Magazine d'informazione

Sentito cordoglio per la scomparsa di Matteo Incerti, giornalista e scrittore reggiano

“Sipario! Sulla penisola di Bruce si alzano le stelle! Cenare, con amici e amiche Ojibwa, in riva al lago osservando il sole che man mano si addormenta e le voci del Bosco che spezzano il silenzio”.
Sono le ultime parole lanciate su Facebook il 13 agosto, in un tramonto incantato sul lago Huron, dal giornalista reggiano Matteo Incerti, stroncato da un malore che non gli ha lasciato scampo a soli 51 anni mentre era in viaggio tra i nativi americani dell’Ontario, in Canada, per presentare l’edizione inglese del suo libro “I pellerossa che liberarono l’Italia”. Era ospite degli amici della nazione algonchina degli Ojibwa, che lo avevano invitato come ospite d’onore al Pow Wow, cerimonia di danze e costumi tradizionali dei nativi. Ed era atteso nel Saskatchewan tra il popolo cree.
Matteo Incerti se n’è andato troppo giovane, troppo presto, nel pieno di una esplosione creativa che lo aveva consacrato come scrittore di talento di storie e biografie della guerra italiana. E prima ancora giornalista animato da una passione di altri tempi e con la capacità di lavoro di una “macchina da guerra”. Impegnato sin dai primi momenti nel Movimento 5 Stelle, da anni era un punto di riferimento per molti insostituibile al servizio Comunicazione dei gruppi parlamentari M5S del Senato e della Camera, dove tutti lo ascoltavano anche quando non le mandava a dire, senza peli sulla lingua, ai cittadini parlamentari. 
Aveva cominciato a Reggio Emilia come cronista in bicicletta, collaboratore del Resto del Carlino e di Radio Bruno. La militanza nel Movimento 5 Stelle e la professionalità acquisita sul campo lo avevano portato a Roma, mentre coltivava le altre passioni della vita: lo sport (era tra i fondatori degli Hogs, squadra di football americano di Reggio) e soprattutto la ricerca storica e il romanzo di guerra, dove in questi anni aveva dato il meglio di sé. 
Prima de “I Pellorossa che liberarono l’Italia”, aveva scritto “Il Suonatore matto”, “Si accende il buio” con Johannes Lubeck, poi il “Bracciale di sterline” con Valentina Ruozi e “Il paradiso dei folli”. 
Era diventato famoso, in Europa e oltre Atlantico per aver fatto riabbracciare a 97 anni il veterano Usa Martin Adler con i tre bambini incontrati e fotografati durante la battaglia di Monterenzio, nell’appennino bolognese, del maggio 1944.
Oggi la sua repentina scomparsa, avvenuta in Ontario, ha suscitato un’ondata di cordoglio nel mondo del giornalismo, della cultura e nel suo Movimento. Gli hanno dedicato parole accorate il ministro Di Maio, l’ex premier Giuseppe Conte, la figlia del soldato Adler, Rachelle Shelley Adler Donley, e soprattutto Beppe Grillo: “Dio, mi raccomando, quando ti si presenterà davanti tienilo a freno – ha scritto su fb – È un vulcano di battute, di risate, di idee. Ero sempre a dire: fermati, fermati, sei troppo esuberante! E soprattutto che non si presenti senza il suo Parmigiano Reggiano, come faceva con me al casello di Modena Nord, uscivo dal casello e lui era lì che mi aspettava, sembravamo due corrieri della droga, lui che spacciava parmigiano, me lo metteva in macchina, mi abbracciava e mi salutava. Mi mancherai, mi mancheranno quelle soste al casello di Modena e mi mancheranno le tue idee bellissime, come il soldato Adler. Tienilo, tienilo lì, rallegrerà tutta la tua comunità. Ciao Matteo!”.
E a noi, il giornalista Matteo Incerti ha consegnato dal lago Huron un breve quanto involontario testamento morale: “Riallacciare fili dispersi nel tempo, portare alla luce le memorie di questi popoli discriminati per secoli, è un modo per far riacquisire la consapevolezza del messaggio di pace di fratellanza portato dalle loro culture”.
Anche questo un messaggio in bottiglia, lanciato negli oceani social, solo qualche ora prima di chiudere gli occhi per sempre. Troppo giovane e troppo presto.
Pierluigi Ghiggini

Matteo Incerti era iscritto all’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna dal 1991. L’OdG regionale partecipa al cordoglio per la scomparsa del giornalista e si unisce al dolore di familiari, amici e colleghi. Addio Matteo!

(16 agosto 2022)