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Protocollo Odg-Miur per dieci Istituti in Emilia-Romagna

Ben quattro scuole ferraresi hanno sfruttato l’opportunità data dal protocollo siglato fra Ordine Giornalisti nazionale e Miur, due sono invece del modenese (Sassuolo e Finale Emilia), due della Romagna (Rimini e Sant’Arcangelo), due di Bologna e provincia. Dieci Istituti nei quali gli allievi delle quinte classi hanno seguito le tre giornate di formazione per valutare se scegliere l’articolo di giornale come prova d’esame.
I colleghi Cristiano Bendin, Matteo Billi, Gerardo Bombonato, Giuseppe Castagnoli, Giuseppe Errani, Marco Gardenghi e Claudio Santini (che aveva già fatto un’esperienza “pilota” nel 2014) hanno condotto gli incontri. Complessivamente oltre 500 i ragazzi che hanno partecipato alle lezioni

(anche se poi diversi non si sono cimentati nella prova-simulazione). I giornalisti-docenti, nel complesso, definiscono l’esperienza positiva soprattutto per l’interesse dimostrato dai ragazzi e dagli insegnanti anche se, quasi concordemente, rilevano diverse problematiche che sostanzialmente si possono riassumere in: tempi ristretti, periodi dell’anno inadeguati e generale scarsa preparazione al progetto.
Inoltre – come riferisce Matteo Billi – nonostante l’interesse e l’attenzione alle lezioni, nessuno degli studenti “ha intenzione di provare l’articolo di giornale alla maturità. Del resto in sede di commissione d’esame non ci sono giornalisti e quindi il rischio di non essere capiti è grande”. Fra i giornalisti-docenti c’è anche chi, pur riconoscendo la disponibilità e l’interesse per l’apprendimento dimostrata dagli studenti (Giuseppe Errani) ha riscontrato una “conoscenza approssimativa – salvo casi episodici – della lingua italiana, di grammatica e punteggiatura”. Di parere contrario Giuseppe Castagnoli che ha lavorato con gli studenti del Liceo Classico Ariosto di Ferrara. Castagnoli ha espresso un giudizio positivo sulla sua esperienza per quattro ragioni: “la prima è la qualità e la capacità degli studenti. Le ragazze e i ragazzi che ho incontrato hanno mostrato una buona sensibilità critica e una forte volontà di approfondire le loro conoscenze. La seconda è stata la capacità di assimilare rapidamente i canoni della scrittura giornalistica. La terza è che non si sono accontentati di spiegazioni lineari ma hanno sollecitato l’esame dei motivi (storico-politico-economici) alla base degli avvenimenti come la Prima Guerra Mondiale. La quarta è che hanno seguito con interesse e partecipazione le lezioni come un vero e profondo momento di formazione”. Favorevole anche il parere di Marco Gardenghi che ha definito discreti i risultati delle prove anche dal punto di vista giornalistico: “certamente migliori di quanto ci si potesse aspettare da studenti che per loro stessa ammissione non comprano mai un quotidiano, difficilmente lo leggono, non guardano i tg e si informano, quando capita, solo attraverso i social networks o nelle home page dei motori di ricerca”.
Esperienza, quindi, non negativa ma che potrebbe certamente migliorare se – come suggerisce Matteo Billi – si potesse sviluppare il progetto almeno su due annate scolastiche (quarto quadrimestre della 4^ e primo della 5^) e inserire un giornalista, nella commissione degli esami di maturità.
Argia Granini

Ancora una volta l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia -Romagna ha dimostrato la sua disponibilità e la sua efficienza. Anche in riferimento al Protocollo d’intesa con il Miur ha risposto al meglio e si colloca al primo posto fra gli Ordini: sono ben 10, infatti, le scuole presso le quali nostri colleghi-docenti si sono recati fornendo ai ragazzi dell’ultimo anno informazioni utili all’eventuale scelta dell’articolo di giornale quale prova d’esame di italiano in occasione dell’esame di Stato.
Va da sé che grande è la soddisfazione della Commissione culturale e dell’Ordine nazionale che hanno promosso la firma e poi la pratica attuazione di questo Protocollo siglato due anni fa proprio nella nostra regione, a Cento.
Quest’anno – i dati sono ancora incompleti – hanno partecipato all’operazione oltre la metà degli ordini regionali. In tutta Italia le scuole che hanno aderito sono 149 ma molti Ordini si sono attenuti alla disposizione (un suggerimento) che prevedeva di incontrare non più di cinque scuole in questo primo anno sperimentale. L’impegno che questo lavoro comporta – per i colleghi e per le strutture regionali – è forte e va ad aggiungersi alle altre corpose incombenze, a cominciare da quella della formazione.
Per questo, a nome della Commissione e dell’Ordine nazionale desidero ringraziare vivamente tutti i colleghi e gli amici che hanno contribuito, fattivamente, al progetto nella consapevolezza del servizio reso alle nuove generazioni ma anche all’Ordine.
Alberto Lazzarini
consigliere nazionale dell’Odg, presidente della Commissione cultura

(23 luglio 2015)