#ZONAROSSA: il Covid-19 tra “infodemia” e comunicazione nel nuovo libro di Lelio Alfonso e Gianluca Comin
Così la pandemia del secolo è diventata infodemia. Lo raccontano Gianluca Comin e Lelio Alfonso nel volume #zonarossa, il Covid-19 tra infodemia e comunicazione (Edizioni Guerini&Associati).
Nella “vicenda Coronavirus” e in tutte quelle che richiamano situazioni di emergenza collettiva, la comunicazione ha avuto, ha e avrà un ruolo sempre più centrale. Questo, in sintesi, il punto di vista degli autori, che spiegano: “Covid-19 non è solo la sigla di una tragica pandemia che ha colpito e falcidiato milioni di persone. Se il mondo sta affrontando un’emergenza dagli effetti devastanti non solo sul piano sanitario, ma anche su quello economico e sociale, non meno eccezionali sono state le conseguenze per la comunicazione e l’informazione. Una crisi profonda che ha stravolto le nostre abitudini quotidiane, cambiando il ritmo della vita delle città modificandone gli spazi e i tempi”.
Una situazione che ha spinto cittadini, professionisti e aziende alla ricerca quasi ossessiva di informazioni credibili, districandosi tra eccessi apocalittici, sottovalutazioni, fake news e irresponsabilità digitali, istituzionali o mediatiche. Quindi, “a fianco della pandemia si è diffusa, altrettanto rapida, una infodemia dai contorni ancora frastagliati: ansiogena, confusa, senza punti di riferimento puntuali”.
Una malattia? “No, questo no”, sottolineano gli autori. “Piuttosto una terapia fondamentale (quale medicina è più efficace della conoscenza?), usata troppo spesso in modo confuso, con un accanimento che ricorda, appunto, una cura mal gestita e con il rischio di esiti infausti. Il nostro Paese, diversamente e molto più di altri, è stato colpito da questa infodemia che ha confuso l’opinione pubblica, travolto i media e messo in crisi le istituzioni”.
In questo scenario, per cercare di trovare qualche risposta, Lelio Alfonso e Gianluca Comin hanno analizzato “quanto accaduto – in particolare nel nostro Paese – dal 31 gennaio al 4 maggio, date simbolo delle cosiddette Fase 1 e Fase 2, ovvero dal primo allarme ufficiale al giorno della (parziale) riapertura di un’Italia provata e smarrita, ma con una grande voglia di ricominciare”. Hanno incontrato parole nuove e problematiche delicate, soluzioni in itinere e personaggi chiave, in un tempo sospeso in cui “le zone rosse sono entrate nel lessico quotidiano dell’emergenza così come il lockdown, i dispositivi di protezione o le task force”. Ma, “la #zonarossa è molto più dell’hashtag che titola questo libro. È il fermo immagine che ha caratterizzato Codogno e Vò Euganeo all’inizio e oggi circoscrive ciò che si può o non si deve fare, percorrere, interagire”.
Secondo gli autori: “Oggi è il virus ad assediarci, ma abbiamo armi, risorse e volontà per contrastarlo. A partire, appunto, da una comunicazione equilibrata e orizzontale, che non ceda ai protagonismi e alle speculazioni. Se c’era un modo per mettere alla prova la comunicazione, la pandemia del Covid-19 è stato il più drammatico e realistico banco di prova. Come professionisti ci interroghiamo di continuo su come aggiornare linguaggi e strumenti per intercettare il pensiero che cambia, su come rispondere agli umori di consumatori e famiglie, come usare la tecnologia che modifica spazi e tempi dell’informazione. Da giornalisti e comunicatori, con esperienze nelle istituzioni, nelle aziende e un ruolo oggi a fianco di imprese e decisori, abbiamo ripercorso l’intera nostra vita professionale in una diretta che tocca tutti questi ambiti”.
Il libro è diviso in tre parti che richiamano, anche nella terminologia, scoperta, analisi e soluzioni di un fenomeno per molti versi ancora ignoto. Come precisano gli autori, “i comunicatori, così come gli scienziati e tutti coloro (economisti, giuristi, sondaggisti, politologi e commentatori) che molto – e talvolta disordinatamente – si sono esposti sui media, dovranno avere un ruolo centrale nel disegnare e condurre le strategie di governance e di gestione del bene comune”.
F.S.
(26 giugno 2020)