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Unibo esclude parte della stampa da una manifestazione per Patrick Zaki

“Una manifestazione per rivendicare la liberazione di Patrick Zaki, lo studente dell’Università di Bologna, in carcerazione preventiva da ormai un anno in Egitto, e per chiedere la concessione della cittadinanza italiana come forma concreta di solidarietà e di pressione sul regime militare egiziano, lo stesso i cui servizi segreti sono responsabili dell’assassinio di Giulio Regeni, deve essere l’occasione del massimo di unità e di impegno. I giornalisti e le loro rappresentanze ci sono e partecipano al movimento di opinione pubblica che chiede la liberazione di Zaki e verità e giustizia per Regeni.
Spiace però che proprio l’Università di Bologna nel corso di tale iniziativa abbia tenuto alla porta buona parte dei giornalisti e che dopo le proteste abbia consentito ad alcuni e non ad altri di accedere al luogo dell’iniziativa. Se la giustificazione sono le doverose precauzioni antipandemia queste potevano essere ugualmente rispettate con una adeguata organizzazione”.
Il Presidente del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, Giovanni Rossi.

Ed ecco la presa di posizione del Presidente dell’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna, Matteo Naccari.
“È incredibile che a un evento organizzato contro chi impone limiti ai diritti delle persone sia presa a schiaffi la libertà di stampa e di espressione. Tanto più che a operare una scelta tra chi può raccontare e chi no sia una Università. Stamattina a Bologna all’evento organizzato dall’Alma Mater per chiedere la liberazione di Zaki, lo studente in carcere da un anno in Egitto a seguito di fantasiose accuse lanciate dal regime locale, lo stesso Ateneo si è arrogato la facoltà di non aprire le porte ai giornalisti lasciandone entrare solo alcuni scelti arbitrariamente. Una presa di posizione, ribadita anche dopo le proteste, che appare ancor più grottesca perché ha macchiato un appuntamento dove invece la libertà deve farla da padrone a scapito delle prepotenze e di chi non rispetta i diritti e la libera circolazione delle idee. Detto questo anche noi ci associamo, come giornalisti, alla mobilitazione in favore di Zaki chiedendone subito la liberazione”.

(8 febbraio 2021)