Premio Franco Fedeli. Una giornata sui temi “urgenti” dei minori con crediti Odg
“Se è vero che i ragazzi sono lo specchio dell’animo, allora i problemi dei nostri adolescenti sono anche specifici atti di accusa alla società degli adulti”. Queste le parole pronunciate dal Professor Matteo Lancini al workshop Devianze e dipendenze dei giovani nell’era digitale.
In questa frase del relatore forse si può racchiudere il senso dell’intera giornata di studi (accreditata dall’Ordine dei Giornalisti) legata al Premio Fedeli 2018 che si è svolta il 6 novembre scorso a Bologna.
Una giornata particolarmente multiforme quella del premio letterario nel quale, da sempre, “i poliziotti danno i voti ai giallisti” e che mai come quest’anno ha potuto offrire una parte seminariale estremamente variegata. Per trattare il malessere giovanile, si è scelto di intervallare le relazioni tenute da Matteo Lancini, docente di Psicologia dell’Università Milano Bicocca, dal Procuratore Capo presso il Tribunale per i Minorenni dell’Emilia-Romagna Silvia Marzocchi, dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna Giovanni Rossi, dalla Vicepresidente della Giunta della Regione Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini e dall’Ispettrice di Polizia Locale Stefania Crema, con una serie di elaborati dei numerosi studenti di scuola superiore presenti in sala sui temi dei valori e della legalità. Un mix decisamente accattivante per un convegno che ha visto gli studenti protagonisti sia in veste di premiati in qualità di “Ambasciatori dei valori” che di “giornalisti” in erba con le domande social di radio C.A.P. a relatori, ospiti ed autorità.
Di particolare rilievo, poi, il consueto momento del premio speciale: dopo Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa meglio conosciuto come “medico dei migranti”, quest’anno il riconoscimento è andato all’Arcivescovo di Bologna Monsignor Matteo Maria Zuppi per “l’umanità e i profondi valori di accoglienza e solidarietà mostrati”. Nei ringraziamenti, Zuppi si è soffermato sul profondo senso di bonomia che si respira tra le strade della città. “D’altra parte – ha sottolineato l’Arcivescovo – non ha più senso stare rinchiusi nelle pur meravigliose torri di Bologna: stare asserragliati lì dentro significa fare una brutta vita”.
Da parte di tutti è emersa chiaramente la necessità di interventi congiunti e condivisi al fine di contrastare un particolare aspetto del malessere giovanile fatto di bassissima conflittualità intergenerazionale ma che si accompagna ad una rinuncia totale della società reale, alla quale viene preferito un feticcio digitale a base di like e follower. Un modello “disvaloriale” portato a sistema culturale e pratica quotidiana che si può combattere solo con interventi educativi da parte di una pletora di soggetti: famiglia e scuola in primis.
Tornando poi al premio letterario, di notevole livello il trittico di finalisti per l’edizione 2018. A spuntarla tra i romanzi di Gian Mauro Costa (Stella o Croce), Eugenio Giudici (Intrigo sul lago dorato) e Romano De Marco (Se la notte ti cerca) è stato quest’ultimo con un racconto quasi dark sulla solitudine contemporanea che si dipana sullo sfondo di una Roma notturna straordinariamente decadente e pericolosa.
(8 novembre 2018)