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Protocollo Ordine – Miur: forte la partecipazione dell’Emilia-Romagna

Oltre 900 studenti iscritti a 440 classi di sedici regioni italiane hanno preso parte agli incontri organizzati da Ordine dei giornalisti e Ministero dell’Istruzione nell’ambito del Protocollo di intesa firmato tre anni fa dalle due realtà con l’obiettivo di fornire maggiori conoscenze ai ragazzi dell’ultimo anno delle scuole superiori che desiderano svolgere, quale prova d’esame di italiano, un articolo di giornale.
Anche l’Emilia-Romagna ha partecipato attivamente al progetto (è risultata fra le primissime) con dieci scuole, quaranta classi e 812 studenti. Gli incontri, che hanno coinvolto una dozzina di giornalisti-docenti, si sono svolti a Piacenza, Ferrara, Modena, Fidenza, Guastalla, Rimini e Forlì e sono stati coordinati dalla segreteria del Consiglio regionale in stretta ed efficace

collaborazione con gli uffici.
Del positivo esito di questo complesso progetto si è diffusamente parlato anche nel corso del recente Consiglio nazionale dell’Ordine che ha ascoltato la relazione di Alberto Lazzarini, emiliano, presidente della Commissione culturale che ha organizzato e coordinato l’iniziativa cui hanno preso parte le Soprintendenze scolastiche regionali e i singoli istituti e, per la parte giornalistica, i Consigli regionali dell’Ordine con circa 130 colleghi che hanno vestito i panni di docenti. In ogni classe si sono svolti almeno due incontri che hanno suscitato interesse, curiosità, richieste di approfondimenti, attese.
L’edizione 2015-16 ha dunque registrato un notevole consenso sia in termini quantitativi (in un solo anno è più che quadruplicato il numero dei ragazzi e delle classi partecipanti) sia qualitativi grazie anche al migliorato approccio organizzativo che in questa edizione ha registrato la nascita della figura, a livello regionale, del giornalista-referente.
Gli insegnanti e i dirigenti scolastici si sono dichiarati soddisfatti degli incontri, soprattutto desiderosi di comprendere le tecniche giornalistiche direttamente dai professionisti del settore piuttosto che dai libri.
I ragazzi hanno a loro volta dimostrato attenzione e curiosità e si sono spesso impegnati, nell’esecuzione degli scritti, con serietà, cercando soprattutto di usare il richiesto linguaggio giornalistico.
Nelle scuole – è stato più volte chiesto – dovrebbe essere obbligatorio uno spazio “una tantum” dedicato alla lettura dei giornali sui fatti emergenti. L’attenzione mostrata in aula dagli allievi evidenzia la necessità di una seria educazione ai media.
La presenza dei giornalisti nelle classi ha infine consentito di provare, con i fatti, la rilevanza del ruolo del giornalista, strumento di mediazione non improvvisato ma competente, affidabile e in linea con i principi deontologici.
(24 maggio 2016)