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L’Ordine dei giornalisti Emilia-Romagna celebra il 60esimo anniversario dell’OdG

A 60 anni dall’istituzione dell’Ordine dei Giornalisti, l’OdG dell’Emilia-Romagna e la cattedra di Diritto della Comunicazione dell’UNIBO organizzano un ciclo di seminari formativi.

Il primo – sul ruolo attuale dell’OdG, con un respiro anche internazionale confrontandolo con le organizzazioni giornalistiche in Europa e nel mondo – doveva svolgersi il 19 maggio scorso, ma è stato annullato per emergenza meteo e sarà riproposto in nuova data. Un seminario dalla doppia valenza, che offre una lettura d’insieme, tra diritto ed informazione, delle recenti problematiche che toccano il giornalismo, e che chiama a convegno relatori qualificati (giornalisti, accademici, avvocati, rappresentanti delle organizzazioni giornalistiche), come, fra gli altri, Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, Alessandra Costante, segretario nazionale della FNSI, Silvestro Ramunno, presidente dell’OdG della regione Emilia-Romagna. Un incontro dedicato alla Legge n.69 del 1963, che regolamenta la professione giornalistica e ne istituisce l’Ordine, ai suoi contenuti, alle sue funzioni anche ripercorrendone le ragioni storiche che ne rivalutano l’attualità e la centralità. Dopo l’Albo dei giornalisti del 1925, nel 1948 la FNSI vuole fortemente un ordine per i giornalisti (istituito poi nel 1963 grazie alla tenacia di Gonnella); l’associazione ha radici antiche ed è testimone, dallo Statuto Albertino, di un’informazione prima appendice della politica, poi di forti gruppi finanziari e industriali, con giornalisti che si formano solo con il praticantato in giornali caratterizzati da rigidi quadri redazionali e da rapporti di dipendenza dal direttore, per arrivare al Fascismo e alla soppressione della libera stampa e poi, con la libertà garantita dalla Costituzione, assiste al caso Montesi, apice e discesa della cronaca che ha abusato della sua libertà. Dopo questa storia la FNSI chiede un organo a garanzia dell’indipendenza dei giornalisti, della loro formazione e della deontologia per un’informazione corretta e che tuteli i diritti personali. Funzioni che l’evoluzione stessa dell’informazione e la crisi della professione al tempo di internet ha rivalutato, nonostante l’annosa polemica della costituzionalità dell’Ordine (ne parlerà il professor Carlo Berti).

Proprio l’informazione al tempo dei nuovi mass media è l’argomento del secondo e terzo incontro (del 21 giugno e dell’11 settembre 2023), che trattano del quadro normativo della Stampa e della Tv di fronte a internet, strumento che, invece di consentire pienamente la libera espressione del pensiero si svela quale spazio informativo senza regole, produttore di fake news, di nuovi reati lesivi dei diritti soggettivi, minaccia per il pluralismo, che apre a professionalità ibride e ad un mercato dell’informazione peggiorativo delle condizioni professionali del giornalista. Un contesto che rimette al centro, anche con le opportune riforme, le funzioni dell’Ordine.

L’ultimo incontro (dell’11 ottobre 2023) chiude il cerchio con la domanda: a notizie globalizzate corrisponde un’evoluzione internazionale dell’etica giornalistica? Così, partendo dal fondamento sovranazionale del diritto di informazione si passa al confronto fra le varie organizzazioni professionali giornalistiche nei principali paesi europei ed extraeuropei.

Un percorso, quindi, a tutto tondo che parte dalle ragioni storiche dell’Ordine fino alla centralità e attualità delle sue funzioni di garanzia, deontologiche ma anche formative, come questo seminario, che offre ai partecipanti strumenti utili per potersi muovere in un contesto informativo così complesso senza perdere di vista il ruolo della professione giornalistica ai fini dell’interesse pubblico.

I giornalisti possono iscriversi sulla piattaforma www.formazionegiornalisti.it.

Giusy Ferro
(23 maggio 2023)