Protagonisti della musica e della sua storia si raccontano ad Alberto Sinigaglia in un libro-saggio di cultura
Per chi ama la musica è una lettura deliziosa. Il riferimento è a “fffortissimo” il libro che raccoglie le interviste che Alberto Sinigaglia ha fatto a personaggi della musica italiana ed internazionale in un arco di tempo che va dal 1972 al 2016. Ad ospitarle è stato il quotidiano La Stampa di Torino di cui Sinigaglia era redattore. Oggi è il Presidente del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte. Ad editarlo è stata la Fondazione Accademia Perosi attraverso le sue edizioni (302 pagine – 26.00 euro).
L’Accademia Perosi, nata nel 1984, è considerata una delle istituzioni di alto perfezionamento musicale più importanti del mondo. Non poteva non essere interessata a raccogliere 26 interviste ed articoli riguardanti altrettanti compositori, 22 a Direttori d’Orchestra e 18 ad altri interpreti. Sinigaglia è tra i fondatori del mensile Musica Viva, del notissimo settimanale Tuttolibri e del Giornale della Musica. Che sia un esperto lo si comprende dalla competenza con cui dialoga con interlocutori come Luciano Berio o Azio Corghi per citare solo un paio di compositori, o Direttori d’Orchestra quali Claudio Abbado e Riccardo Muti ed interpreti come Luciano Pavarotti. L’elenco sarebbe davvero assai lungo.
Il libro è un percorso attraverso vari generi musicali – non manca neppure Stefano Bollani – ma non si pensi che sia monotematico nel senso che abbia un carattere puramente tecnico. Di ognuno degli intervistati – tutti protagonisti della scena musicale internazionale – si colgono sentimenti, convinzioni profonde, piaceri e dispiaceri.
Così Gianandrea Gavazzeni che, nell’intervista del 1979, Sinigaglia definisce il decano dei Direttori d’Orchestra italiani, ad un certo punto dice: “Ho molto vissuto, ho fatto ciò che dovevo fare. Ho il senso della saturazione”. Una perla di saggezza.
Oppure Muti alla domanda – nell’intervista del 1982 – “In che cosa crede?” tra l’altro risponde “… Mi farebbe orrore pensare d’essere un semplice aggregato chimico che deve marcire ingoiato dalla terra”. E aggiunge: “Ripeto con Kant: Due cose mi sgomentano e mi affascinano, il cielo stellato sopra di me e la coscienza morale dentro di me”. Quindi, non solo musica, almeno non in senso stretto.
Ancora una cosa: perché “fffortissimo”? Tre f sul pentagramma indicano, appunto, “fortissimo”, vale a dire eseguire con il massimo sforzo e quattro “elementi” vitali: testa, cuore, muscoli, polmoni. Cioè anima e corpo fusi nell’armonia della musica.
Giovanni Rossi
“fffortissimo” è uno dei quattro libri selezionati per il Premio Estense. Il 26 settembre una giuria popolare di 40 lettori, a Ferrara, sceglierà il vincitore a cui sarà assegnata l’Aquila d’Oro 2020. Quella di quest’anno è la 56^ edizione del Premio.
(15 giugno 2020)