Ricordo di Graziella Fava: Aser, Odg e quartiere Porto vicini alla famiglia
Sono passati 39 anni dall’attentato dei “Gatti Selvaggi” al sindacato dei giornalisti. Per ricordare la scomparsa di Graziella Fava e l’incursione terroristica all’Asem, Ordine dei giornalisti, Assostampa dell’Emilia-Romagna e Quartiere Porto-Saragozza si sono uniti alla famiglia per una commemorazione.
Nel giorno della ricorrenza (13 marzo) i presidenti Giovanni Rossi (Odg E-R), Serena Bersani (Aser) e Lorenzo Cipriani (Quartiere Porto-Saragozza) si sono stretti ai parenti di Graziella Fava nel giardino bolognese di via Milazzo a lei intitolato per una simbolica e sentita cerimonia commemorativa.
Erano presenti il figlio, il fratello, la cognata e la nipote della vittima insieme a giornalisti e componenti di Aser e Odg Emilia-Romagna. È stata deposta una corona, tutta verde, in quel parco dove giocano i ragazzi e dove la vita di tutti i giorni continua. Il discorso partecipato della presidente Aser Serena Bersani ha rotto il silenzio commosso dei presenti e ha riportato alla memoria le violente azioni terroristiche degli “anni di piombo” che hanno segnato Bologna, i suoi cittadini ma anche l’esistenza personale e professionale di colleghi impegnati a difendere l’indipendenza della stampa, la libertà di espressione, la democrazia.
Il prossimo anno, nel quarantesimo anniversario dell’attentato, l’Ordine regionale dei giornalisti e l’Assostampa Emilia-Romagna insieme al Quartiere Porto-Saragozza (dove ha sede il Giardino Graziella Fava) hanno intenzione di organizzare un incontro aperto alla città per proporre documenti, pubblicazioni, testimonianze sulla storia tragica degli “anni di piombo” a Bologna.
Questa la triste cronaca dell’attentato del 13 marzo 1979. Verso le ore 17, due uomini e una donna, armati e mascherati, fanno irruzione negli uffici dell’Asem (Associazione Stampa Emilia-Romagna e Marche) in via San Giorgio a Bologna, sequestrano un impiegato e una persona occasionalmente presente, poi danno fuoco ai locali. Il fumo invade l’appartamento del piano superiore dove si trovavano un’anziana donna, la figlia e la collaboratrice domestica Graziella Fava. Le prime due vengono salvate dai pompieri, Graziella Fava invece muore per asfissia sul pianerottolo, vittima di una contesa con cui non aveva nulla a che fare. L’attentato (seguito da altre incursioni incendiarie nelle abitazioni di cronisti bolognesi) viene rivendicato dal gruppo “Gatti Selvaggi”, che dichiara di agire in nome dei militanti di “Prima Linea” uccisi qualche giorno prima in un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine. Le indagini non hanno mai condotto ad alcun colpevole e il delitto resta ancora impunito.
Di Graziella Fava e del suo “innocente” coinvolgimento nell’attentato terroristico all’Asem ne hanno parlato giornalisti e storici. Serena Bersani (attuale presidente dell’Aser) in 101 donne che hanno fatto grande Bologna (Newton Compton, 2012), Luca Pastore nel volume La vetrina infranta. La violenza politica a Bologna negli anni del terrorismo rosso, 1974-1979 (Pendragon, 2013) ma anche altri studiosi, ricercatori, fotografi.
Franca Silvestri
(14 marzo 2018)
Nella foto (da sinistra): Claudio Santini (presidente Consiglio di disciplina Odg), Serena Bersani (presidente Aser), Giovanni Rossi (presidente Odg E-R), i familiari di Graziella Fava, Lorenzo Cipriani (presidente Quartiere Porto-Saragozza)