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Processo Aemilia: sentenza storica per i riti abbreviati. Risarciti anche l’Odg Emilia-Romagna e l’Aser

58 condanne, per un totale di oltre 300 anni di carcere. Si è chiusa con queste cifre importanti la parte dei riti abbreviati del processo “Aemilia”, che ha tenuto le sedute dell’udienza preliminare a Bologna.
Anche se le pene sono state più basse di quelle richieste dai pm (non va dimenticato che in “abbreviato” sono scontate di un terzo) e si sono registrate una decina di assoluzioni, è una sentenza storica, che non ha precedenti in questa regione in un dibattimento contro la ‘ndrangheta.

Sono due i condannati per intimidazioni alla stampa. «Le prime sentenze nell’ambito del Processo “Aemilia” hanno condannato gli imputati Mesiano e Diletto anche per le minacce rivolte ai giornalisti reggiani Sabrina Pignedoli e Gabriele Franzini. In più è stato riconosciuto un conseguente risarcimento per l’Ordine dei Giornalisti e per l’Associazione Stampa che si erano costituiti parte civile al fine di testimoniare la propria vicinanza e solidarietà nei confronti di colleghi così pesantemente coinvolti in questa inchiesta giudiziaria». Lo sottolinea un comunicato diffuso nei giorni scorsi dall’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna.
Ma l’aspetto che l’Odg regionale ritiene più importante «è che da questa sentenza emerge chiaramente un riconoscimento del ruolo svolto dalla libera stampa, al servizio esclusivo della pubblica opinione e dei cittadini. Raccontare l’inquietante fenomeno della criminalità organizzata rispettando con coraggio il principio della verità, significa contribuire in maniera tangibile a contrastare tale fenomeno e a favorire la diffusione della cultura del diritto e della legalità».
Così la ‘ndrangheta, per la prima volta, si trova al centro di un maxiprocesso per infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna. Le sentenze dei riti abbreviati confermano la gravità del fenomeno che i colleghi hanno contribuito a denunciare.
Esprime soddisfazione anche l’avvocato Valerio Vartolo (legale di Odg e Aser e responsabile dello sportello legale di Ossigeno per l’informazione): «la condanna degli imputati Mesiano e Diletto, anche per i delitti commessi nei confronti dei giornalisti e il conseguente risarcimento riconosciuto in favore dell’Associazione della stampa e dell’Ordine dei giornalisti, oltre a costituire un importante risultato dal punto di vista processuale, rappresenta un riconoscimento del fondamentale ruolo svolto dalla libera stampa, anche nel raccontare il fenomeno criminale mafioso».
F.S.
(24 aprile 2016)