Decennale Fondazione OdG. Testimonianze di Rossi, Bonavita, Bombonato, Santini
2011-2021, dieci anni di vita
La Fondazione dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna fu la prima esperienza di questo genere in Italia. Fu una scelta preveggente, poi seguita da altri Ordini regionali. I dirigenti dell’Ordine di allora – di seguito diamo conto delle loro testimonianze – ebbero una consapevolezza: l’istituzione Ordine doveva aprirsi alla società, coinvolgere, attraverso questo strumento più agile dell’Ordine stesso, forze esterne alla categoria, ma interessate allo sviluppo ed alla qualità dell’informazione. In più, vari anni prima che una legge la rendesse obbligatoria, ebbero chiaro che il futuro della professione – palesemente già allora avviata su una china di crisi occupazionale e di ruolo – sarebbe stato legato alla qualità di chi la esercita. Qualità umana e professionale che vuol dire avere quella sensibilità che è il portato di una adeguata e sempre aggiornata preparazione a svolgere il proprio ruolo di servizio all’opinione pubblica. L’arrivo della Formazione Professionale Continua (FPC) ha in parte modificato il ruolo primario della Fondazione, da allora totalmente assorbito dal compito di fornire un’ampia e sempre maggiormente qualificata offerta in termini di seminari e corsi vari. Questo ha impedito, almeno in parte, di dedicarsi ad altre attività che pure sarebbero state negli scopi della Fondazione, come, ad esempio, quelle editoriali.
Proprio nell’anno del decennale la Fondazione sta cercando di riprendere l’attività formativa danneggiata dalle limitazioni imposte per fronteggiare la pandemia. All’offerta dei corsi online si sta aggiungendo quella dei corsi in streaming prima in via sperimentale ed ora sempre più in modo stabile che, una volta registrati, potranno essere replicati online.
L’idea di essere uno strumento di apertura e di rapporto con la società si è trasferita nello stesso modo di concepire l’offerta formativa decidendo di basarsi soprattutto sulle proposte provenienti da organismi, enti ed istituzioni, come nel caso del positivo ciclo di seminari organizzati assieme a Lepida, la società consortile per azioni che si occupa di infrastrutture digitali. Altrettanto vale per le collaborazioni avute con le Università della regione e con Amministrazioni locali.
Mi pare giusto in questa occasione ringraziare quei colleghi che nella Fondazione credono ed ogni anno rinnovano la loro adesione – che è anche sostegno economico – auspicando che molti altri compiano la stessa scelta.
Giovanni Rossi
Presidente del Consiglio regionale dell’Ordine e del Consiglio d’amministrazione della Fondazione OdG dell’Emilia-Romagna
Dieci anni di Fondazione dell’Ordine regionale
Il 26 settembre 2011 il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, nella sede della Scuola di Giornalismo intitolata ad Ilaria Alpi, oggi Master di Giornalismo, presentò la nascente Fondazione dell’Ordine, con la mission, come recita l’Atto Costitutivo, di perseguire “la valorizzazione e la tutela della figura del giornalista, il suo costante aggiornamento scientifico e culturale, la promozione e l’attuazione di ogni iniziativa diretta alla sua formazione professionale”. La cerimonia fu seguita da una folta platea di rappresentanti delle istituzioni e dell’imprenditoria regionale, oltre ad un corposa presenza di colleghi giornalisti.
Del primo CDA della Fondazione facevano parte, assieme ai consiglieri giornalisti, un rappresentante della imprenditoria bolognese, Chiara Segafredo e il professor Patrizio Bianchi, neo Ministro dell’Istruzione del Governo Draghi e onora il pensare di aver avuto a disposizione la sua grande competenza e disponibilità.
Preme ricordare anche la prestigiosa composizione del comitato tecnico-scientifico, composto da Enzo Spaltro, Augusto Barbera, Angelo Panebianco, Angelo Varni, Antonio Patuelli, Roberto Grandi, e da colleghi come Luca Goldoni, Giuseppe Castagnoli, Claudio Santini, Giovanni Rossi, Carmelo Abisso, Roberto Zalambani e Argia Granini.
La Fondazione si mise subito al lavoro, dedicandosi ad organizzare corsi di formazione per giornalisti e fin dall’inizio le attività ebbero un grande seguito, dimostrando come la formazione fosse un’urgenza avvertita da tutti i colleghi. Così uno dei primi impegni fu un corso di 60 ore per giornalisti degli Uffici Stampa, che iniziò il 13 aprile del 2012 per terminare il 19 maggio. Si svolgeva di venerdì pomeriggio e il sabato mattina in modo tale da agevolare chi lavorava e fu un tale un successo che, nonostante il numero chiuso a 50 partecipanti, ci furono più di 100 adesioni e fu necessario replicarlo nell’ottobre dello stesso anno.
I primi corsi erano organizzati in diversi momenti formativi, ad esempio un corso sulla lingua italiana “Da Manzoni a Twitter” distribuito su cinque giornate oppure il “Corso di Dizione” su 6 appuntamenti o il “Corso sul Giornalismo Web” in 12 incontri. Furono corsi che suscitarono un notevole interesse da parte dei colleghi, tuttavia successivamente si è preferito condensare la didattica in un numero più limitato di ore per consentire un più facile accesso ai crediti formativi, che per la categoria dei giornalisti rappresentano un obbligo di legge, cui la Fondazione si offre di dare risposta.
Non sono mancati e non mancano tutt’oggi corsi in collaborazione con il Master di Giornalismo, la Fondazione Forense e le varie specializzazioni dell’ASER-FNSI (GERS, ARGA, GUS, UGIS-Giornalisti Scientifici), l’UCSI (Stampa Cattolica) e l’Associazione Stampa Reggiana. La collaborazione in questi ultimi anni si è estesa anche ad altre realtà attraverso accordi regionali e nazionali, per citarne alcuni il Protocollo d’Intesa firmato con l’Ordine dei Commercialisti, la Fondazione FICO, la Guardia di Finanza, la Regione Emilia-Romagna con “Lepida”. La Fondazione ha preso importanti contatti con l’Università di Bologna e l’Università Cattolica di Piacenza per l’organizzazione di corsi locali e propone di attivarsi anche con le altre Università della regione, attività purtroppo sospesa momentaneamente a causa della pandemia che non ha permesso di finire questo importante lavoro, necessario per dare a tutti i colleghi una formazione gratuita, puntuale e con docenti di alto profilo professionale.
Con l’approvazione della legge sulla “formazione professionale continua” per gli iscritti agli Ordini Professionali (D.P.R. 7 agosto 2012 n.137), entrata poi in vigore il 1° gennaio del 2014, la Fondazione si è dedicata quasi esclusivamente alla formazione dei colleghi, proponendo corsi con crediti formativi. Nel triennio 2014-2016 si sono svolti sul territorio regionale 411 seminari, nel triennio successivo 2017-2019 i corsi sono stati 495. Nel 2020, causa pandemia, i corsi proposti sono stati 57 e a tutt’oggi per il 2021 sono stati proposti 7 corsi in streaming, per un totale complessivo di 970 corsi, di cui 735 non deontologici e 235 deontologici. Purtroppo, per i nostri corsi in streaming vi sono alcune limitazioni, la prima è dettata dal numero di un massimo di 50 partecipanti, la seconda è che questi corsi sono messi sulla piattaforma “Sigef” a livello nazionale e quindi sono disponibili per tutti i giornalisti italiani, con evidente riduzione delle possibilità di iscrizione visto il numero limitato di posti (il tempismo nell’iscriversi è fondamentale) ed infine vengono riconosciuti solo un massimo di 3 crediti formativi. Come Fondazione, stiamo lavorando per dare la possibilità agli iscritti dell’Emilia-Romagna di essere informati tempestivamente dell’avvenuta immissione in piattaforma dei nostri corsi.
La formazione rimane un punto di riferimento importantissimo, permette di accrescere le conoscenze sia tecniche che deontologiche e la Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia- Romagna si fa tramite per rispondere a tale bisogno, per uno sviluppo personale, creativo, basato sulle motivazioni, una “formazione a pensare” e a riversare questo sapere nel nostro lavoro quotidiano di giornalisti.
Emilio Bonavita
Vice-Presidente del Consiglio regionale dell’OdG e della Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna
Memoria del Presidente emerito Bombonato
Ricordo quella mattina del 22 febbraio 2011 quando come Presidente dell’Ordine Giornalisti dell’Emilia-Romagna mi sono recato nello studio del notaio Mauro Trogu per compiere l’atto formale della firma sullo statuto dell’istituzione della Fondazione regionale dei Giornalisti (allora unica in Italia) a conclusione di un lavoro preparatorio durato quasi un anno per decisione del Consiglio regionale e l’impegno di una Commissione coordinata da Claudio Santini.
La struttura, come noto, era stata pensata per valorizzare e tutelare la figura del Giornalista e garantire il suo costante aggiornamento scientifico e culturale e la promozione e l’attuazione di ogni iniziativa diretta alla sua formazione professionale.
A tal fine la Fondazione si prefiggeva di istituire corsi di formazione ed aggiornamento professionale, di preparazione e perfezionamento della professione; promuovere e realizzare iniziative editoriali attraverso qualsiasi tecnologia e supporto tecnico; sostenere e finanziare studi, convegni e riunioni, seminari e iniziative di studio e di confronto con altre realtà nell’ambito delle discipline connesse alla professione del Giornalista; favorire le relazioni con istituti di studio pubblici e privati; organizzare attività legate allo scopo in collaborazione con associazioni di categoria, enti, società per la crescita culturale e professionale del Giornalista; istituire, promuovere, sovvenzionare borse di studio e di ricerca; fornire adeguato sostegno organizzativo e promozionale a tutte le iniziative sopra specificate.
Il fondatore è l’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna e i partecipanti possono essere ordinari sostenitori, onorari. I primi sono tutti gli iscritti all’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna che ne facciano richiesta e si impegnino a contribuire alla realizzazione degli scopi con contributi annuali; i sostenitori invece tutti coloro che, anche se non iscritti all’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, si impegnino a contribuire alla realizzazione degli scopi della Fondazione con contributi in misura superiore; gli onorari tutti coloro che si siano distinti o si distinguano per meriti particolari nei settori di interesse della Fondazione.
La Fondazione era retta da un Consiglio di amministrazione composto da cinque membri (il Presidente del Consiglio Regionale dell’OdG; due Consiglieri – un pubblicista e un professionista – votati nell’ambito dello stesso Consiglio e due componenti “esterni” nominati dallo stesso Consiglio dell’Ordine fra coloro che presentassero particolari qualifiche morali e professionali nell’interesse della Fondazione.
E in quest’ambito voglio ricordare i validi colleghi consiglieri Roberto Olivieri ed Emilio Bonavita e i due componenti esterni: Chiara Segafredo e Patrizio Bianchi. Chiara Segafredo nel 1979 ha fondato con i fratelli Francesco, Maria e Cristina la Essse Caffè SpA, torrefazione specializzata nella produzione e commercializzazione di miscele di caffè di alta qualità, di cui è consigliere d’amministrazione. Dal 1998 al 2007 è stata segretario generale del SEPS – Segretariato Europeo per le Pubblicazioni Scientifiche e dal 2005 al 2007 è stata segretario generale della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. È Cavaliere al merito della Repubblica Italiana. Patrizio Bianchi si è laureato, con lode, in Scienze politiche all’Università di Bologna poi è diventato ricercatore all’Università di Trento e nel 1994 ha acquisito il titolo di professore ordinario in politica economica. Trasferitosi a Ferrara è diventato docente presso la locale Università e nel 2004 vi è stato nominato Rettore. In politica ha assunto il ruolo di assessore alle Politiche europee, scuola, formazione, Università e Lavoro nella Regione Emilia-Romagna. È Commendatore. Nel 2011 è stato nella nostra Fondazione e nel 2021 è diventato Ministro all’Istruzione nell’attuale Governo Draghi.
Gerardo Bombonato
Presidente emerito dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna
Facciamo un po’ di storia…
Ricordiamo l’anno 2011 per più ragioni di carattere mondiale, nazionale, bolognese e anche per un particolare aspetto che riguarda l’Ordine dei giornalisti di Bologna.
È il tempo della Primavera Araba (in Tunisia, Egitto, Siria, Libia) e dell’uccisione di Bin Laden proprio nel decimo anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle.
In Italia il governo di Mario Monti (in clima di emergenza anche economica) prende il posto del Berlusconi IV e dell’esecutivo fanno parte il bolognese Piero Gnudi e l’ex Commissaria del Governo Annamaria Cancellieri.
La città piange la cantante Nilla Pizzi e l’etologo Giorgio Celli mentre Virginio Merola è eletto sindaco dopo il “Caso Del Bono” e il commissariamento di Palazzo d’Accursio.
L’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna è retto da Gerardo Bombonato che porta a conclusione un’iniziativa che è stata prospettata nel novembre dell’anno prima e che tende a dare ai giornalisti “strumenti più idonei di studio e di formazione”: si tratta di una Fondazione sulla falsariga di quelle che, ad esempio, hanno i notai e gli avvocati.
È un’esperienza decisamente innovativa che costituisce un “unicum” anche perché non strettamente corporativa, ma aperta anche a persone non legate alla nostra professione. E in quest’ottica comincia a lavorare una apposita Commissione che si avvale anche della consulenza di Sandro Callegaro, Presidente dell’Ordine Avvocati. Nasce così uno Statuto che prevede anche l’organizzazione di “seminari, convegni, viaggi di studio e la pubblicazione di dispense, libri e riviste di interesse giornalistico”.
È il 22 febbraio (ecco perché facciamo questa rievocazione nel decennale) quando il Presidente Gerardo Bombonato firma l’atto costitutivo della Fondazione nello studio del notaio Mauro Trogu in via d’Azeglio a Bologna con allegato uno Statuto che, per la prima volta, prevede anche corsi di formazione e aggiornamento. È fissata anche la collaborazione con gli altri Ordini, l’Università e la Scuola (Master) di Giornalismo.
Il primo Consiglio d’amministrazione è composto da: Gerardo Bombonato, Presidente (al vertice della Fondazione c’è sempre, per Statuto, il Presidente dell’Ordine regionale), i consiglieri Roberto Olivieri ed Emilio Bonavita, i due “componenti esterni” Chiara Segafredo e Patrizio Bianchi ed il Segretario generale Argia Granini. Più i revisori dei conti.
La Fondazione viene presentata pubblicamente anche ai Parlamentari e subito inizia i corsi di aggiornamento con Milena Gabanelli che tratta il “giornalismo col video”.
Le iniziative editoriali che si susseguono sono: un libro sugli anni della violenza a Bologna, un prontuario sulla deontologia, aggiornato con le modifiche dettate dal Testo Unico e la sponsorizzazione del libro su Ezio Cesarini, giornalista ucciso per rappresaglia dai fascisti.
In questi dieci anni sono stati Presidenti anche Olivio Romanini ed Antonio Farnè.
L’attuale CdA vede Giovanni Rossi Presidente, vice Emilio Bonavita, segretario Antonio Boschi, “esterni” Angelo Varni e Lisa Bellocchi. Segretario generale Barbara Galzigna.
Sono passati dieci anni e la Fondazione di Bologna continua ad essere “una rarità” in campo nazionale con iniziative analoghe solo in Toscana e nelle Marche.
Claudio Santini
Direttore alla Formazione della Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna
(16 febbraio 2021)
Nella foto: l’allora Presidente dell’OdG Gerardo Bombonato firma l’atto costitutivo della Fondazione davanti al notaio Mauro Trogu