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Mostra fotografica “Dusty Dancing” a cura di Gabriele Fiolo. Un viaggio singolare nelle discoteche abbandonate d’Italia. Si può visitare fino al 4 marzo 2024

Si intitola “Dusty Dancing – Images from silence” la mostra curata dal fotogiornalista Gabriele Fiolo, che è stata inaugurata il 3 febbraio e resterà aperta fino al 4 marzo 2024, presso la Casa di Quartiere Katia Bertasi in Piazza Lucio Dalla a Bologna (via Fioravanti, 18 – Ingresso libero durante gli orari di apertura della sede).

Dopo la vernice – che ha richiamato appassionati di fotografia e un folto pubblico di diverse generazioni – per tutta la serata, alla consolle Dj set con Gianmarco Silvi – Semm Store, Deeno Dj e Floriano Dj, che “hanno regalato un sottofondo musicale avvolgente e coinvolgente” e “hanno saputo creare un’atmosfera unica sin dal primo istante, accogliendo i visitatori con selezioni musicali sapientemente curate. La loro capacità di miscelare generi diversi ha contribuito a creare un flusso sonoro che si adattava perfettamente alle diverse emozioni evocate dalle fotografie esposte.”

“Può la musica cambiare il mondo?”, si chiede il curatore. E dice: “Non sono in grado di dare una risposta a questa domanda!!! […]. Sicuramente la musica ha cambiato la vita di tante generazioni”. “Dusty Dancing – Images from silence” permette di compiere un “viaggio all’interno dei templi, delle cattedrali che hanno dato ritmo a migliaia di giovani, che vivevano la loro normale settimana per poi trasformarsi nel fine settimana, diventando altro. Luoghi che rappresentavano una sorta di fuga dalla realtà, in cui la musica assorbiva le preoccupazioni e il ballo diventava un’espressione di libertà”. Attraverso le immagini fotografiche di Elsa Mancini e Simone Nanetti, l’esposizione propone un itinerario insolito e curioso che consente di entrare nelle discoteche dismesse d’Italia – simbolo di un’epoca in cui la musica e la danza erano il centro della vita sociale – e offre “un’opportunità di riflessione sulla storia culturale del nostro Paese e sulle trasformazioni che alcuni dei suoi luoghi di aggregazione più iconici hanno subito nel corso del tempo”. L’allestimento non solo valorizza ogni singola foto (arricchita da una ricerca storica sul luogo fotografato), ma riporta i visitatori in quei luoghi, grazie anche alle tracce audio sparse nel percorso espositivo, ascoltabili tramite un QrCode. Numerose sono le occasioni interattive per il pubblico e non manca l’angolo “Selfie Zone”, dove è possibile scattarsi un selfie e pubblicare l’immagine con #dustydancing.

Precisa Gabriele Fiolo: “Le discoteche sono state un luogo di ritrovo fondamentale per intere generazioni di italiani. Hanno rappresentato un momento di svago, di divertimento, ma anche di aggregazione e di socializzazione. Negli anni ’70, ’80 e ’90, le discoteche erano il luogo dove si andava per ballare, per conoscere nuove persone, per vivere l’atmosfera unica della notte. Questi luoghi, un tempo pulsanti di vita notturna e musica, ora testimoniano il cambiamento del tempo e delle tendenze, un’epoca che sembra ormai appartenere al passato, ma che continua a suscitare nostalgia e ricordi. La mostra non è solo un viaggio personale, ma anche un’immersione nella storia culturale che ha plasmato intere generazioni. Questi luoghi diventano, quindi, veri e propri archivi a testimonianza delle trasformazioni sociali, musicali e stilistiche che hanno caratterizzato diverse epoche. È un viaggio emotivo, un modo per riconnettersi con il passato, riflettere sul presente e contemplare l’evoluzione della cultura, della musica e della società nel corso del tempo”.

“Dusty Dancing – Images from silence” è stata realizzata nell’ambito della dodicesima edizione di ART CITY Bologna in occasione dei cinquanta anni di Arte Fiera, con il patrocinio di Comune di Bologna e Bologna Unesco City of Music, in collaborazione con Associazione Fotografica Tempo e Diaframma APS, Associazione Senza Il Banco, Dusty Dancing, Ascosi Lasciti, Ottiche Creative, Semm music store & more.

Altre info nel sito dell’Associazione Fotografica Tempo e Diaframma e a questo link.

F.S.
(6 febbraio 2024)