A Media Memoriae cronisti, tradizioni e un “esame” del presidente dell’Odg Marini
Decima edizione per Media Memoriae, il convegno nazionale itinerante dei cronisti di culture, storie e tradizioni, quest’anno ospite del prestigioso Teatro Marrucino di Chieti.
Anche se la convention 2017 si è svolta fuori regione (il 9 settembre), l’Ordine dell’Emilia-Romagna (culla dell’incontro annuale fra le riviste impegnate a promuovere il territorio e le tradizioni locali) ha avuto comunque un ruolo significativo con la presenza di diversi giornalisti emiliano-romagnoli.
In apertura di manifestazione il presidente nazionale dell’Odg Nicola Marini ha sottolineato l’importanza della valorizzazione dei territori per poi proporre un focus sulla formazione obbligatoria dei giornalisti e un’analisi obiettiva, lucida, preoccupata sullo stato attuale della professione: “la situazione della nostra categoria è devastante.
Ogni giorno constatiamo la chiusura di redazioni, non ci sono nuove iniziative editoriali. Il 65 per cento degli iscritti all’Ordine dei giornalisti sono precari o disoccupati. Otto su dieci hanno un bilancio familiare inferiore ai 10 mila euro lordi l’anno, che significa essere sotto la soglia della povertà”.
Un discorso che ha sollecitato un’attenta riflessione e introdotto i contributi dei giornalisti presenti. Per l’Emilia-Romagna sono intervenuti Alberto Lazzarini (presidente della Commissione cultura del Cnog), Michelangelo Bucci (consigliere Cnog che ha portato e porterà per il terzo anno a Cesena la fase conclusiva del concorso nazionale “Fare il giornale nelle scuole”), Giuseppe Adriano Rossi (presidente dell’Associazione Stampa Reggiana) e Fabio Cocconcelli (direttore di Reggio Storia, la rivista che nel 2008 è stata motore della prima edizione di Media Memoriae, il cui titolo si deve a Gino Badini).
Come ha ricordato Roberto Zalambani (consigliere Cnog, segretario generale Unaga-Fnsi e responsabile organizzativo delle dieci edizioni del convegno), “Media Memoriae è stata inaugurata nell’Aula Magna dell’Università di Reggio Emilia e Modena, poi si è spostata nelle terre verdiane per rendere omaggio a Giovannino Guareschi nel centenario della nascita e ora è approdata in Abruzzo”. A Chieti, Zalambani (coordinatore dell’incontro) ha salutato le numerose autorità convenute (tra cui il Sindaco Umberto Di Primio, il presidente dell’Odg abruzzese Stefano Pallotta, il presidente di Argalam Donato Fioriti) e introdotto la presentazione delle venti riviste invitate a questa edizione. Inoltre, ha sottolineato che “Media Memoriae vuole valorizzare le specializzazioni giornalistiche nel loro complesso” e che “la formazione permanente e certificata è un’occasione irripetibile per avvicinare i giornalisti alle istituzioni, alle realtà sociali e produttive e per comunicare correttamente il pianeta Italia”.
Del resto, come ha precisato il presidente Cnog Nicola Marini, “la formazione è sicuramente la mission più importante dell’Ordine. È una legge dello Stato che ce la impone, come a tutti gli altri ordini professionali. Per il primo triennio l’abbiamo garantita gratuitamente e siamo riusciti a finanziare anche quella per il secondo triennio. È un aspetto importante, soprattutto se rapportato alla situazione devastante della nostra categoria. Per noi era un obbligo morale fare una formazione gratuita, che però si è basata molto sul volontariato dei nostri consiglieri nazionali e presidenti regionali: è stata una formazione più di quantità che di qualità, ma adesso dobbiamo fare un salto di qualità. Purtroppo non è stata presa bene da molti giornalisti, lo dicono i risultati: solo il 50 per cento dei colleghi ha completato il percorso formativo del primo triennio, il 12 per cento è esentato perché in pensione, mentre il restante 38 per cento è diviso tra una metà che sta completando l’acquisizione dei 60 crediti e l’altra metà che rifiuta la formazione. I famosi zeristi (e fra questi ci sono molte grandi firme) la rifiutano, invece l’aggiornamento professionale è fondamentale e, se si riesce a fare una formazione di qualità, la categoria cresce”.
Per Marini la fpc è uno dei nodi centrali del futuro dell’Ordine: “credo che il nuovo Consiglio nazionale (che verrà eletto il prossimo ottobre) debba avere tre obiettivi. Il primo è quello di riformare la Legge del 1963 che è fuori dalla storia (da allora a oggi è cambiato tutto nel mondo e ancora di più nella nostra professione), soprattutto nella parte che riguarda l’accesso. Poi c’è il miglioramento della formazione. Infine bisogna intercettare le nuove tecnologie, le nuove frontiere del giornalismo, le nuove figure professionali. A patto però che l’informatizzazione non prevalga sull’informazione, quella vera che facciamo tutti i giorni”.
R.Z. / F.S.
(18 settembre 2017)