Assemblea annuale dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna. Approvati i bilanci 2022-2023
È tornata completamente “in presenza” l’Assemblea annuale dell’OdG Emilia-Romagna. L’incontro per l’approvazione del conto consuntivo 2022 e del bilancio di previsione 2023 si è svolto nella mattinata di sabato 18 marzo presso il Centro Congressi del Savoia Hotel Regency di Bologna.
Come ha sottolineato il Presidente del Consiglio OdG Silvestro Ramunno (che ha aperto i lavori dell’Assemblea e ne ha assunto la presidenza), è stato «un momento importante di riflessione e confronto sui temi della professione e un’occasione di incontro con tanti colleghi persi di vista negli anni. Il momento più significativo? La consegna dei diplomi ai neoprofessionisti».
Prima di dare spazio agli interventi ordinistici, il Segretario del Consiglio OdG Elide Giordani ha letto la lunga, triste “lista” dei GIORNALISTI SCOMPARSI NEGLI ULTIMI DODICI MESI. E ricordato Bice Biagi, mancata in questi giorni, che proprio nel pomeriggio di sabato 18 marzo è stata sepolta a Pianaccio accanto al padre Enzo. In memoria dei colleghi la platea si è alzata in piedi e ha osservato un minuto di silenzio.
Silvestro Ramunno ha poi presentato la dettagliata RELAZIONE DEL PRESIDENTE, accompagnata da slide e citazioni “di stimolo”. Innanzitutto ha voluto ricordare il conferimento della targa “ad honorem” a un senior della professione: «Qualche giorno fa abbiamo consegnato un riconoscimento a Giacomo Scaramuzza, il decano dei giornalisti dell’Emilia-Romagna. È iscritto dal 1947, ha 100 anni. Ha detto, con una grande lucidità, che pur in mezzo a questo grande cambiamento, il fondamento della nostra professione è rimasto lo stesso. Concordo!». Valutando lo stato attuale dell’informazione il Presidente ha però aggiunto: «Pensando a Scaramuzza, a noi, alle persone nella lista degli scomparsi che abbiamo ricordato poco fa, a tanti altri, mi sono chiesto: cosa è successo? Come abbiamo fatto a perdere reputazione in modo così repentino? Perché non siamo riusciti a difendere il valore della verità, che è per l’opinione pubblica?». L’analisi è stata fatta: «le biblioteche sono piene di libri che analizzano quello che è successo e che sta succedendo. Forse è il momento di dare una svolta». Perché «quel giornalismo organizzato in redazioni così come le abbiamo vissute o conosciute», «inteso come mediatore tra fatti e opinione pubblica», «che seleziona le informazioni in maniera professionale, con criteri deontologici e nell’interesse pubblico, nell’esclusivo interesse pubblico» è «quasi scomparso e quel po’ che è rimasto è sempre meno rilevante». Però «meno quantità di quel giornalismo abbiamo, più è debole la democrazia (e anche noi che siamo sia giornalisti sia membri della comunità)». Oggi «si consuma più informazione che in passato ma è informazione in buona parte non mediata da giornalisti».
Tuttavia noi siamo giornalisti e «siamo giornalisti sempre. Non solo durante l’orario di lavoro (quando c’è)», ha detto il Presidente. E prima di passare a temi più “interni”, ha voluto condividere con i presenti ancora un paio di riflessioni generali. La prima sulla grande sfida tra attenzione e verità: «I giornalisti sono quelli della verità, le grandi piattaforme sono quelle dell’attenzione da catturare per farci stare incollati ad uno schermo. Non riusciamo più a tenere distinto ciò che è verità – cioè interesse pubblico – da ciò che è ricerca dell’attenzione – cioè interesse del pubblico». Non è una questione lessicale, è «la vera grande questione del nostro tempo, con implicazioni profonde. Dobbiamo esserne consapevoli, mettere la deontologia al centro del nostro operato e tenere distinte le cose». Ma anche far capire «ciò che è giornalismo e ciò che non lo è». La seconda riflessione è sul giornalismo: «ne abbiamo bisogno, forse più di prima. Parlare male dei giornalisti è uno sport molto praticato e, con sincerità, anch’io frequento il partito dell’autocritica. Ma, lo dicevamo l’anno scorso, senza informazione c’è la luce spenta». Dunque, «serve il giornalismo e servono i giornalisti», «dobbiamo trovare un nostro tono nell’infodemia, c’è spazio per l’informazione professionale. E rinnovare il patto di fiducia con i lettori». Significativo è l’incipit dell’inviato Indro Montanelli: Nessuno ha visto tutto, per cui vi dirò solo quello che ho visto e scusate se vi parrà poco».
Silvestro Ramunno ha quindi preso in esame le “questioni più interne” precisando: «Merito delle cose fatte e di quelle che faremo è e sarà di tutto il Consiglio. Grazie per l’impegno a Alberto, Francesca, Giorgio, Elide, Luca, Michelangelo, Rosalba e Serena». Grazie pure alle Segreterie di Ordine e Fondazione nonché a tutti i collaboratori dell’OdG Emilia-Romagna.
Prima di tutto la formazione: «perché ci sta a cuore e cerchiamo di farla con serietà». Purtroppo, ci sono degli inadempienti: «non abbiamo ancora i numeri precisi, ma sono tanti i colleghi non in regola. Troppi». L’anno scorso sono stati organizzati 124 corsi, 259 nel triennio, 1.175 dall’inizio della FPC: «proseguiremo in questa direzione, con qualche risorsa economica in meno, ma con la convinzione che formazione e deontologia sono parte del nostro futuro». Una serie di eventi formativi serviranno a riflettere sui 60 anni della legge istitutiva dell’Ordine (ricordata anche in un MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Sergio Mattarella): «un testo dai principi molto attuali ma con meccanismi superati. Una riforma di quella legge non solo è necessaria, è urgente».
Con rammarico, il Presidente ha evidenziato il calo degli iscritti all’OdG regionale: «165 in meno nel 2022 (di cui 112 pubblicisti). Al 31 dicembre 2022 eravamo 6.425». Un decremento dovuto anche alla revisione dell’Albo: «lo teniamo aggiornato, nonostante le leggi contraddittorie. Su assenza di Pec o morosità non transigiamo».
Note positive. È ripartito il Master in Giornalismo Unibo: «Oltre ogni considerazione di merito, a me pare importante il fatto che una prestigiosa Università dedichi un suo insegnamento al giornalismo». Numerose sono le collaborazioni con istituzioni territoriali: «Penso al Comune di Conselice, alla possibilità di creare una rete con altri Comuni emiliano-romagnoli che hanno a cuore il giornalismo, la libertà di stampa e di espressione. Penso a Ozzano, o a Parma fra qualche giorno, che hanno voluto panchine bianche per onorare giornaliste (Anna Politkovskaja e Ilaria Alpi) e per la libertà di stampa. Sono iniziative concrete, non scontate. E da valorizzare».
Inoltre, «Stiamo lavorando anche sul nostro archivio, per organizzarlo, renderlo fruibile e digitalizzarlo. Abbiamo fatto degli incontri con la Regione Emilia-Romagna, il prossimo passo sarà ottenere la notifica di “notevole interesse pubblico”». C’è una iniziativa importante di collaborazione, in controtendenza: «Assieme agli ordini di Toscana, Umbria e Marche stiamo lavorando a un protocollo d’intesa per fare attività congiunte: formazione, bandi, premi, valorizzazione del giornalismo». Con il Consiglio nazionale il dialogo è positivo e costante, pur nella diversità di vedute su alcuni punti: «Abbiamo fatto sempre valutazioni laiche e mai pregiudiziali e sempre – a nostro avviso – per la tutela della qualità della professione». Prosegue il lavoro comune con enti e associazioni “del nostro mondo” come AIRF, Gus, ASER, Inpgi, Casagit, GiULiA Giornaliste: «lavoriamo bene con tutti, mantenendo ognuno la propria autonomia. Questo è un valore per il giornalismo». E il sostegno di diversi festival e iniziative: «cito Dig Award, il rapporto con la cattedra di diritto della comunicazione di Unibo, la rassegna sul fotogiornalismo dell’AIRF. Ma anche piccole iniziative locali che danno valore al giornalismo».
In conclusione il Presidente ha affermato: «Ecco, quello che ho cercato di raccontarvi è un pezzo di quell’Ordine che, oltre gli importanti aspetti burocratici, è vicino ai colleghi. Ve ne ho parlato nell’ultima assemblea. Oggi aggiungerei che vogliamo essere un Ordine capace di mantenere un rapporto caldo con gli iscritti e di tenere una relazione viva con i giornalisti, capace di generare cambiamento reale».
Il Tesoriere dell’OdG Luca Molinari ha poi esposto e commentato la RELAZIONE SUI BILANCI sottolineando che l’unica fonte di entrata dell’Ordine «è rappresentata dalla quota annuale degli iscritti. Un’entrata in costante calo «perché il numero di iscritti diminuisce sensibilmente anno dopo anno. A questo va aggiunto il problema dei colleghi morosi». Per agevolare chi si trova in difficoltà l’Ordine regionale da alcuni anni ha attivato degli “aiuti concreti”: contributi a fondo perduto, prestito d’onore, rateizzazione delle quote annuali. Comunque, «il bilancio consuntivo 2022 si chiude con un avanzo di 4.097 euro». E per il 2023 «l’obiettivo è quello di chiudere in pareggio, ma la sfida – ogni anno che passa – si fa sempre più improba». Perché il trend è «un disavanzo strutturale legato, principalmente, al costante calo degli iscritti».
Nel dettaglio dei bilanci è entrata la puntuale RELAZIONE DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI, illustrata dal Presidente del Collegio Fulvio De Nigris che ha precisato: «esaminati i bilanci consuntivo 2022 e preventivo 2023, controllata la documentazione relativa alla situazione dei conti bancari e postali, verificata la regolarità nei versamenti previdenziali e fiscali», il Collegio «conferma l’esattezza dei dati» e «anche quest’anno apprezza il risultato di gestione chiuso con un bilancio in positivo». Nonostante contingenze e difficoltà, «ritiene di poter condividere i criteri di impostazione dei bilanci, esprimendo parere favorevole ed invitando l’Assemblea degli iscritti ad approvarli».
Dopo avere dato spazio a richieste di chiarimento sui BILANCI, constatato che l’Assemblea “è validamente costituita” e “il quorum c’è”, il Presidente Ramunno ha messo in votazione il CONTO CONSUNTIVO 2022 e il BILANCIO PREVENTIVO 2023. Entrambi i bilanci sono stati approvati all’unanimità in modo palese.
Ha fatto seguito un doppio contributo di Claudio Santini. Come Presidente del Consiglio di disciplina territoriale ha esposto la RELAZIONE DEL CDT sottolineando che «la maggioranza dei procedimenti disciplinari di cui si è occupato ha riguardato la mancata formazione». Tutte le posizioni relative al primo triennio formativo 2014-2016 sono state chiuse e ora il CDT si sta occupando del triennio 2017-2019 che vede oltre 1300 colleghi non in regola: «si va da posizioni con assenza totale di crediti a casi nei quali invece la formazione è stata svolta ma non interamente. Ovviamente questo CDT ha dato la precedenza alle situazioni dei cosiddetti “zeristi” e ha anche ritenuto opportuno stabilire criteri di valutazione il più possibile equi posto che, come si potrà facilmente intuire, non si può sanzionare allo stesso modo chi non ha all’attivo alcun credito rispetto a chi ne ha, ad esempio, 40 o addirittura 50».
Come referente per la formazione della Fondazione OdG, ha invece fatto il punto sulla FORMAZIONE PROFESSIONALE CONTINUA precisando che «la prima frazione formativa (2014-2016) ha visto la Fondazione impegnata nell’organizzazione di ben 411 eventi. Il secondo triennio ha fatto salire gli eventi a 495: il terzo (coinciso con la pandemia) ha invece registrato un inevitabilmente calo dei corsi partecipati e l’organizzazione di più incontri in streaming. Ciò nonostante, gli eventi complessivi del triennio 2020-2022 sono stati 259». Infine il 2023 che «ha visto lo svolgimento di 16 corsi e 15 sono già stati approvati fino al mese di aprile». Riepilogando: «dal 2014 sono stati organizzati 1.175 incontri formativi dei quali 315 di carattere deontologico». In conclusione, Santini ha ricordato che dal 31 dicembre 2021 occorre registrarsi agli eventi FPC sulla piattaforma predisposta dal Consiglio nazionale dell’Ordine www.formazionegiornalisti.it.
Terminate le relazioni, Silvestro Ramunno ha aperto e coordinato la discussione generale. Sono intervenuti Claudio Cumani del Cda di CasagitSalute, il presidente dell’ASER Matteo Naccari, il presidente del GUS Stefano Gruppuso e i Consiglieri dell’OdG Antonio Boschi, Emilio Bonavita, Michelangelo Bucci, Serena Bersani. Un dibattito di interesse che ha evidenziato temi urgenti e criticità della professione con l’auspicio di una “riforma” dell’Odine che possa incidere positivamente sul futuro del giornalismo e dell’informazione.
Conclusi gli “adempimenti di rito”, Elide Giordani ha coordinato la tradizionale consegna dei diplomi ai NUOVI PROFESSIONISTI 2022 (i “virgulti”) e dei riconoscimenti ai colleghi professionisti e pubblicisti che hanno raggiunto i 40 ANNI DI ISCRIZIONE ALL’ALBO (le “radici”). Maestri di cerimonia il Presidente Silvestro Ramunno e i Consiglieri regionali e nazionali dell’OdG.
Franca Silvestri
ph Adriana Tuzzo
(19 marzo 2022)