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Nel Giardino di Santa Cristina a Bologna svelata la targa in ricordo di Miran Hrovatin

È stata scoperta nella mattinata del 20 marzo 2024 la targa in memoria di Miran Hrovatin, posta nel giardino a lui intitolato all’interno del Complesso di Santa Cristina, in Piazzetta Morandi a Bologna. La commemorazione con svelamento si è svolta in occasione del trentesimo anniversario dell’attentato di Mogadiscio (Somalia – 20 marzo 1994), dove il cineoperatore triestino venne assassinato insieme alla giornalista Rai Ilaria Alpi (alla quale è dedicato un altro Giardino di Bologna, in via Emilia Ponente di fianco all’Ospedale Maggiore).
Presenti alla cerimonia Simone Borsari (avvocato e assessore del Comune di Bologna), Rosa Maria Amorevole (giornalista e presidente del Quartiere Santo Stefano), Fulvio Cammarano (docente di Storia contemporanea all’Alma Mater e direttore del Master in Giornalismo Unibo, che ha sede nel Complesso di Santa Cristina), Giampiero Moscato (ex caporedattore Ansa Bologna/E-R, direttore responsabile di InCronac@ e altre testate del Master in Giornalismo Unibo). Per l’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna ha partecipato il tesoriere Luca Molinari.

  La targa dedicata a Miran Hrovatin

La decisione di intitolare il Giardino di Santa Cristina a Miran Hrovatin è stata presa dal Consiglio del Quartiere Santo Stefano nella seduta del 18 gennaio scorso, per mantenere vivo il ricordo del “fotografo e operatore di ripresa”, testimone e martire della Storia del ‘900.
Dopo avere fondato e lavorato per l’agenzia Videoest di Trieste, Hrovatin è stato assunto in Rai. Ha raccontato la guerra dei Balcani degli anni ’90: nel suo lavoro ha sempre avuto grande attenzione per i più deboli, sfidando i divieti per portare a Sarajevo soccorsi umanitari e aiutare tante persone a fuggire dalla città devastata dal conflitto. Durante quell’esperienza ha conosciuto Ilaria Alpi, con la quale ha realizzato numerosi reportage di guerra. Nel 1994 era a Mogadiscio come cineoperatore insieme alla giornalista, inviati dalla Rai a seguire per il Tg3 il ritiro del contingente militare italiano dalla missione internazionale Restore Hope e per approfondire alcune notizie sul traffico di rifiuti tossici, tra cui l’uranio, su cui Ilaria Alpi stava redigendo un dossier.
Il 20 marzo 1994, proprio il giorno nel quale era previsto il ritiro dei militari italiani, Miran Hrovatin e Ilaria Alpi sono stati uccisi. Probabilmente si è trattato di una esecuzione, di un duplice omicidio organizzato, su cui a distanza di trent’anni rimangono molte incognite e ancora non sono stati individuati i veri colpevoli e mandanti.

  Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

Il Complesso di Santa Cristina, “casa” del Master in Giornalismo dell’Università di Bologna, è popolato da oggetti di memoria simbolici: la Panchina per la libertà di stampa, la Lapide in ricordo del giornalista Ezio Cesarini giustiziato dai fascisti, il manifesto di Ossigeno per l’Informazione con i volti dei 28 giornalisti italiani assassinati da terroristi e criminali nel dopoguerra. Con l’intitolazione del giardino a Miran Hrovatin (e l’odierno svelamento della targa) si accentua ancora di più il suo valore rappresentativo: è “luogo simbolo” non solo per i giornalisti ma per tutta la città.

Franca Silvestri
(20 marzo 2024)

Nella foto di copertina (da sinistra): Fulvio Cammarano, Giampiero Moscato, Rosa Maria Amorevole, Simone Borsari