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Molestie sessuali nel mondo dei media: prima ricerca nazionale della Cpo-Fnsi

L’85% delle giornaliste italiane ha subito molestie sessuali. È il dato “nero” che emerge da un’indagine realizzata dalla Commissione Pari Opportunità della Fnsi insieme a Casagit, Inpgi, Usigrai, Ordine dei giornalisti e Agcom, con la consulenza della statistica Linda Laura Sabbadini.

La ricerca è stata presentata ieri a Roma, nella sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Il Segretario generale del Sindacato dei giornalisti, Raffaele Lorusso, ha rimarcato che “serve un cambio di passo culturale nelle redazioni”. Poiché, “l’85 per cento delle giornaliste dichiara di aver subito molestie sessuali almeno una volta nel corso della vita professionale. Oltre il 66 per cento negli ultimi 5 anni. Il 42 per cento è stata vittima di una qualche forma di molestia nell’ultimo anno”.
Sono solo alcuni dei dati emersi da questa prima indagine sulle molestie sessuali nel mondo dei media, illustrata dalla presidente uscente Alessandra Mancuso e dalla neoeletta presidente della Cpo Mimma Caligaris.
Come ha commentato Linda Laura Sabbadini, “i dati ci dicono che si tratta di un fenomeno diventato quasi strutturale. Che alle molestie sessuali sui luoghi di lavori si è fatta in qualche modo l’abitudine, come se fosse normale. Un clima che si è consolidato nel tempo, contro il quale è necessario un cambio di mentalità”.
Sono state coinvolte giornaliste dipendenti che lavorano nelle redazioni di quotidiani, tv e agenzie di stampa (esclusi i periodici). Al sondaggio (condotto in modo da garantire l’assoluta riservatezza delle colleghe interpellate) hanno risposto 1.132 donne, pari al 42% del campione. La ricerca ha messo in luce che “gli episodi di molestie hanno riguardano persone di tutte le età. Battute a sfondo sessuale, insulti e svalutazione sono la più diffusa forma di molestia. Metà delle intervistate ha subito almeno una volta nella vita pressioni, avances o è stata seguita o controllata. In un caso su tre le giornaliste hanno dichiarato di aver subito ricatti sessuali”.
Ancora: “gesti osceni, telefonate oscene, commenti sessuali, minacce di violenza e violenze tentate, minacce di diffondere immagini o video intimi. Tutti abusi perpetrati in 3 casi su 4 dentro le redazioni, alla presenza di altri colleghi o in una stanza chiusa. Chi molesta ha più di 45 anni ed è in genere un superiore, a testimoniare che spesso la molestia è anche un modo per affermare la presunta superiorità di chi la commette, e dunque una presunta inferiorità della donna lavoratrice”.
Solo il 2 per cento delle intervistate ha dichiarato di aver denunciato l’accaduto: “c’è paura di ripercussioni o si pensa che denunciare non serva a nulla”.
Per Mimma Caligaris, “il prossimo passo sarà portare questa indagine anche fuori dalle redazioni, per coinvolgere le giornaliste lavoratrici autonome. Precarie e autonome sono più deboli e ricattabili, anche se colpisce che il 72% di chi ha ricevuto molestie aveva un contratto a tempo indeterminato”.
Il segretario del Consiglio nazionale dell’Odg, Guido D’Ubaldo, ha assicurato che “l’Ordine affronterà anche la questione delle molestie sessuali così come si è schierato al fianco dei colleghi che subiscono minacce, querele temerarie e tutte le difficoltà che derivano dalla precarietà del lavoro”.
Maggiori info nel sito della Fnsi.
Materiali di approfondimento a link1 e link2.
F.S.
(6 aprile 2019)