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Gian Pietro Testa: stimato giornalista di inchiesta e pregevole pittore. Un autoritratto del collega donato all’OdG regionale in occasione dell’Assemblea annuale 2024

L’Assemblea annuale di bilancio 2024 si è chiusa con una “sorpresa”: la donazione all’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna di un quadro di Gian Pietro Testa, illustre giornalista di inchiesta e giudiziaria ma anche poeta, scrittore e pittore. Il dipinto offerto è un autoritratto dello stesso Testa in abiti da carabiniere che proviene dalla mostra Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere, allestita a Ferrara dal 2 al 20 marzo 2024. Diversi possono essere i significati simbolici dell’opera, come hanno spiegato il figlio Enrico Testa, giornalista Rai in collegamento da remoto, e la curatrice della mostra Giorgia Mazzotti, collega esperta d’arte e allieva di Testa, che ha consegnato il quadro al vicepresidente dell’OdG Alberto Lazzarini e alla consigliera Serena Bersani.

Nato nel 1936 a Ferrara, dove si è spento il 7 gennaio 2023, Gian Pietro Testa è stato “uomo di penna” ma anche pittore. A poco più di un anno dalla scomparsa, in omaggio al suo talento di artista visivo, Giorgia Mazzotti ha raccolto molte sue opere e curato una singolare mostra personale negli spazi di Idearte Gallery a Ferrara.
L’esposizione, promossa dall’associazione culturale Ferrara ProArt, ha avuto il patrocinio di Comune di Ferrara, Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, Associazione Stampa Ferrara e il sostegno di Amsef Ferrara a tutela della memoria ed è stata realizzata “per documentare la memoria e un aspetto meno noto di una personalità ferrarese che ha firmato pagine importanti di inchiesta e storia nazionale, di cronaca, giornalismo e narrativa”.

Gian Pietro Testa è stato infatti firma di spicco per inchieste e reportage giornalistici a livello nazionale, ha lavorato come cronista e inviato di testate quali Il Giorno, l’Unità, Paese Sera. Inoltre, ha diretto l’Ufficio Stampa del Comune di Ferrara dal 1985 al 1992, ha fatto parte del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna dal 1989 al 1998, è stato fra gli ideatori e promotori dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Bologna, insignito nel 2017 del Premio Stampa alla carriera.
Oltre alle importanti attività di scrittura, per le quali si è distinto sul piano giornalistico e letterario, Testa ha sempre coltivato la sua particolare vena artistica. Era ancora ragazzo quando si è avvicinato alla pittura, che poi è rimasta compagna di strada per tutto l’arco della sua esistenza. Ma l’artisticità visiva è stata una “espressione quasi privata e comunque collaterale rispetto alla scrittura”. I suoi quadri sono stati esposti in rare occasione, una sua opera soltanto è conservata nelle collezioni delle civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara. La maggior parte dei lavori pittorici – che vanno dagli anni giovanili fino al primo decennio del Duemila – è raccolta nella sua abitazione e in quelle di alcuni amici.

La mostra ferrarese Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere ha proposto una serie di opere a tema prevalentemente femminile, nelle quali “l’artista-letterato sa fare sue le opportunità e le affinità che incrocia e verso cui si pone con atteggiamento curioso, anticonformista, creativo”. “Distese o sedute, esposte all’aria, al sole e al sale, le protagoniste dei quadri sono affiancate quasi sempre dalla presenza di oggetti di apparente consumo, dove spicca un’etichetta”: uno stile che ricorda quello di molte opere della pop art. Non solo: “Oltre alla citazione di un elemento che sembra preso dal mercato come l’adesivo sul contenitore, la scelta di colori vivaci e la ripetitività di un tema rimandano all’arte moderna statunitense. E sono elementi distintivi rintracciabili in particolare nei lavori di Andy Warhol”.
Tema ricorrente nelle pitture di Testa “è quello del flacone sul quale spicca la scritta a carattere maiuscolo TNT, sigla della dinamite. Un elemento che evoca gli atti dinamitardi e violenti degli anni di piombo su cui da inviato ha lavorato e indagato a lungo. Ma è anche un riferimento sintomatico della carica esplosiva insita in un’attitudine che punta a far esplodere maschere e impalcature fuorvianti per andare a cercare pepite di verità nascoste”.
In generale, le sue opere rivelano la personalità di un “libero pensatore, dissacrante e irriverente”, che “parte da riferimenti colti – d’arte, poesia e attualità – ribaltando i canoni e offrendo interpretazioni inaspettate. Come nel caso della sua Ultima cena, dove undici personaggi su tredici sono donne”. Insomma, Gian Pietro Testa “si contraddistingue per un anticonformismo acuto, ironico e beffardo. Ma sempre pregno di umanità”.

Franca Silvestri
ph Adriana Tuzzo
(25 marzo 2024)

Nell’immagine di copertina (da sinistra): Alberto Lazzarini, Serena Bersani e Giorgia Mazzotti