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Minacce di morte al giornalista Donato Ungaro. Odg, Aser, Fnsi: indagare a fondo

“Testimone, Marino – A Reggio Emilia si doveva sistemare un assessore comunale per un piano regolatore e un giornalista che dava fastidio, il dottore Ungaro”. È un passaggio del verbale della testimonianza del collaboratore di giustizia Vincenzo Marino interrogato dal Procuratore generale nell’ambito della vicenda relativa alla presenza della n’drangheta calabrese nella nostra regione. Quel “sistemare” più avanti diventa “ammazzare”. La diffusione di questo testo ha creato grande allarme tra gli organismi della categoria poiché è la conferma di notizie già circolate, pur senza la precisazione del nome, e che avevano indotto Associazione stampa ed Ordine regionale già nel 2018 a chiedere che si indagasse a fondo.

Richiesta che è stata ribadita con forza nel corso di una conferenza stampa congiunta dell’Ordine regionale dei giornalisti, dell’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna (ASER) e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) svoltasi a Bologna, il 4 settembre, con la partecipazione dello stesso collega minacciato Donato Ungaro e del Presidente della FNSI, Giuseppe Giulietti.

“Scorta mediatica – ha detto il Presidente del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, Giovanni Rossi – non significa solamente non lasciare soli i colleghi minacciati, deve voler dire anche occuparsi dei temi che le loro inchieste hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica affinché non siano isolati, lasciati gli unici ad approfondire determinati argomenti”. Rossi ha ribadito la piena e convinta solidarietà dell’Ordine ad Ungaro e chiesto che istituzioni e forze politiche facciano altrettanto poiché il suo “non è problema dei soli giornalisti”.

Vittorio Pastanella, segretario dell’ASER, ha coordinato l’incontro ricordando che i temi al centro della conferenza stampa rimandano a quelli generali della libertà di stampa.

“Occorre alzare l’asticella dell’attenzione” ha sottolineato Mattia Motta, segretario generale aggiunto della FNSI, che ha ripreso i temi della precarietà dilagante nella categoria ricordando che sono spesso colleghi precari ad essere al centro di vicende come quella di Ungaro.

Ed è proprio Ungaro nel ricordare e raccontare la sua vicenda a sottolineare di essere oggi quanto mai precario, collaborando a 5 euro a pezzo mentre per vivere svolge la professione di autista dell’azienda dei trasporti pubblici (Tper) di Bologna, lavoro dal quale, peraltro, si autosospeso senza stipendio, per non mettere a rischio i passeggeri dell’autobus da lui guidato viste le minacce venute alla luce.   

“Perché quel progetto (di “sistemarlo” – ndr) se scrivevo di politica ed imprenditoria per la Gazzetta di Reggio e non mi occupavo direttamente di mafia?” si è chiesto, retoricamente, il giornalista. “La Magistratura faccia chiarezza sui rapporti n’drangheta-istituzioni-imprenditoria”, ha aggiunto.

“Ci dovrebbe essere una tutela non solo fisica, ma anche economica” è l’idea lanciata da Loris Mazzetti, storico regista delle trasmissioni di Enzo Biagi, riprendendo il tema del precariato che già fu un tema affrontato nel caso di un altro giornalista minacciato e sotto scorta, Giovanni Tizian. “Ci vorrebbe una legge in proposito” ha azzardato Mazzetti.

“L’amministrazione di Brescello risolva i problemi che ha pendenti con Donato Ungaro facendogli le scuse e pagandogli quanto dovuto”. Lo ha detto Paolo Bonacini, collaboratore del Fattoquotidiano.it e della CGIL per la quale ha seguito il processo AEMILIA, facendo riferimento al fatto che il Comune di Brescello dove Ungaro lavorava come vigile urbano lo licenziò per quanto il collega scriveva sulle escavazioni abusive nel Po e, quindi, sulle attività malavitose in zona. Quell’Amministrazione fu poi sciolta per mafia.

“Le minacce ai giornalisti sono aumentate, ma nel mirino in realtà c’è la Costituzione e l’ordinamento repubblicano – ha esordito Giuseppe Giulietti, Presidente della Federstampa, egli stesso oggetto delle attenzioni degli “odiatori” seriali del web – Chi racconta viene minacciato. La vicenda di Ungaro non può essere relegata a livello regionale” ed ha proposto che l’Osservatorio istituito dal Ministero degli Interni per monitorare le minacce ai giornalisti e che ha già programmato una riunione a Milano si riunisca anche in Emilia-Romagna, a Reggio o a Bologna. Giulietti ha chiesto che la Commissione antimafia, presieduta dal senatore Nicola Morra, programmi un’audizione su questo caso.

Anche il Presidente della FNSI ha colto l’occasione per ricordare la pesante situazione di precariato della categoria con la legge sull’equo compenso che non ha ancora prodotto nulla e quella contro le querele temerarie che non decolla. Giuseppe Giulietti ha richiamato i colleghi alla solidarietà a 360 gradi senza discriminazioni politiche e di parte e ricordato che lunedì 7 settembre a Roma si terrà una manifestazione per Julian Paul Assange, che ha il merito di aver denunciato la menzogna di Stato.

(5 settembre 2020)

Nella foto (da sinistra): il Presidente dell’OdG regionale Giovanni Rossi, il segretario dell’ASER Vittorio Pastenella, il giornalista minacciato Donato Ungaro