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Focus sull’inchiesta: Milena Gabanelli, Rosy Battaglia, Jenner Meletti

“Ci vogliono coraggio e determinazione per fare giornalismo d’inchiesta”. “La verità deve essere sempre l’obiettivo a cui tendere. Bisogna rimanere costantemente dentro il canale etico”. Lo ha detto Milena Gabanelli nella lezione-intervista che ha tenuto al seminario Fpc dell’Ordine giornalisti Emilia-Romagna (il 31 gennaio a Bologna).

Inizialmente era previsto pure Bernardo Iovene, poiché il corso doveva essere incentrato soprattutto sull’esperienza di Report, la trasmissione di Rai 3 che da diciotto anni propone inchieste complesse, rigorose, audaci. Per impegni imprevisti di Iovene, il programma si è un po’ modificato ma è risultato comunque di interesse perché ha presentato approcci e sguardi diversi sul giornalismo d’inchiesta. Oltre alla lunga “intervista” fra la gremita platea di giornalisti-corsisti e la “Signora di Report”, si sono potute ascoltare le testimonianze dei giornalisti Rosy Battaglia e Jenner Meletti, coordinati dal collega Claudio Santini.
Essere free lance spesso è un “ripiego”, non una scelta: non è stata una scelta per Milena Gabanelli e non lo è per tanti giornalisti che riescono a lavorare solo con partita Iva. Avere garanzie da un editore sarebbe cosa giusta. Comunque, “ogni free lance, se vuole fare carriera, non deve aspettare la chiamata di qualche editore (che magari lo paga pure male), ma deve essere creativo, farsi venire delle idee che altri non hanno, proporle, e richiedere di essere pagato in modo adeguato”. Questa è la via che la conduttrice di Report ha seguito e consiglia ai colleghi. E, se come lei, si fa della libertà di stampa, di opinione, di denuncia una vera e propria bandiera, “bisogna definire dei limiti, capire qual è il confine che ci si deve dare anche in nome della libertà di espressione”. Poi “servono coraggio e determinazione rispetto a quello che si vuole raccontare e dunque proporre a un editore”. E “bisogna cercare di non essere soli, altrimenti si passa per i rompiscatole di turno”. Anche se per fare giornalismo d’inchiesta, “è necessario essere un po’ solitari e cercare di non entrare in nessun giro, perché questo potrebbe condizionare la libertà di denunciare persone e svelare fatti”. Per Milena Gabanelli “la cronaca locale potrebbe cambiare il paese perché è una potenza: è molto temuta dagli amministratori locali”. E se un giorno dovesse mai lasciare la tv nazionale, le interesserebbe lavorare solo sulla cronaca locale.
Rosy Battaglia appartiene a quella generazione che per fare giornalismo d’inchiesta in modo indipendente è entrata nel web. La scelta di lavorare nella Rete le “permette di arrivare al pubblico senza avere un editore”. Cerca di fare informazione di pubblico interesse: ha vinto un premio per un’inchiesta multimediale su ambiente, salute, legalità e ha ideato il portale Cittadinireattivi per tenere viva l’inchiesta nel tempo. Con Internet (portali, piattaforme, social network) “il giornalista non è solo nel suo lavoro, ma è aiutato dai cittadini”. Inoltre, bisognerebbe “costruire una rete dei giornalisti free lance che fanno inchiesta, perché non avendo un editore sono molto più esposti deontologicamente e più facilmente sfruttabili”. Insomma, in questo momento, “è necessaria soprattutto la solidarietà fra colleghi (magari riuniti in cooperative)”. E poi “bisogna fare molta formazione: imparare dagli altri e insegnare a fare giornalismo d’inchiesta”.
Jenner Meletti invece è un giornalista di carta stampata che è riuscito a fare cronaca e inchieste quando i servizi e gli approfondimenti si potevano realizzare con calma, nell’arco di giorni, a volte di settimane, andando sul posto per conoscere i fatti da vicino. Andare nei luoghi dove le cose accadono, vedere con i propri occhi è “necessario per uscire dai giudizi comuni e realizzare inchieste serie”. E per scrivere il proprio originale “racconto”, perché nell’inchiesta “nessuno ha davvero dei maestri”. Oggi, però “la fretta aumenta sempre più e nei confronti dei giornalisti c’è stato un furto: il furto del tempo”. Comunque, “bisogna continuare con coraggio a fare inchieste originali e di qualità”.

Franca Silvestri

ph Miriam Figliuolo

(3 febbraio 2015)