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È scomparso Giorgio Boschini: le sue passioni Modena e il giornalismo

Appassionato cultore di Modena e della sua storia, cordiale, disponibile, mai saccente, mai banale, sempre pronto a una osservazione sagace o al massimo ad una spillettata ironica ma mai cattiva. Giorgio Boschini era un signore del giornalismo. Della vecchia scuola. Di quelli che non si fidano del sentito dire e dei luoghi comuni. Che invece della Rete si fidano più del proprio occhio, orecchio e delle proprie scarpe. Un esempio? Sui giornali e a Verissimo di Canale 5 c’era la storia di una ragazzina dodicenne di Castelfranco Emilia che aveva visto 47 volte il film Titanic. Era il 1998. Il gestore della sala la lasciava passare senza farla pagare. La notizia ovviamente era “sponsorizzata” anche dalla casa distributrice del film. Una storia tuttavia che non convinceva Giorgio Boschini che andò

a Castelfranco, incontrò la bambina e la sua mamma e scoprì l’altra faccia della notizia: i genitori erano separati e la mamma impegnata spesso la sera in una impresa di pulizie, “appoggiava” la figlia al cinema dove il gestore, amico di famiglia, “ogni tanto buttava un occhio”.
La realtà oltre l’apparenza. Una lezione di giornalismo vero. Un mestiere che Giorgio ha amato molto, fin da giovanissimo. A 26 anni era già responsabile della redazione modenese de L’Avvenire d’Italia. Due anni dopo, nel 1964, è diventato giornalista professionista. Dopo la chiusura de L’Avvenire d’Italia nel 1966 è passato in Rai come corrispondente da Modena. Incarico che ha ricoperto fino al pensionamento nel 1999. Ma non ha mai dimenticato la carta stampata, collaborando con il quotidiano Il Giorno nell’epoca d’oro del quotidiano milanese, sotto le direzioni di Italo Pietra e di Guglielmo Zucconi.
Attivissimo anche negli anni da pensionato. Ha realizzato, fra l’altro, un documentario su vent’anni della vita modenese (1982-2002). Ma il lavoro al quale teneva maggiormente era il volume Tutti i particolari in cronaca – percorso storico sul giornalismo modenese dal 1945 al 2005, lucido ritratto dei cambiamenti di una provincia, e di riflesso di una società, raccontati attraverso le rivalità fra la Gazzetta di Modena e il Resto del Carlino. Nel mezzo la parabola dell’Unità e le alterne vicende di tv e radio locali. Tra le curiosità: la breve esperienza di apprendista giornalista di Francesco Guccini. Ma a Giorgio Boschini piaceva sperimentare anche altre modalità narrative. Si trasformava in osservatore di costume nei racconti proposti nei volumi Rasoterra e Sissignore, quest’ultimo ricco di spassosi aneddoti veri o verosimili sui burocrati che affollano gli uffici pubblici, in critico letterario nel volume collettivo dedicato allo scrittore e poeta Antonio Delfini che aveva conosciuto negli anni giovanili o in gastronomo (lui che amava la buona cucina) col volume Confraternita del gnocco fritto.
Una brutta malattia l’ha travolto in pochi mesi. Avrebbe compiuto 81 anni il prossimo 23 aprile. Lascia la moglie Gianna e tanti amici e colleghi che gli hanno voluto bene. Un amore ben riposto perché sempre ricambiato.
Giorgio Tonelli
(22 marzo 2017)