ramunno (a nome di tutto l’OdG) ha offerto a Santini un piccolo “fresco” omaggio: una bottiglia di buon vino per brindare al suo percorso. Copiosi gli applausi della platea. Il festeggiato ha ringraziato e commentato con arguta ironia: “grazie per questo pensiero che è veramente di-vino”.

Alberto Lazzarini ha poi aperto e coordinato la discussione generale, che ha evidenziato temi, problemi, progetti, speranze del lavoro giornalistico. Sono intervenuti Paolo Maria Amadasi (presidente ASER), Matteo Naccari (segretario nazionale aggiunto FNSI), Claudio Cumani (Cda Casagit e presidente Ungp Emilia-Romagna), Lucio Diletti (Casagit), il collega Marco Sacchetti (che ha esposto la difficile situazione dell’agenzia DIRE), la consigliera Serena Bersani (OdG regionale), i consiglieri Michelangelo Bucci (OdG regionale) e Antonio Boschi (OdG nazionale).

Introdotta da Giordani, ha poi preso la parola Margherita Beggi, archivista digitale di Archimedia che ha illustrato le fasi di selezione, riordino, assetto attuale e futura fruibilità del voluminoso archivio dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna. Un’operazione complessa e minuziosa. Le prime due fasi hanno richiesto un anno e diversi mesi per realizzare un vaglio documentale che ha permesso di eliminare 8 quintali di carta e riordinare in modo sistematico il materiale residuo. Manca ancora la terza fase di inventariazione e predisposizione dell’accesso online, poi tutti potranno consultare l’archivio digitale dell’OdG regionale.

Conclusi gli adempimenti assembleari, Elide Giordani ha coordinato la tradizionale consegna dei diplomi ai NUOVI PROFESSIONISTI 2024 e dei numerosi riconoscimenti (più di 100) ai colleghi professionisti e pubblicisti che hanno raggiunto i 40 ANNI DI ISCRIZIONE ALL’ALBO.  Maestri di cerimonia il presidente Silvestro Ramunno e i Consiglieri regionali dell’OdG.

LINK alla cartella dell’Assemblea 2025 con relazioni, slides, documenti e testo completo del “Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti”.

Franca Silvestri
ph Adriana Tuzzo
(8 marzo 2025)