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Si è spento Franco Vannini. Stimato giornalista dell’Unità con la politica nel cuore e una grande passione per tutti gli sport

“Nato l’8 giugno del 1935 a San Giorgio di Piano (BO). Pubblicista dal 1960, praticante dal 1973, professionista dal 1975. Nel 1977 aveva chiesto un certificato per diventare direttore responsabile del periodico sportivo Sempre Avanti ed è stato titolare di una rubrica televisiva dell’emittente Punto Radio TV”.
Queste sono le righe che si trovano nella cartella del collega Franco Vannini deceduto domenica scorsa all’età di 88 anni a Bologna. Poche righe ma dietro alle quali c’è una carriera (meglio: una vita) passata in un solo giornale: L’Unità.
La sua grande passione era lo sport, il suo grande impegno era la politica, cioè la militanza nel Pci. Riuscì a realizzare entrambi questi obiettivi: scrivere di sport nel giornale del suo partito.
Lo sport per lui erano tutte le discipline sportive. Dal calcio al basket, dal pugilato fino a quelle cosiddette minori che si praticano solo nelle polisportive. Cominciò a collaborare nella piccola redazione di via Grabinski (una laterale di via Marconi) per poi approdare in via Barberia 4, la sede della Federazione del Pci. Ci conoscemmo lì, nel ‘73, e la nostra amicizia non si è mai esaurita. Negli ultimi tempi l’appuntamento era fissato alla trattoria Boni, vicino a dove abitava. Ci vedemmo un mesetto fa quando andai a casa sua per dargli il bollino dell’Ordine che gli avevo recuperato perché non trovava più la lettera che gli chiedeva il rinnovo dell’iscrizione. Parlammo poco di salute ma tanto del Bologna e della Virtus.
La sobrietà sul lavoro e fuori dal lavoro era l’aspetto predominante del suo carattere. Detestava eccessi e retorica. C’erano dei colleghi, dentro e fuori dalla redazione, che pensavano fosse timido, introverso oppure un supponente. No. Era una persona normale che, come tutti, selezionava le sue amicizie.
Ha fatto il collaboratore, il redattore poi il caposervizio. Ha scritto un paio di libri sul Bologna e uno con Renato Villalta, uno dei “grandi” della Virtus, sul basket.
Era orgoglioso dell’intervista che aveva fatto a Emil Zatopek, il mezzofondista e maratoneta cecoslovacco, soprannominato la “locomotiva umana”, uno che aveva vinto quattro medaglie d’oro e una medaglia d’argento alle Olimpiadi.
Vestirsi con giacca e cravatta per lui era normale come normale era scegliere (sempre) un vino bianco, fermo e secco, meglio se friulano. Questo è il Franco che ho conosciuto e a cui ho voluto bene. Anche perché, come ha fatto per tanti altri, mi ha fatto capire che il nostro è un gran bel mestiere.
Ciao Franz
Giuliano Musi

L’ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna si unisce al cordoglio di familiari, amici, colleghi e formula sentite condoglianze.

Il 14 marzo 2024, presso la Camera mortuaria dell’Ospedale Maggiore, è stata allestita la camera ardente per l’ultimo saluto, poi c’è stata l’inumazione nel cimitero della Certosa di Bologna.

(14 marzo 2024)