Al DIG Festival di Riccione assegnati i prestigiosi DIG Awards 2017
Sono stati proclamati i vincitori dei DIG Awards 2017. I premi internazionali, destinati alle migliori inchieste video e ai migliori video reportage della passata stagione, sono stati assegnati (sabato 24 giugno) al DIG Festival di Riccione nell’ambito di una articolata e seguita cerimonia in Piazzale Ceccarini.
Le opere premiate raccontano storie di ogni parte del mondo. Tra i vincitori, anche un progetto d’inchiesta sul trafficante di esseri umani più ricercato del pianeta.
Sei le categorie in concorso, con oltre 220 concorrenti e 23 opere finaliste, prodotte tra Europa (Italia, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia), Nord Africa (Egitto, Tunisia), Asia (Siria, Iraq, Cina) e Stati Uniti. I premi sono stati assegnati da una giuria internazionale, presieduta da uno dei più
affermati reporter americani, Jeremy Scahill, cofondatore del sito d’inchiesta The Intercept. Alla selezione dei vincitori hanno partecipato giornalisti e importanti addetti ai lavori di sette paesi europei.
La cerimonia di premiazione, condotta da Vicsia Portel, si è aperta con la sezione Investigative Long, riservata ai lungometraggi d’inchiesta. Ad aggiudicarsi questa categoria è stata la regista cinese Nanfu Wang con Hooligan Sparrow, documentario di produzione americana in cui si raccontano le persecuzioni subite da una delle più agguerrite attiviste cinesi per i diritti umani.
Nella sezione Investigative Medium (mediometraggi d’inchiesta) il premio è andato a Saada Abd Elkader e Najoua Hammami, coautori di Upside Down, inchiesta sul triste epilogo delle primavere arabe di Egitto e Tunisia, dove le famiglie dei “martiri della rivoluzione” democratica e i giovani eroi del 2011 sono stati abbandonati al loro destino.
Nelle categorie Reportage Long e Reportage Medium, la giuria ha invece premiato lo statunitense Craig Atkinson per Do Not Resist, documentario sulla massiccia militarizzazione della polizia americana, il fotografo siriano Issa Touma e i giovani videomaker olandesi Floor van der Meulen e Thomas Vroege per Greetings from Aleppo, opera che attraverso una serie di surreali e toccanti video-cartoline racconta la vita quotidiana in una città devastata dalle bombe.
Tra le opere brevi (sezione Short) ha vinto Il caso Provolo, inchiesta italiana realizzata per Fanpage.it da Sacha Biazzo. Un lavoro che in soli 12 minuti riesce a condensare lo scandalo dei preti pedofili.
La premiazione è culminata con la categoria più prestigiosa, DIG Pitch, che assegna un contributo allo sviluppo di 20mila euro al miglior progetto di inchiesta. Come da tradizione, il vincitore è stato scelto dopo un’intensa sessione di pitch, durante la quale i finalisti hanno potuto presentare il proprio progetto alla giuria e a un pubblico di produttori e distributori internazionali. Con questa formula innovativa, negli ultimi due anni ben sei progetti (vincitori o finalisti) si sono trasformati in inchieste prodotte da network come Sky, Canal+ o Mediaset. Quest’anno il premio di produzione è andato a Hunting the General, di Lorenzo Tondo, Saul Caia, Rosario Sardella, Vincenzo Rosa. Obiettivo del progetto è rintracciare uno dei trafficanti di essere umani più ricercati del pianeta, l’eritreo Medhanie Yehdego Mered, conosciuto come “il Generale”.
I vincitori di tutte le categorie ( destinatari di contributi da 1000 a 20mila euro) sono stati premiati con le “zappenne”, opere dell’artista Claudio Ballestracci. Vista l’alta qualità dei lavori finalisti, la giuria ha attribuito anche due menzioni speciali (con la consegna di due tavole originali di Zamoc, l’artista che ha realizzato l’immagine di questa edizione del festival) ad altrettante inchieste provenienti dal mondo arabo, premiate “per il coraggio e la rilevanza sociale del tema trattato”: Behind the Doors of Silence dell’egiziano Ahmed El Shamy e Project №1 degli iracheni Asaad Al-Zalzali e Thaer Khalid Ibrahim.
Durante la cerimonia sono stati premiati anche Carmen Vogani ed Emanuele Svezia, autori di Aisha e Zamira. Noi ragazzine Rom. L’opera, trasmessa da Nemo (Rai 2), si è aggiudicata la menzione “Carta di Roma” riservata a storie di migranti e minoranze.
La serata ha avuto come ospite d’onore Evgeny Morozov, uno dei massimi esperti di comunicazione digitale e libertà d’espressione, che ha proposto al pubblico un intervento singolare intitolato Internet non salverà il mondo, accorata difesa del giornalismo investigativo e della fondamentale funzione democratica.
Maggiori info nel sito di DIG.
Franca Silvestri
ph DIG
(25 giugno 2017)