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OdG regionale parte civile nel processo per diffamazione aggravata a Donato Ungaro

Il 28 aprile 2022 si è tenuta davanti a Tribunale di Reggio Emilia la prima udienza del processo con il quale il giornalista Donato Ungaro ha chiamato in giudizio l’avvocato Ermes Coffrini, già sindaco di Brescello. Coffrini è stato citato a giudizio dalla Procura di Reggio Emilia a causa di una serie di mail che lo stesso inviava per evitare la rappresentazione degli spettacoli teatrali in cui si racconta la storia di Ungaro, ma anche quella di Coffrini. Per “motivare” tali richieste, l’ex sindaco brescellese non esitava a definire l’Ungaro un «…professionista dell’antimafia…».

LA VICENDA. Era stato “vigile urbano” di Brescello negli anni Novanta, Donato Ungaro; ai tempi in cui l’avv. Ermes Coffrini era sindaco. E nel 2001 aveva chiesto al primo cittadino brescellese di poter collaborare con la Gazzetta di Reggio. Tutto bene fino a quando il sindaco Coffrini – dopo alcuni articoli “sgraditi” – scrisse al vigile/cronista: «…ritengo evidente che tu debba scegliere, fare il vigile od il collaboratore di un giornale…». Ungaro era convinto di avere la legge dalla sua; e non accetto il diktat. Anche Coffrini credeva di essere nel giusto; e lo licenziò in tronco: era il 30 novembre 2002. Il 4 febbraio 2015 la Cassazione bollò quel licenziamento come illegittimo: Ungaro andava reintegrato nel suo ruolo di “vigile urbano”; ruolo da cui era stato licenziato per la sua collaborazione con la Gazzetta. Il reintegro non arrivo mai e l’Ungaro divenne giornalista professionista; la sua storia venne trasposta in due spettacoli teatrali: Saluti da Brescello e Va pensiero, dal Teatro delle Albe di Ravenna. Nel frattempo il Comune di Brescello veniva “sciolto” per mafia, mentre era sindaco Marcello Coffrini, figlio di Ermes Coffrini. Quell’Ermes Coffrini che si sentiva diffamato dagli spettacoli; e ne denunciò gli autori. Il Tribunale ha archiviato la denuncia. Però Ermes Coffrini non poteva sopportare che la storia del vigile/cronista Donato Ungaro girasse per le piazze e i teatri; e prese a scrivere a sindaci e direttori di teatri, minacciando di querelarli se avessero permesso la rappresentazione degli spettacoli: voleva evidenziare il Coffrini «…le palesi falsità con cui è riuscito a costruirsi una carriera da professionista dell’antimafia…». Questa volta fu Ungaro a denunciare Coffrini. E la Procura l’ha mandato a processo l’avv. Ermes Coffrini, accusato, lui, l’avvocato Coffrini, di diffamazione aggravata. Già vederlo in aula, nella veste di imputato, è stata una soddisfazione per il giornalista Ungaro. «Dare del “bugiardo” a un giornalista, a qualunque titolo, significa mettere in discussione la sua professionalità – sostiene Ungaro –, prima ancora che una caratteristica personale. La deontologia del giornalista prevede la verità sostanziale dei fatti; come può una persona accusata di essere un “bugiardo” essere un giornalista credibile?».

Diffamare un giornalista, tentare di ostacolarlo, non è solo un fatto privato. È una questione di interesse pubblico. Il giornalista non lavora per sé (sia chiaro, non è un hobby) ma per informare l’opinione pubblica su questioni rilevanti. La stampa non è un tribunale, leggi e deontologia sono gli strumenti che ci guidano e che tutelano anche le persone di cui ci occupiamo. Il giornalista ha il dovere di informare con tutti i mezzi a disposizione. Ogni limitazione è un atto contro l’opinione pubblica. Per questo abbiamo scelto di costituirci parte civile nel processo per diffamazione aggravata ai danni del collega Donato Ungaro, su una vicenda giudiziaria e di cronaca molto delicata. La decisione del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna è un gesto di vicinanza a Donato, che non si è mai fatto intimidire, ma anche un atto a tutela di chi fa informazione per gli altri, con la consapevolezza che diffamare un giornalista crea un danno alla professione e all’opinione pubblica, che avrà meno strumenti di valutazione della realtà.
Silvestro Ramunno
Presidente Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna

(5 maggio 2022)