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Si è spento Gianni Campi, giornalista stimato con la passione per l’Ordine. Esempio di rigore, etica, dedizione professionale, grande umanità. Il ricordo sentito del Consigliere nazionale Alberto Lazzarini

Giornalismo in lutto per la morte di Gianni Campi. Nato nel 1931 a Mirandola in provincia di Modena, era iscritto all’Ordine dal 26 giugno 1962. Dal 1974 al 2007 ha fatto parte del Consiglio nazionale dell’Odg. È stato vicepresidente del Cnog e componente dell’Esecutivo nazionale. Nel 2002 l’Odg dell’Emilia-Romagna gli ha assegnato la Medaglia d’Oro per i 40 anni di permanenza nell’Albo e nel 2010 il Cnog gli ha conferito un riconoscimento per l’attività svolta.

Campi ha rappresentato in maniera efficace la figura più autentica del pubblicista. Proprio in questa veste si era ripetutamente presentato – venendo sempre eletto – alle elezioni per il rinnovo del Consiglio nazionale dell’Ordine (il parlamentino della categoria). A Roma gli vennero affidati importanti incarichi (fu due volte vicepresidente nazionale) grazie alle sue riconosciute qualità professionali abbinate a una capacità relazionale indiscussa e alimentata da una bonomia tutta emiliana, che non era altro che la rappresentazione dei valori autentici che portava con sé: il rispetto della persona, il lavoro, lo studio, il sacrificio, naturalmente la fede. E ancora: il grande amore per la sua famiglia. Gianni lascia la moglie Anna, la figlia Maria Cristina e il figlio Pier Francesco Franz a sua volta pubblicista e notissimo personaggio di spettacolo.
Nel settore giornalistico ha collaborato con quotidiani e riviste come notista economico e ha diretto numerosi periodici. Nei primi anni 2000 ha fatto parte del Consiglio direttivo della Scuola superiore di giornalismo dell’Università di Bologna ed era iscritto all’Ucsi, l’Unione della stampa cattolica italiana.


Gianni Campi con Papa Giovanni Paolo II

Da autentico pubblicista Campi svolgeva anche un’altra attività, quella di manager, ottenendo pure in questo caso un grande successo nelle vesti di dirigente di importanti aziende private, di imprese pubbliche (fu revisore, fra l’altro, delle Ferrovie dello Stato) e di banche (vicepresidente della Banca del Monte di Bologna e Ravenna).
Fu un apprezzato autore di libri in ambiti diversi, e anche in quello giornalistico dove ha trattato, in particolare, i temi dell’etica e del pubblicismo a lui molto caro.
Per il suo impegno profondo e la fervente attività gli sono stati assegnati molteplici riconoscimenti e onorificenze, fra i quali il “Premio Cultura” della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1975 e il “Premio Sopim” per il giornalismo economico industriale nel 1985. Dalla Presidenza della Repubblica è stato insignito delle onorificenze di Cavaliere, Ufficiale, Commendatore, Grande Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce.
Familiari, amici e colleghi si sono stretti a lui per un ultimo saluto martedì 30 ottobre nella Chiesa parrocchiale di Cristo Risorto a Casalecchio di Reno – Bologna.

Alberto Lazzarini
Consigliere nazionale Ordine dei Giornalisti

(29 ottobre 2018)